Juve-Milan, quando l’errore nuoce più a chi ne beneficia

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Come spesso accade in Italia, i buoni propositi di esportare il prodotto pallonaro a suon di grandi sfide vengono puntualmente pestati sotto i piedi dopo il verificarsi dell’ennesimo episodio arbitrale dubbio della storia del nostro campionato. La partita disputata ieri allo Stadium da Juventus e Milan, pensandoci bene, è piena zeppa di spunti di riflessione e per lunghi tratti è stata veramente piacevole: un grande Diavolo nel primo tempo, l’ennesimo centro di uno scatenato Piątek, la rimonta bianconera nella ripresa e il solito timbro decisivo di Moise Kean, che a 19 anni e 10 gol già all’attivo nella massima serie non può essere più soltanto un caso. La Juventus è momentaneamente a +21 sul Napoli e se la truppa di Ancelotti dovesse inciampare stasera contro il Genoa, per la Vecchia Signora sarebbe scudetto già a inizio aprile.

Eppure, tutti questi interessanti spunti di riflessione vengono accantonati in soffitta, per lasciare spazio all’argomento numero uno: il presunto errore arbitrare. Il fatto: siamo al 35′ del primo tempo, Çalhanoğlu mette in mezzo dalla destra e Alex Sandro, in scivolata e dentro l’area, intercetta con un braccio. Alcuni minuti di silent check e poi l’on field review (quanto ci piacciono queste espressioni inglesi!): per il signor Fabbri non è rigore, ma solo calcio d’angolo. E via alle polemiche.

Con tutta sincerità, visto l’andazzo di questo campionato e i tanti precedenti simili (e qui non occorre alludere al re degli episodi, il petto-braccio di D’Ambrosio in Fiorentina-Inter), a noi ha stupito la decisione di Fabbri, soprattutto perché il braccio dello juventino era staccato dal corpo e ha interrotto la parabola di un cross che sarebbe arrivato in mezzo all’area. Ma, in effetti, ci interessa poco stabilire se quello fosse rigore o meno, anche se probabilmente la classe arbitrale dovrà fare chiarezza su questa frequente tipologia di episodi. Quello che resta, invece, sono le polemiche e l’eredità lasciata dall’ennesimo fatto controverso (della storia di Juventus-Milan).

Il giorno dopo, infatti, ci ritroviamo con un’idea del nostro calcio che, VAR o non VAR, è sempre la stessa. E con una Juventus che, accusata da mezza Italia, è costretta a subire un bel danno d’immagine, proprio a pochi giorni dalla fondamentale sfida di Champions contro l’Ajax. Abbiamo quasi l’impressione che la decisione del signor Fabbri, in fondo, abbia nociuto più a chi inizialmente ne aveva beneficiato.
Le stranezze del nostro calcio…

Francesco Cucinotta
Francesco Cucinotta
Sardo di origini sicule, ama il calcio dalle “notti magiche” di Italia ’90. Laureato in Comunicazione con una tesi sulla lingua del calcio e pubblicista dal 2010. Per anni inviato al seguito del Cagliari Calcio per Radio Sintony.

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