Giro d’Italia 2016, le pagelle dei protagonisti

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La novantanovesima edizione del Giro d’Italia è arrivata alla conclusione con la vittoria finale di Vincenzo Nibali (Astana): intanto su MondoPallone.it sono pronte ad arrivare le attese pagelle di una delle più importanti competizioni ciclistiche.

Vincenzo Nibali (Astana): 8,5 – Alla fine ce l’ha fatta a conquistare il suo secondo Giro d’Italia. Non è stata una cavalcata come nel 2013, anzi: analogamente a quanto visto allo scorso Tour de France, il messinese ha vissuto dei momenti di crisi sapendo poi rialzarsi nelle ultime impegnative frazioni della Corsa Rosa. Le prime due settimane il siciliano le corre quasi da padrone, ma la condizione non lo assiste e non riesce a stare sul passo dei migliore. Tra la fine della seconda settimana e l’inizio della terza vive momenti difficili, ma si riscatta nella terzultima e nella penultima tappa, in cui, oltre a cogliere una vittoria di tappa, corre in maniera eccellente attaccando Steven Kruijswijk e Esteban Chaves.

Esteban Chaves (Orica GreenEDGE): 8 – Il secondo posto al Giro d’Italia è il suo miglior risultato in una corsa a tappe dalla durata di tre settimane. Nelle prime due settimane è in forma, riesce a cogliere anche il successo di tappa a Corvara ma prevedibilmente cala nelle ultime giornate: riesce a conquistare la Maglia Rosa dopo la terzultima frazione, ma il giorno dopo è costretto a perderla a causa dell’attacco di Nibali. Ottimo, comunque, il Giro corso dal colombiano, che in futuro potrebbe essere uno dei migliori corridori nelle corse a tappe.

Alejandro Valverde (Movistar): 7 – Alla sua prima partecipazione alla Corsa Rosa, viene dato come principale favorito ma coglie solo il terzo posto nella classifica generale. Dallo spagnolo, forse, ci si attendeva di più, oltre anche alla vittoria della tappa con arrivo ad Andalo. Ha dimostrato di patire l’alta quota, ma ha lottato fino alla fine per cercare di mettere in difficoltà i propri avversari. Dopotutto era una delle poche certezze di questo Giro.

Steven Kruijswijk (Lotto NL-Jumbo): 8 – Si dimostra il più forte in salita, conquista la Maglia Rosa riuscendo a staccare i rivali di diversi minuti. Ma l’olandese paga forse la sua unica distrazione: nella discesa dal Colle dell’Agnello, il contatto con la neve lo fa cadere. Perde diversi minuti e il primato, oltre a rimediare una micro-frattura di una costola e diverse contusioni. Nella penultima tappa è comunque al via, con l’obiettivo di difendere il podio: a causa delle precarie condizioni fisiche, termina la Corsa Rosa al quarto posto. Resta comunque il rammarico: cosa ne sarebbe stato del Giro d’Italia 2016 se Kruijswijk non fosse caduto?

Rafal Majka (Tinkoff): 6 – Il polacco si vede poco: al momento di essere decisivo, è tra gli assenti ingiustificati. Il quinto posto nella classifica generale è merito della sua costanza e della sua determinazione nelle tappe più impegnative, in cui poteva sicuramente far meglio.

Bob Jungels (Etixx-QuickStep): 7 – Conquista la Maglia Bianca, dopo aver corso un discreto Giro d’Italia concluso al sesto posto nella classifica generale. Il lussemburghese, dimostratosi ottimo passista, è il futuro delle corse a tappe: dovrà migliorare nelle tappe di montagna, in cui non sempre è riuscito a tenere il passo dei migliori. Ma per quest’anno va benissimo così.

Rigoberto Uran (Cannondale): 5 – Il colombiano non si conferma tra i protagonisti di questo Giro, non riuscendo a tenere il passo dei migliori nelle tappe più impegnative. Si mette in luce nella penultima tappa, ma ciò non basta a riscattare le sue prestazioni nella Corsa Rosa: conclude al settimo posto della classifica generale.

Andrey Amador (Movistar): 6 – Veste la Maglia Rosa per un solo giorno e, dopo il quarto posto dello scorso anno, conclude in ottava piazza in classifica generale. Il miglior uomo a disposizione di Alejandro Valverde, nonostante le lacune nelle tappe alpine, riesce a tenersi a galla sfruttando anche le abilità di discesista.

Domenico Pozzovivo (AG2R): 4 – Il lucano è tra gli assenti ingiustificati di questo Giro d’Italia: è stato praticamente sempre in difficoltà nelle tappe di montagne, non riuscendo a tenere il passo dei migliori. Quest’anno nettamente insufficiente, considerando le aspettative che lo volevano anche a giocarsi il podio.

Ilnur Zakarin (Katusha): 6 – Il russo paga una brutta caduta dalla discesa del Colle dell’Agnello, in cui ha rimediato la frattura della clavicola. Dopo due buone settimane, poteva anche arrivare a giocarsi il podio nella penultima tappa. Spesso è stato tra i pochi a infiammare la corsa, ma per il futuro resta comunque un’incognita, non sapendo la sua reale rendita sulle tre settimane.

Sergey Firsanov (Gazprom-Rusvelo): 4 – Doveva essere l’uomo di classifica della sua squadra. Ma qualcosa evidentemente è andato storto: non è praticamente mai riuscito a tenere il passo dei migliori in salita. Nettamente insufficiente.

Michele Scarponi (Astana): 8 – Gregario di lusso che svolge bene il suo compito, permettendo a Nibali di vincere il suo secondo Giro d’Italia. E il merito è soprattutto anche suo. Si prende la soddisfazione di conquistare la Cima Coppi di questa edizione della Corsa Rosa, passando per primo al GPM del Colle dell’Agnello.

Jakob Fuglsang (Astana): 5,5 – In casa Astana è stato il danese l’uomo più deludente. Seppur gregario di lusso, mirava sicuramente a entrare nei primi dieci della classifica generale. La condizione fisica non lo assiste e spesso non può dare una mano al suo capitano.

Tanel Kangert (Astana): 6,5 – L’estone si dimostra di fondamentale importanza per Nibali. Più che sufficiente il suo apporto, essendo sempre a disposizione del suo capitano.

Mikel Landa (Team Sky): sv – Alla vigilia era dato tra i favoriti per la vittoria finale. Nella prima settimana di corsa si disimpegna bene e nella cronometro del Chianti è autore di una buonissima prestazione. Dopo il secondo giorno di riposo, che apriva la seconda settimana di corsa, è costretto ad abbandonare la compagnia a causa di problemi intestinali. Non valutabile il basco, proprio perchè non è riuscito a prendere parte alle tappe alpine.

Mikel Nieve (Team Sky): 8 – Conquista la Maglia Azzurra: è il vincitore della speciale classifica dedicata ai GPM. Dopo il ritiro del suo capitano Landa, ha carta bianca per le tappe di montagna: vince a Cividale del Friuli e si è spesso messo in mostra quando la strada ha iniziato a salire. Riscatta la delusione all’interno del Team Sky per il ritiro del capitano Landa.

Damiano Cunego (Nippo-Vini Fantini): 5,5 – Veste la Maglia Azzurra per gran parte delle tre settimane, ma non riesce a difenderla nelle ultime tappe di montagna. Doveva fare di più, l’obiettivo era alla portata.

Gianluca Brambilla (Etixx-QuickStep): 7 – Corridore esemplare e ottimo gregario. Pregevole l’azione della tappa di Arezzo, che gli permette di conquistare il primato in classifica generale, che riesce a difendere nella cronometro del Chianti del giorno successivo. Perde con onore la Maglia Rosa nella tappa di Sestola, quando si mette a disposizione del proprio capitano Bob Jungels per permettere al lussemburghese di rimanere con i migliori.

Giacomo Nizzolo (Trek-Segafredo): 7 – Per il secondo anno consecutivo conquista la Maglia Rossa, simbolo del primato nella classifica a punti. Non conquista nessuna vittoria di tappa (venendo anche declassato dopo essersi imposto nella passerella finale di Torino), ma viene premiata la sua costanza nei vari piazzamenti. Per l’anno prossimo, questa “maledizione” è assolutamente da spezzare.

Sacha Modolo (Lampre-Merida): 5 – Solo qualche piazzamento, il capitano della Lampre-Merida poteva e doveva far meglio nelle volate di gruppo, in cui non è stato praticamente mai protagonista.

Arnaud Démare (FDJ): 4 – Dopo la vittoria della Milano-Sanremo, arriva al Giro con l’ambizione di vincere qualche tappa. Il problema è che, a parte qualche piazzamento, non è mai riuscito a incidere. Assolutamente insufficiente.

André Greipel (Lotto Soudal): 6 – Voto 8 per le tre volate vinte con ampio merito, voto 4 per il suo discutibile ritiro. La sua “media voto” è quindi 6: abbandonare il Giro per preparare il Tour de France senza affrontare le difficoltà altimetriche della Corsa Rosa è una caduta di stile.

Marcel Kittel (Etixx-QuickStep): 8 – In terra olandese si dimostra il più forte nelle volate di gruppo, al rientro in Italia invece non riesce mai a prendere parte alle volate a causa di vari problemi. Chissà allora se Greipel ne avrebbe vinte tre di tappe allora…

Diego Ulissi (Lampre-Merida): 8 – Vincitore di due tappe, a Praia a Mare e ad Asolo, è stato attivissimo nelle tre settimane di corsa. Addirittura è stato in corsa per aggiudicarsi la Maglia Rossa, simbolo del primato della classifica a punti. Spesso in avanscoperta, deve migliorare in salita. Per le prossime edizioni della Corsa Rosa si candida a essere ancora tra i protagonisti.

Matteo Trentin (Etixx-QuickStep): 7 – Giro esemplare quello corso dal corridore della Etixx-QuickStep. Gregario esemplare, è lui il pilota di Kittel nelle volate ed è sempre lui l’artefice della conquista della Maglia Rosa da parte di Brambilla, poichè senza il suo lavoro il gruppo non sarebbe stato distanziato così. Riesce a centrare la vittoria di tappa a Pinerolo, concretizzando un attacco da lontano.

Tom Domoulin (Giant-Alpecin): 5,5 – Dopo la scorsa Vuelta, arrivava al Giro d’Italia con ambizioni di classifica. Vincitore della cronometro di Apeldoorn, è stato la prima Maglia Rosa e, nonostante una squadra che non lo supporti a pieno, riesce a disimpegnarsi bene per gran parte della prima settimana, fino all’Alpe di Poti, quando è andato alla deriva perdendo le ruote dei migliori. Ridimensionato, o meglio rimandato: il corridore olandese non si è dimostrato adatto a correre una corsa a tappe di tre settimane con l’intento di curare la classifica generale e, in futuro, sarà chiamato al riscatto.

Davide Formolo (Cannondale): 4 – Ambiva alla Maglia Bianca e doveva essere la rivelazione del Giro d’Italia 2016, ma non è stato mai capace di tenere le ruote dei migliori quando la strada iniziava a salire. Può essere il futuro del ciclismo italiano, ma è ancora tutto da dimostrare sulla strada.

Ciro Brancone
Ciro Brancone
Apprezza ogni tipo di sport, anche se il suo vero amore è il calcio, di cui è appassionato. Tifa Milan ed è un fantacalcista convinto, cercando sempre di trovare il bicchiere mezzo pieno.

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