Tennis, ATP Masters 1000 Miami: promossi e bocciati

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Cala il sipario sull’ATP Masters 1000 di Miami. Sui campi in cemento di Key Biscayne trionfo annunciato di Novak Djokovic, intenzionato a sfidare (e battere) numeri e record piuttosto che avversari in carne e ossa. Analizziamo insieme i promossi e i bocciati di questo secondo appuntamento stagionale fra i Masters 1000.

Djokovic voto 8,5: Il secchione della classe è sempre lui. Sudatissimo, stanco, apparentemente in riserva per gran parte del torneo. Il risultato è vittoria finale senza lasciare per strada nemmeno un set. Record di successi a Miami (6 come Agassi), record di vittorie nei Masters 1000 (28), record di doppiette Indian wells-Miami consecutive (3). Non è la versione migliore di Nole e questo è un grosso problema… per gli altri. Record-man

Nishikori voto 8: il Ferrer 2.0 corretto e aggiornato disputa un signor torneo, centrando la sua seconda finale in un Masters 1000. Alzare la coppa al cielo se di fronte hai un alieno è impensabile, ma il tenace giapponese dimostra ancora una volta che, escluso il serbo, è in grado dare fastidio a chiunque. Zanzara

Kyrgios voto 7,5: Alunno perennemente da 7 in condotta. Per una volta lascia a casa maleducazione e parolacce, si concentra solamente su palline e racchette e ne viene fuori un gran bel tennis. Aggressivo, spavaldo e sicuro di sé, centra la sua prima semifinale in carriera fra i tornei più prestigiosi, deludendo in parte solamente contro Nishikori. Consigliamo un corso perenne di galateo e Tai Chi e il 21enne australiano è pronto a stare in pianta stabile nelle primissime posizioni del ranking ATP. Bad boy

Goffin voto 7: Probabilmente il tennista (insieme a Thiem) che ha avuto la crescita esponenziale più alta nell’ultimo biennio. Impegna severamente Djokovic nei quarti e si candida a un ruolo da protagonista per il tour su terra rossa che sta per iniziare. Terra promessa

Thiem voto 6.5 : Altra conferma dopo Indian Wells per questo giovinotto sempre più a suo agio nei tornei che contano. Mezzo voto in meno per aver sperperato la bellezza di 14 palle break contro il dominatore serbo negli ottavi di finale. Difficile che potesse batterlo, ma rendere più dura la vita a Nole era sicuramente alla portata del giovane austriaco. Ottimista

Nadal voto 5.5: Erano 443 partite che Rafa non si ritirava dal campo dopo aver cominciato una partita (Australian Open 2010). Un crollo fisico improvviso causato dalle condizioni climatiche estreme ci può anche stare. Il problema è che se comincia a venir meno anche fisico e atletismo (suoi marchi di fabbrica) oltre a un tennis sempre meno profondo, allora siamo messi maluccio… Ultimo tango a Parigi

Berdych voto 5.5: Copiare e incollare quanto detto per Indian Wells. In soldoni il Berdych di sempre. Ottimo tennista, parecchie frecce nel suo arco da poter scagliare nel corso di qualunque match, pochi punti deboli, ma il salto di qualità quando conta davvero non c’è mai stato. Vogliamo essere cattivi? si… non ci sarà mai. Triste.

Murray voto 5: Disastroso a Indian Wells, sciagurato anche a Miami regalando gloria al terzo turno a un incredulo Dimitrov. Il problema è tutto nella testa, e la scusa del novello papà non regge affatto. Consiglio: citofonare a casa Lendl e obbligarlo con qualunque mezzo a rientrare nella sua scuderia. Ivan aiutalo

Wawrinka voto 4.5: Esce subito per mano di Kuznetsov (n.45). Ultimamente lo svizzero va in accoppiata col collega Murray per via delle prestazioni deludenti. Il Wawrinka incubo di Djokovic al Roland Garros 2015 è solo un lontano ricordo. Sbiadito.

Federer voto s.v.: Il ginocchio fa ancora male, tornerà a Montecarlo. Contrordine a Miami ci sarà. Fermi tutti, torna in Svizzera causa influenza. Confusione.

Andrea Di Benedetto
Andrea Di Benedetto
Nato nel 1980 a Bologna, vive e lavora a Pescara. Cresciuto con il credo sportivo per Ivan Lendl, Larry Bird e Johan Cruyff, da sempre appassionato di sport, viaggi e pastori tedeschi.

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