Home » Ma la brutta figura rimane

E alla fine arriva Ciro.
Che non è né il remake del film con Ben Stiller del 2004 in salsa napoletana, né il lieto fine delle vicissitudini di Sandra Milo, ma solo l’ancora di salvezza di Giampiero Ventura, che evita una figuraccia in termini di risultato e porta a casa i tre punti contro la Macedonia.

Si vince 3-2 e ci dice anche un gran bene, perché dopo un’ora di gioco con i macedoni avanti 2-1 e totalmente padroni del gioco e del centrocampo le sensazioni erano ben altre. Se la Nazionale salva la faccia almeno sotto il punto di vista della classifica, altrettanto, però, non si può dire sul piano del gioco e della manovra. Schiacciati dalla Spagna nella nostra metà campo può ancora ancora passare (ma nemmeno, considerata la fine dell’epoca d’oro spagnola e il secco 2-0 a loro rifilato agli ultimi Europei), restare in balia del gioco macedone con un Pandev a tutto campo miglior giocatore della serata anche no. Proprio no.

Ventura contro la Macedonia ha riproposto il 5-3-2 visto con la Spagna, ciò di più distante che si potesse vedere dal 5-3-2 di Conte tutto pressing, baricentro alto e verticalizzazioni immediate. Ha cambiato gli interpreti, riproponendo la coppia Belotti-Immobile (l’unica vera nota lieta della serata) in avanti, dopo averla ammirata negli ultimi venti minuti contro le furie rosse, e ha inserito Verratti davanti alla difesa tra Bonaventura e Bernardeschi, rispettivamente mezzala sinistra e mezzala destra.
Ora, tralasciando il grosso dubbio che può lasciare lo schierare le mezzali a piedi invertiti (Bonaventura è destro, Bernardeschi è mancino) visto che non è l’argomento della serata, il problema si pone sull’effettiva rendita di questi due giocatori come intermedi di centrocampo. Il giocatore del Milan ha già giocato in quella posizione, ma — sia per sua ammissione che per risultati sul campo — predilige giocare più avanti o come esterno in un centrocampo a quattro, il giovane talento della Fiorentina, invece, è nato trequartista e con Sousa si alterna come quinto di destra a centrocampo o come ala destra in un 4-2-3-1 / 4-3-3. Schierarli entrambi ai fianchi di Verratti, bravissimo, ma lasciato totalmente scoperto, ha causato non pochi problemi sia alla retroguardia infilata centralmente per l’incapacità di fare filtro a centrocampo, sia a Verratti stesso, che non ha mai trovato i tempo giusti per far viaggiare il pallone. Il risultato è stato trovarsi sotto 2-1 contro la Macedonia, meritando di esserci.

Una figura che, oggettivamente, l’Italia — nonostante sia lontana dai fasti di dieci anni fa — non può permettersi. I tempi delle paure, del giocare bassi in contropiede, degli esprimenti sono finiti, caro Ventura. La Spagna è la candidata numero uno per la qualificazione a Russia 2018 e noi, se non vogliamo avere scomode sorprese, sarà meglio che iniziamo a giocare veramente a pallone, smettendola di metterla sul carattere e sull’orgoglio.
Abbiamo i giocatori per farlo, dobbiamo solo saperli mettere in campo. Possibilmente con un’idea di gioco propositiva.