Il Natale si avvicina. Come da tradizione, la Super League, il massimo campionato in Svizzera, si prende un periodo di vacanza. Matteo e Loris, i due tifosi del Lugano, non rinunciano, però, al loro aperitivo a mezzogiorno. E, naturalmente, non si può non parlare di calcio, e della loro squadra del cuore.
Il periodo di Natale, in Canton Ticino, è ricco di luci. E, nel centro pedonale di Lugano, come tutti gli anni, sono arrivate le bancarelle del tradizionale mercatino. Loris e Matteo hanno lasciato le mogli a guardarsi le bancarelle, e si sono seduti in un bar di piazza Riforma, per l’aperitivo. Il momento giusto per parlare di calcio, e del futuro del loro Lügan.
“Un po’ noiosa, la partita di domenica al Letzi” esordisce Matteo. “Però, è stato un buon pareggio. E non solo: io ci vedo anche un segnale che la ruota è girata. Tre settimane fa, quel colpo di testa del Bašić, in pieno recupero, entrava. Dammi retta: il periodo di rogna è finito. E anche gli arbitri sono meno tignosi: se avessero sbattuto fuori Rey, che da ammonito ha fatto due falli mica da ridere, non ci sarebbe stato niente da dire. Certo, il Maestro, l’anno scorso, il Tami, prima di Natale, lo aveva rispedito oltre Gottardo con quattro pere in saccoccia, e aveva fatto un punto in più alla fine dell’andata…”
Loris ascolta senza parlare: su Zeman la pensa diversamente, ma è anche un tifoso che preferisce guardare avanti, e non indietro. “Ma per te, l’Angelo (il presidente Renzetti – ndr) lo tiene Manzo, o no?” L’amico è perplesso: “Cose che non vanno ci sono: la squadra non vince da settembre. Al di là degli infortuni, e degli errori arbitrali, a questo gruppo manca qualcosa in termini di mentalità. Io, per esempio, ho ancora le scatole girate per la partita di Coppa: niente mi toglie dalla testa che siano andati là leggeri, perché hanno la mentalità italiana che la Coppa non vale niente. Poi, resto convinto che il Manzo abbia dietro squadra e tifosi, e che abbia anche fatto delle belle partite. Però, si tratta di capire se abbia o meno la capacità di rimettere in carreggiata tutti: Il dubbo è quello lì. Se si vuole cambiare, comunque, bisogna farlo adesso. Sentivo dire che potrebbe tornare il Maestro… Magari!”
Loris, invece, la pensa diversamente: “Per me, invece, Manzo rimane. Errori ne ha fatti, ma si sta facendo voler bene da tutti: guarda cos’ha detto il Padalino, che pure è uno di quelli che non gioca mica sempre. I tifosi lo sostengono, e fin quando hanno giocato i titolari, si sono viste anche delle belle partite. Tra l’altro, si fa presto a dire ‘Mandiamo via l’allenatore!’ Chi è che viene qua poi? Te dici Zeman: ma figuriamoci! A parte che se tornasse il tuo Maestro, andiamo sparati in serie B, qua, se va bene, ci troviamo un bel svizzero tedesco. Non sarebbe male quello lì del Chiasso, Scienza, che è un bel martello. Ma io, personalmente, sono contrario a cacciare via l’allenatore a metà stagione. E vedrai che l’Angelo, che è uno che ragiona e che di pallone ne capisce, lo farà stare qui: a Natale, in Ticino, si tira il collo al cappone, mica ammazziamo il Manzo!”
Matteo non è d’accordo: lui, al ritorno del boemo, ci spera sempre. Sta per rispondere, ma poi sente una voce femminile che lo chiama: una voce alla quale, da decenni, non riesce a dire di no. “Sono tornate… per oggi, permesso terminato! Andiamo a vedere di spendere un altro po’ di franchi, va… Comunque, Loris, l’aperitivo lo paghi te, che avevi detto, a settembre, che avremmo fatto più punti che con Zeman alla fine del girone d’andata!”
