Fantacalcio Serie A 2016/17: alla scoperta di… Moritz Leitner

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Moritz Leitner è uno dei nuovi acquisti della Lazio di Claudio Lotito e Simone Inzaghi. In realtà il suo approdo a Formello sarebbe passato totalmente inosservato se non fosse che il presidente biancoceleste ha scelto di dare in escandescenze – del tutto fortuitamente e per motivi non legati al centrocampista teutonico – proprio mentre Leitner stava facendo una sua prima ricognizione al centro di allenamento della società capitolina. Quindi, oggi, l’ormai fresco ex Borussia Dortmund è noto per essere l’uomo che assistette al lancio della bresaola fatto dallo spumeggiante Lotito. Un primo plauso al buon Moritz andrebbe fatto anche solo per il coraggio dimostrato nel non rimangiarsi la parola e aver deciso di firmare comunque per la Lazio dopo aver visto la furia di Lotito (ed esserne rimasto, dicono, piuttosto turbato).

Ma al di là della sua poca simpatica prima esperienza col numero uno biancoceleste, che tipo di giocatore è Leitner? Per prima cosa occorre sgombrare il campo da ogni tipo di apologia tipicamente fantacalcistica, perché in questo contesto solitamente non si sente mai dire di un calciatore che non sia un granché o che, quanto meno, non nasconda un grande talento (magari nascosto bene ma c’è sempre). Leitner – a oggi – è una promessa mai mantenuta del calcio tedesco. Punto. Certo, il ragazzo non ha ancora compiuto 24 anni e c’è tutto il tempo del mondo perché si possa riprendere e tornare in auge ma, per il momento (repetita iuvant), è un profilo da riabilitare, rigenerare e rilanciare. In questo senso, la Lazio attuale – che di giocatori ne ha rilanciati a iosa negli ultimi anni – potrebbe essere l’ambiente ideale per il giovane Moritz.

Un video di highlight dedicato al solo Leitner potrebbe fungere da bignami per capire cosa sia un centrocampista tedesco nato negli anni 90 e formatosi nel terzo millennio: fondamentali tecnici marmorei (controllo, tocco e passaggio da amanti del bel calcio), duttilità tattica, buone capacità di lettura delle azioni di gioco, un tiro da fuori più che rilevante. Nasce come interno ma può disimpegnarsi anche come trequartista centrale o esterno destro, in caso di necessità. Ciò ovviamente non toglie che il meglio lo dia da mezzala o da mediano in un 4-2-3-1. Se – sulla carta – Leitner è questo fior fiore di giocatore, allora com’è che il BVB lo cede alla Lazio a cuor leggero e, soprattutto, per una manciata di euro? Prima di tutto, il contratto del giocatore era in scadenza a giugno 2017 e questo ne spiega il prezzo piuttosto basso. Inoltre a Dortmund Leitner non ha mai convinto. Un po’ per la concorrenza serratissima nel ruolo che gli ha impedito di strappare una maglia da titolare, un po’ perché anche nel biennio in prestito allo Stoccarda, dove era stato mandato per giocare con continuità, non ha dato grandi garanzie di affidabilità.

In sostanza, parliamo di un giocatore che, in carriera, conta appena 67 apparizioni da titolare su 127 presenze totali in campionato (ed è stato sostituito prima della fine il 50% delle volte). Se c’è una definizione di “panchinaro” o, meglio, di “rincalzo”, questa può tranquillamente essere Moritz Leitner.
Alla Lazio cosa viene a fare, allora? La riserva, appunto. Almeno per adesso.
Leitner è di dicembre del ’92, ha il tempo dalla sua e quasi sette anni meno di Lucas Biglia che, in teoria, è l’uomo che potrebbe sostituire, in futuro. Tuttavia il centrocampista ha voglia di rilanciarsi ed è consapevole che, dopo la Lazio, potrebbe anche non avere un’ulteriore prova d’appello.

Lo prendiamo al Fantacalcio? Secondo noi, (a patto di essere forti di stomaco e desiderosi di rischiare qualcosina). Magari non con un sì convinto o entusiasta, ma senz’altro con un sì da un paio di crediti per sperare che Leitner si riveli un colpo alla Candreva, arrivato a Roma più o meno da fantasma e poi rinato. Certo, a differenza dell’esterno della Nazionale, il centrale teutonico non ha particolare feeling con il gol (appena due in cinque anni di Bundesliga, accompagnati da 11 assist) ma compensa con poche ammonizioni e con un rendimento che, finalmente, potrebbe essere finalmente positivamente costante. Dopo tutto è questo l’obiettivo finale con cui il giocatore è arrivato in Italia…

Giorgio Crico
Giorgio Crico
Laureato in Lettere, classe '88. Suona il basso, ascolta rock, scrive ed è innamorato dei contropiedi fulminanti, di Johan Cruyff, della Verità e dello humour inglese. Milanese DOC, fuma tantissimo.

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