Date tempo a de Boer

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Partiamo subito con il concetto base: criticare ora Frank de Boer non ha alcun senso. Ma nessuno, proprio.
E invece.

E invece succede che l’Inter perde la prima contro il Chievo a Verona, pareggia la seconda con il Palermo in casa (segnando in totale un gol e subendone tre) e il tecnico olandese viene sommerso dai fischi di San Siro e dalle critiche sui social network.
Critiche sugli uomini scelti, sul modulo, sull’idea di gioco, sulle trame, sulle posizioni in campo, sui cambi. Come se si fosse a metà stagione con la squadra in zona retrocessione. Purtroppo il tifoso ha la memoria corta: la partenza della scorsa stagione di Napoli e Juventus dovrebbe far calmare la rabbia per la mancanza di risultati, quantomeno attenuarla.

Anche perché, diciamocelo, se c’è un allenatore che in questa Serie A ha delle attenuanti, quello è Frank de Boer: arrivato a metà agosto sulla panchina di un’Inter che — pare — non avesse fatto una preparazione atletica degna di questo nome, a sole due settimane dalla prima gara ufficiale, prendendo in mano una squadra che nell’ultimo anno aveva giocato in maniera speculativa sugli avversari (gran gioco di rottura in mezzo al campo, pressing abbastanza ordinato e affidamento alla velocità/giocate dei singoli) con uomini di sostanza in mezzo al campo e pochi piedi educati nella zona nevralgica del gioco. Iniziare in queste condizioni è difficile per tutti. Senza dimenticare il mercato in fieri, che ha appena portato due giocatori crediamo probabili titolari come João Mário e Gabriel Barbosa, detto Gabigol.

Quindi, di fatto, de Boer deve ancora capire chi e come giocare per far rendere al meglio la sua squadra e già viene criticato dal tifo interista, tra i più impazienti di tutta la Serie A. E dovrebbero avercene, invece, di pazienza, perché il tecnico olandese è perfetto per cercare di cambiare mentalità alla squadra, cercando di darle un’anima più propositiva, con più possesso palla, più gestione del gioco e miglior utilizzo degli spazi in fase offensiva. L’utilizzo di ieri di Banega davanti alla difesa non è casuale, fa parte di quegli esperimenti che porteranno poi al risultato finale. Ma non si può pretendere di avere tutto e subito. Probabilmente giocando tutti arroccati e sperando di fare un golletto su calcio piazzato o con una ripartenza di sarebbero portati a casa 4 o 6 punti in queste prime due giornate, ma non si avrebbe costruito nulla. L’obiettivo qual è? Costruire nel lungo periodo una squadra che giochi bene a calcio e che arrivi alla vittoria convincendo (e non solo vincendo), rendendola anche appetibile agli occhi dei grandi giocatori, o quello di provare a vincere subito? Perché in caso di seconda risposta, allora bisognava fare come lo United, che a Mourinho ha regalato dei giocatori come Ibrahimović, Pogba e Bailly in grado di cambiare subito faccia alla squadra e di vincere le partite da soli, con le loro giocate.

Si poteva accontentare Mancini con le sue richieste di acquistare giocatori già pronti e decisivi, per provare a vincere con le individualità. Si è fatta una scelta diversa, a mio parere più giusta. Ora, però, bisogna dare fiducia a de Boer e aspettare.

Francesco Mariani
Francesco Mariani
Twitter addicted, vive di calcio. In campo è convinto di essere Pirlo, ma in realtà è un Carrozzieri qualunque. Per lui il trequartista è una questione di principio.

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