La nuova Serie A: stessa spiaggia, stesso mare & stessa noia

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Ieri, guardando gli esordi in campionato di Juventus e Napoli, la mia sensazione dominante era che non fosse passata che una settimana dall’ultima giornata della Serie A 2016/2017. Certo, qualche nuovo giocatore qui e là, il Verona neopromosso, l’incredibile VAR di cui parlano tutti e le maglie leggermente diverse ma, in sostanza, parevano due partite dell’anno scorso.

I bianconeri hanno avuto – anche largamente – ragione del Cagliari grazie alla loro capacità trademark di colpire quando più serve pur senza incantare e, anzi, a tratti subendo anche la buona verve dei sardi; i partenopei, invece, hanno messo sotto l’Hellas per tutta la partita ma hanno avuto anche un momento di buio assoluto abbastanza inspiegabile negli ultimi 15’, nei quali il Verona ha veramente dato l’idea di poter mettere un filo di paura agli uomini di Sarri. Per farla breve, la precisa e arcinota storia personale di ognuna delle due compagini nell’ultima stagione.

Ora, è abbastanza prevedibile che due squadre che funzionano non cambino granché in estate, che negli ultimi mesi non sia successo nulla in grado di ribaltare i rapporti di forza con il Cagliari e l’Hellas Verona e soprattutto che i due tecnici avranno tutto l’anno per introdurre mirabolanti miglioramenti nelle loro scacchiere ma – subito dopo la sensazione di déjà-vu – ne è emersa un’altra tutt’altro che gradevole. La paura di annoiarmi.

Perché la Serie A 2017/2018 rischia di essere un film già visto come quasi mai prima e non solo o non tanto a livello di risultati (quello ci starebbe) ma, soprattutto, per come arriverebbero quei risultati. La speranza che possa esserci una competizione più serrata per il titolo finale è ovvia – non me ne vogliano i tifosi juventini – perché sono cinque anni che c’è una squadra in grado di vincere il campionato fin troppo presto, annichilendo ogni potenziale minaccia. Addirittura c’è stata una stagione in cui ha dimostrato di poterlo fare pur regalando un mese abbondante di vantaggio agli avversari.

Dunque l’augurio è che sia un campionato divertente e ricco di colpi di scena, in cui la Juventus peni atrocemente per riconfermarsi campione per l’ennesima volta o vinca qualcun altro ma, soprattutto, ci sia qualche sorpresa ogni domenica. Possibilmente con più di una squadra là davanti a combattere i tirannici sabaudi (almeno per qualche mese).

Ce lo meriteremmo.

Giorgio Crico
Giorgio Crico
Laureato in Lettere, classe '88. Suona il basso, ascolta rock, scrive ed è innamorato dei contropiedi fulminanti, di Johan Cruyff, della Verità e dello humour inglese. Milanese DOC, fuma tantissimo.

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