Coppa Italia, Inter-Pordenone: nerazzurri ai quarti, il sogno dei Ramarri si infrange sui calci di rigore

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L’Inter supera il Pordenone ai calci di rigore e approda ai quarti dopo una gara dalla sofferenza infinita. Dal dischetto risultano decisivi gli errori di Misuraca, Lulli e Parodi ma ai Ramarri va certamente l’onore delle armi in virtù di una prestazione determinata, grintosa e tatticamente perfetta tanto da imbrigliare per 120 minuti la capolista della Serie A.

Giuditta e Oloferne; Davide contro Golia, la corazza nerazzurra contro la tunica neroverde dei friulani: così può riassumersi, a pochi minuti dal calcio d’inizio, la sfida, valida per gli Ottavi di finale di Coppa Italia, tra Inter e Pordenone. Gli uomini di Spalletti, primi in Serie A, arrivano dal pareggio contro la Juventus e non vogliono in nessun modo sottovalutare l’impegno, i Ramarri, dal canto loro, quinti nel Girone B di Serie C, vogliono entrare nella storia dopo la vittoria contro il Cagliari nel turno precedente.

Tanti avvicendamenti per Spalletti all’esordio stagionale in Coppa: in porta spazio a Padelli protetto da Nagatomo, Ranocchia, Škriniar e Dalbert. A centrocampo trovano posto Gagliardini e Vecino, mentre Cancelo e Karamoh agiranno sulle corsie esterne. Éder supporterà centralmente Pinamonti. Colucci opta per il 4-3-2-1 con Perilli tra i pali, Bassoli e Stefani al centro della difesa e Formiconi e Nunzella sugli esterni. A Lulli, Burrai e Misuraca vengono assegnate le chiavi del centrocampo, mentre Berrettoni e Sainz-Maza agiranno sulla trequarti per coadiuvare l’unica punta Magnaghi.

Avvio di “studio” delle due compagini, gli ospiti partono bene, facendo girare palla in modo ordinato, e senza complessi di inferiorità. La prima occasione dell’incontro, però, capita sui piedi di Éder: cross in mezzo di Cancelo, palla che arriva al numero 23, tiro dal limite dell’area e Perilli devia in angolo. Col passare dei minuti, l’Inter diventa padrona del campo; il Pordenone si difende in pratica con tutti gli effettivi e prova di tanto in tanto a impostare. La manovra avvolgente, ma a ritmi poco intensi, dei nerazzurri porta a vari cross e al tiro di Karamoh, che non impensierisce più di tanto Perilli e a quello di Gagliardini, che termina alto; i Ramarri chiudono fino a ora benissimo tutti gli spazi senza soffrire troppo. Poco dopo il 20′, con il Pordenone tutto proteso in avanti, i nerazzurri riconquistano palla e lanciano lungo per Karamoh: strepitoso Perilli a opporsi con il corpo e a rifugiarsi in angolo. I friulani, comunque, non rinunciano a qualche sortita offensiva: interessante la giocata preparata su calcio d’angolo battuto corto e con traversone sul secondo palo sul quale, però, non arriva in tempo nessuno. Poco dopo, i neroverdi (oggi in maglia bianca) sfiorano clamorosamente il vantaggio: Magnaghi controlla palla dal limite dell’area, calcia di potenza e colpisce il palo. Gli uomini di Colucci non tirano i remi in barca e riescono a mettere in difficoltà i padroni di casa: poco prima del 40′, da un’azione insistita sulla sinistra, Berrettoni riesce a mettere in mezzo ma Lulli spreca spedendo alle stelle. L’Inter risponde al 42′: Cancelo parte dalla sinistra e fa fuori quasi tutta la retroguardia avversaria, passaggio per Karamoh che, a tu per tu con Perilli, manda alto. A questo punto, non accade altro e il direttore di gara manda tutti al riposo sul punteggio di 0-0.

Prova a scuotere i suoi Spalletti e a dare raziocinio e qualità alla manovra con l’ingresso di Brozović al posto di Pinamonti. Effettivamente, proprio da una giocata del croato nasce una buona occasione per Gagliardini, il suo tiro però è centrale e facile preda per l’estremo difensore del Pordenone. Poco dopo, è lo stesso Brozović, servito bene dalla sinistra da Karamoh, a sbagliare incredibilmente quello che può definirsi un rigore in movimento. Il Pordenone, comunque, non rinuncia mai a mettere in apprensione i nerazzurri affondando i colpi intorno al 54′: traversone di Burrai, pallone a Sainz-Maza che calcia e va vicino al gol; pallone deviato in angolo. Poco dopo, è Misuraca di testa a misurare la concentrazione di Padelli. In generale, dopo la sfuriata iniziale dei padroni di casa, il ritmo della gara sembra rispecchiare quello del primo tempo: da una parte, l’Inter che non riesce ad abbattere il muro eretto dagli avversari; dall’altra, un Pordenone che si difende senza rischiare più di tanto e a proporsi in avanti pericolosamente come in occasione della conclusione di Nunzella che termina a lato di poco. Anche l’Inter va vicina al gol con Karamoh, poco prima di essere sostituito, ma Perilli ancora una volta si oppone alla grande. Le due compagini si affrontano a viso aperto e ciò rende l’incontro molto piacevole: da un lato, ci prova sùbito Perišić ad azionare Éder; dall’altro, Berrettoni a innescare Magnaghi. Ma è l’Inter a sprecare clamorosamente al 74′: Cancelo affonda sulla destra, mette in mezzo e Perišić, in corsa, sfiora il palo. Nel finale l’Inter gestisce il possesso palla e il Pordenone si  rintana nella propria area di rigore: i tentativi di Vecino, De Agostini e soprattutto Icardi non sbloccano però la gara. Quindi, si va ai tempi supplementari.

L’Inter prova con grinta e rabbia, ma poca lucidità, nel primo tempo supplementare ad alzare il baricentro e a riversarsi in avanti; il Pordenone non si scompone e continua con la propria onesta e determinata partita. Le possibilità per sbloccare la gara cadono proprio sul finire: prima, Perišić crossa e Icardi di testa manda sul palo; poi, Ranocchia trova la deviazione su calcio piazzato e Perilli si supera ancora una volta. Nel secondo tempo supplementare la pressione dell’Inter cala vistosamente: ci prova da lontano e, in particolare con Perišić, ma con poca convinzione. Il passaggio del turno, dunque, si deciderà ai calci di rigore.

INTER-PORDENONE 5-4 (0-0 dopo 90′, 0-0 dts)

Inter (4-2-3-1): Padelli 7.5; Nagatomo 6.5, Škriniar 6, Ranocchia 6, Dalbert 5 (80′ Icardi 6); Vecino 6.5, Gagliardini 6; Cancelo 6.5Éder 5.5, Karamoh (68′ Perišić 6.5); Pinamonti 5 (46′ Brozović 6.5). A disp.: Handanovič, Berni, Santon, Lombardoni, Borja Valero, Emmers, Candreva. All.: Spalletti 6.5.
Pordenone (4-3-2-1): Perilli 8; Formiconi 7, Bassoli 6.5, Stefani 6.5, Nunzella 7 (116′ Parodi sv); Lulli 6.5, Burrai 6.5, Misuraca 6.5; Berrettoni 7 (97′ Ciurria 6), Sainz-Maza 6.5 (79′ De Agostini 6.5); Magnaghi 7. A disp.: Zommers, Buratto, Pellegrini, Visentin, Toffolini, Raffini, Martignago, Silvestro, Danza. All.: Colucci 7.5.
Arbitro: 
Sacchi di Macerata.
Note – Ammoniti: 
Perilli (P).
Sequenza rigori: Misuraca (P) parato; Brozović (I) gol; Burrai (P) gol; Perišić (I) gol; Magnaghi (P) gol; Škriniar (I) parato; Lulli (P) alto; Gagliardini (I) parato; Stefani (P) gol; Icardi (I) gol; Ciurria (P) gol; Vecino (I) gol; Parodi (P) parato; Nagatomo (I) gol.

Antonio Ioppolo
Antonio Ioppolo
Giornalista, appassionato di storia, letteratura, calcio e mediani: quegli “omini invisibili” che rendono imbattibile una squadra. Il numero 8 come fisolofia di vita: grinta, equilibrio, altruismo e licenza del gol.

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