Il sottile confine tra matricola e meteora

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Tiémoué Bakayoko arriva al Milan sul finire dell’estate 2018, definito come il tassello mancante per la mediana del Milan; richiesto da Gattuso, e ottenuto da una intraprendente quanto oculata campagna acquisti imbastita dalla nuova società, e soprattutto dal figliol prodigo Leonardo. Le idee del tecnico calabrese, confermato alla guida del Diavolo sono chiare: il desiderio è di aggiungere fisicità e centimetri al centrocampo rossonero, approfittando dell’anno no del francese con la maglia del Chelsea (che ne permette l’arrivo in formula vantaggiosa, ovvero prestito con diritto di riscatto) avvenuto sotto la guida di un altro illustre tecnico italiano, Conte. Tiémoué Bakayoko è il prototipo di giocatore da mediana, fisico, abile di testa, ottimale in fase di copertura e in quella di recupero palloni; ma soprattutto un fisico, statuario, che non ha lesinato, nel corso di un’ancora breve carriera, diversi gol.

Il classe ’94 francese esplode proprio nel campionato natio, la Ligue 1, con la maglia del Monaco. E proprio quanto fatto vedere in Francia, e in Europa, convincono Conte a richiederlo come acquisto di punta al proprio Presidente Abramovich, per cercare di confermarsi come campioni d’Inghilterra, e trovare fortune ormai sopite in Champions League. Ma in maglia Blues Bakayoko, vittima anche e soprattutto delle tante aspettative, non ha confermato quel che doveva, e saltato Conte, con la nascita del nuovo ciclo Sarri, si è visto arrivare il bel servito. Da lì il passaggio al Milan come noto, che in Bakayoko vede il sostituto ideale dell’Highlander Kessié, intervenendo anche e soprattutto a livello numerico in un centrocampo povero di elementi di spessore.

E infatti, proprio la nomea di vice Kessié, dovrebbe permettere a Bakayoko di porre il proprio focus su una oculata preparazione fisica, sul conoscere bene lingua e campionato, insomma di star lontano dalle dannose aspettative in terra londinese. Lo stesso Gattuso ne è conscio, lo sa, lo dichiara con i classici “bisogna dare il tempo ai nuovi di ambientarsi e conoscere il calcio italiano”, ma non si capisce se, per errate valutazioni dello stesso tecnico, o per effettive necessità, a Baka questo tempo di ambientamento non viene poi concretamente dato. I 45 minuti contro il Napoli all’esordio sono l’esemplificazione dell’agonia di un ragazzo che, valutato 40 milioni (cifra di acquisto del Chelsea, e di eventuale riscatto del Milan), di punto in bianco si ritrova di nuovo al centro di critiche e maldicenze.

Facile vedere la matrice comune in tutto ciò: voluto sempre dai tecnici, prima col Chelsea, poi col Milan, Bakayoko sembrerebbe non essere più in grado di fare fede alle aspettative, e di far vedere quanto di buono fatto in un campionato a questo punto troppo inferiore, come quello francese. Quei 45 minuti di Napoli Bakayoko li ha pagati davvero a caro prezzo, e per molto tempo. Forse l’eccessivo buon cuore di Gattuso, desideroso di farlo rifare subito dei suoi errori, lo ha esposto a ulteriori figuracce e soprattutto ai più definitivi “questo Bakayoko non è assolutamente da Milan, né da calcio italiano”. Il francese è apparso per diversi mesi impacciato, impreciso, tatticamente un pesce fuor d’acqua: e nemmeno la sua fisicità, in tutto ciò, riusciva a emergere.

Poi il più classico degli Sliding Doors. Toccato il fondo nella vittoria interna allo scadere contro il Genoa (in cui per dirla tutta Bakayoko non era andato malissimo, ma era stato complice della frittata sul pareggio genoano), in un Milan falcidiato dagli infortuni in quel di Udine, si è reso protagonista di una partita da incorniciare; vincitore di tutti i duelli aerei, di moltissimi combattimenti fisici, prezioso finalmente anche dal punto di vista tattico e di recupero palloni. Un accenno di vero Bakayoko. Che, per la gioia dei tifosi rossoneri ma anche e soprattutto di tutta la società, a partire da Gattuso, è stata solo il primo episodio di tanti successivi. Bakayoko nell’ultimo mese ha fatto fioccare i classici “7 in pagella”, conquistandosi ora un posto al fianco di Kessié, e non solo da suo vice.

In una mediana orfana di Biglia e Bonaventura, Baka sta cercando di confermarsi come la piacevole sorpresa rossonera. L’obiettivo personale è ormai delineato: far ricredere i sostenitori del Bakayoko meteora, e trasformare le difficoltà del passato nei ricordi d’infanzia di una matricola. La palla poi passerà al Milan, alle valutazioni di Leonardo e Maldini, e molto probabilmente di Gattuso. C’è ancora tanto da giocare, tanto da far vedere, per valutazioni che per forza di cose dovranno farsi sul finire di stagione. L’augurio è che il Diavolo abbia trovato un giocatore che, quei 40 milioni, li valga fino all’ultimo centesimo.

Damiano D'Agostini
Damiano D'Agostini
Classe 1992, studia giurisprudenza ed è istruttore di scuola calcio. Tifoso del Milan, legato al Borussia Dortmund e al Cagliari. Appassionato di MotoGP, ama il tennis femminile e la musica di Lindsey Stirling.

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