Falso nueve, vero bomber

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Ovunque lo metti, lui segna; è inutile cercare di fermarlo, Leo Messi riuscirà sicuramente a trovare un modo per infilare il pallone in fondo al sacco. Se sia il miglior calciatore di sempre è un dilemma ormai noto con il solito paragone ingombrante con Maradona che riecheggia dopo ogni suo record, ma poco ci importa: vedere giocare el diez è pura magia per i nostri occhi.

L’ultimo record di Messi è semplicemente qualcosa di pazzesco: a segno quaranta volte per ben dieci stagione consecutive. Dal Barcellona di Guardiola del 2009 a oggi ne sono cambiate di cose, ma una costante si è mantenuta fissa: l’argentino non sbaglia un colpo. Partito inizialmente da vero numero dieci, fantasista dai piedi incantati e dai tocchi deliziosi si è evoluto nel corso della carriera diventando implacabile come un vero e proprio bomber.

L’avvento del tiki taka e la trasformazione ad attaccante per il sistema perfetto del falso nueve sono stati i principi ideali per Messi, prototipo dell’attaccante moderno: cinico e spietato davanti alla porta, ma anche in grado di interagire in mezzo al campo con la squadra per far iniziare la manovra dai suoi piedi. L’unico neo della sua carriera è la Nazionale con la quale non riesce ad incantare come a Barcellona e questo è l’unica causa per la quale ci sono ancora molti che gli preferiscono Maradona a lui.

Dieci stagioni a quota almeno 40 gol, dicevamo, ma non si è quasi mai fermato qui: nel 2012 infatti le reti furono ben 73 e l’anno dopo 60. Nell’ultima decade (ancora in corso con questo finale di stagione che lo vede ancora in corsa per tutte le competizioni) le marcature totali sono 513, numeri da capogiro. Dio del calcio, in grado di vincere le partite da solo: in dribbling, su punizione, dal dischetto o da opportunista; non importa come lo marchi e quanti giocatori metti su di lui, se Leo Messi vuole segnare, stai pur certo che segnerà. Una volta, due volte, tre volte o 686 volte come in carriera.

Il dieci perfetto e il nove ideale: l’infinita classe di Leo Messi che anche i più scettici dovranno idolatrare macina record su record e non vuole di certo fermarsi. Perché chi ama il calcio non può far altro che amare il suo piccolo genio.

Rodella Alessandro
Rodella Alessandro
Nato a Brescia nel marzo del 1992, ama lo sport in generale, soprattutto calcio, tennis e motori. Pratica i primi due a livello amatoriale senza grandi risultati. Appena può, ama seguire gli sport "dal vivo".

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