Un vero e proprio risorgimento

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“Un vero e proprio risorgimento”. Con queste parole Milena Bertolini, CT della Nazionale Femminile che a giugno parteciperà al suo primo Mondiale dopo ben vent’anni di assenza, ha definito il momento che sta vivendo il calcio femminile italiano. Certo, come ammette la stessa Bertolini “paghiamo 15-20 anni di mancati investimenti e non possiamo pensare di annullarli in 3-4 anni”, ma è anche vero che si sta cercando di invertire la tendenza e lo si sta facendo anche bene, perché in poco tempo abbiamo ridotto una parte del gap con le altre nazionali, anche se ci vorranno ancora 6-8 anni per poter arrivare a livello degli altri.

Prosegue la CT: “Dobbiamo essere consapevoli di dover migliorare velocemente perché anche gli altri continuano a crescere e non ci aspettano. E’ fondamentale ampliare la base delle praticanti, in questi tre anni abbiamo avuto 1500 bambine in più e questo vuol dire che si sta creando una base solida. E’ importante che i media ci diano spazio e facciano conoscere questo movimento e anche il campionato deve essere sempre più competitivo. Il 2019 è un anno importante perché andremo ai Mondiali e le vittorie aiutano a farci conoscere, quello che noi possiamo promettere agli italiani è che andremo in Francia a dare il massimo. Vogliamo fare bene e andare avanti, sarà una Nazionale che lotterà fino all’ultimo minuto e poi vedremo cosa succederà”.

Le fa eco Carolina Morace, attuale allenatrice del Milan femminile ed ex attaccante della nazionale italiana, che, a margine della festa per i 60 anni della Lega Nazionale Dilettanti, ha detto la sua sul movimento e sulla crescita del suo pubblico: “Il calcio femminile è cresciuto tanto: ad esempio, non tutti sanno che lo share di Sky sul calcio femminile è altissimo, più alto della serie B e della Premier League. Ora oltre ai numeri attendiamo investimenti e sponsor. Il calcio femminile è cresciuto tanto e la Lega nazionale Dilettanti ci ha accompagnato in maniera decisa sino al punto in cui siamo oggi. Ricordiamo che la nazionale femminile quest’anno sarà ai Mondiali dopo tanti anni. Di sicuro molto c’è ancora da fare, bisogna solo decidere in che si direzione si vuole andare. C’è da sedersi attorno ad un tavolo tutti insieme e fare ciò che serve per dare una spinta ulteriore a questo movimento“.

Una dimostrazione della crescita del calcio femminile italiano la si è avuta in occasione della scorsa doppia amichevole tra le Nazionali Under 15 di Italia e Turchia: al Centro Tecnico Federale di Coverciano si è svolta la prima visita del “Fifa Coach Mentorship Programme“, il progetto della massima organizzazione calcistica che vede coinvolte 42 allenatrici provenienti da tutto il Mondo per cercare di aumentare le conoscenze tra tecnici donne e allargare il confronto. Il tecnico federale Patrizia Panico, alla guida della Nazionale maschile Under 15, ha avuto l’opportunità di essere affiancata da un’allenatrice che ha scritto la storia recente del calcio femminile, ovvero Sarina Wiegman, la Ct dell’Olanda campione agli europei femminile del 2017, che per due giorni è stata ospite degli Azzurrini al Centro Tecnico Federale per poter vedere da vicino le metodologie di lavoro adottate da Panico. La Panico, che è stata la prima donna a guidare una Nazionale italiana maschile, ha così raccontato la sua esperienza: “Questo programma mi dà l’opportunità di avere un confronto con un calcio diverso da quello italiano, un calcio che ha un’altra mentalità. Si tratta di una grande chance, innanzitutto per ampliare le proprie conoscenze: avere un confronto infatti è sempre un motivo di arricchimento”.

Ora serve davvero sterzare la rotta e aumentare in maniera decisiva lo sforzo verso la crescita del movimento: credo che le nostre prestazioni ai Mondiali Femminili avranno una grossa responsabilità in questo “risorgimento” e una prestazione dignitosa, magari con l’approdo agli ottavi o addirittura ai quarti, sarebbe vista come una molla eccezionale per la spinta in termini di popolarità e pubblico per le nostre ragazze. Forza Azzurre.

Stefano Pellone
Stefano Pellone
Parte-nopeo e parte bolognese, ha collaborato a vari progetti editoriali e sul web (Elisir, Intellego, Melodicamente). Ha riscoperto il piacere del calcio guardando quello femminile.

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