Il mondo del calcio si mobilita per lo Sporting Locri

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In questi giorni lo Sporting Locri, squadra calabrese di calcio a 5 femminile, è salito agli onori della cronaca non per i suoi successi sportivi ma per una lunga vicenda di minacce e tensioni. Cerchiamo di ricostruire tutta la storia per capirne gli ultimi sviluppi.

Lo Sporting Locri è una squadra reduce da diverse stagioni molto positive grazie alle quali è stato promosso nel girone B della Serie A Elite insieme alle 15 squadre più forti d’Italia. La rosa della squadra è formata da 15 calciatrici di età compresa fra 15 e 31 anni ed ha la sua punta di diamante nella spagnola Lioba Bazan, acquistata in estate dal Sala Zaragoza che dopo 10 partite di Serie A Elite ha già segnato 15 gol.

A qualcuno però questo dà fastidio e il 7 dicembre viene messo sul parabrezza dell’auto del presidente Ferdinando Armeni un foglio bianco con su scritto: “Devi chiudere lo Sporting Locri“.
All’inizio Armeni pensa allo scherzo ma arrivano in rapida sequenza altri tre bigliettini sempre lasciate sul parabrezza dell’auto e sempre con la stessa richiesta. Il 12 dicembre viene minacciato anche il vicepresidente della squadra Giovanni Primerano.
Due giorni prima di Natale un nuovo bigliettino ma questa volta il testo è molto diverso: “Forse non l’hai ancora capito che devi chiudere lo Sporting Locri se non vuoi avere danni. Resterai a terra come queste ruote…chi si siede qui solitamente?”. L’obiettivo cambia, non è più Armeni ma il suo figlio di tre anni che siede sempre su quel posto in auto.
Dopo questo biglietto Armeni accusa il colpo e decide di voler chiudere lo Sporting Locri con parole al veleno: “Non riusciamo a capire quali interessi ci possano essere da parte di chi vuole ostacolare un’attività sportiva. Sono sciacalli dementi che hanno rovinato tutto. Ora se ne va un pezzo di me per sempre, ma questa vicenda fa male a Locri e a tutta la Calabria. Mi chiedo: una volta che ti attaccano così perché andare avanti?”

A questo punto il mondo del calcio si accorge che in Calabria sta succedendo qualcosa di strano e si mobilita. Prima interviene il presidente della FIGC Carlo Tavecchio: “Vergogna, porteremo a Locri le azzurre del calcio a cinque per testimoniare la nostra solidarietà. Il calcio italiano è unito contro la violenza e contro la vergogna di chi attraverso la minaccia non vuole si faccia sport. Esprimo massima solidarietà allo Sporting Locri, ai suoi dirigenti e alle sue tesserate, la Figc è al loro fianco. Andremo in Calabria affinché nel meridione d’Italia non si spenga una bella realtà di sport in rosa.” Subito dopo lo segue il Presidente del Coni Giovanni Malagò: ‘‘Locri deve giocare. Il 10 gennaio voglio vedere le ragazze in campo (lo Sporting Locri dovrebbe giocare in casa contro la Lazio, NdR). Lo sport italiano è al fianco della società Sporting Locri, dei suoi dirigenti, dei tecnici e soprattutto delle atlete che non devono assolutamente cedere a questi vergognosi gesti, intollerabili in un Paese civile. Sono a disposizione per qualsiasi iniziativa necessaria a far tornare le ragazze in campo”.

Anche le ragazze del calcio femminile sono scese in campo per difendere lo Sporting Locri come dimostrano le parole di Patrizia Panico, capitano della nazionale femminile: “Ho soltanto ascoltato e letto quello che è successo e posso semplicemente dire che si tratta di un fatto sconcertante. E’ una cosa gravissima e che desta preoccupazione. Questo vale per tutta la società civile, ma diventa ancora più sconcertanti perché viene investito un settore che sembrava lontano dal viverle certe dinamiche. La migliore risposta a simili nefandezze è quella di non mollare e oltre che essere dispiaciuta per quanto successo penso anche alle mie colleghe che escono ancora più penalizzate da questa vicenda, non potendo più fare affidamento sul campionato e sui rimborsi. Io direi loro di non ritirarsi, ma di giocare semmai in altre città, dove troverebbero accoglienza e tifo. A parte questo, mi piacerebbe che la giustizia svolgesse il suo ruolo, perché tutte queste piccole attività non si possono lasciare alla gestione individuale che poi deve confrontarsi con la criminalità organizzata. Lo Stato deve intervenire”.

Il prefetto di Reggio Calabria Claudio Sammartino ha fatto sapere che saranno prese “adeguate misure di protezione” nei confronti dei dirigenti della squadra (probabilmente verranno scortati) ma Armeni ha deciso di non retrocedere dalla sua idea iniziale, come testimoniano oggi le sue parole in diretta a RaiNews24: “Ringrazio tutti per la vicinanza, ma la serenità non c’era prima e non c’è ora per cui non torno indietro. Se qualcuno è disposto a rilevare la società la cedo gratis.”

Il sito ZON.IT ha intervistato la squadra: queste le parole del tecnico spagnolo Willy Lapuente: “C’è poco da dire, le ragazze e io vogliamo andare avanti e giocare contro la Lazio il 10 Gennaio. Siamo contenti che tutta l’Italia sia con noi. Adesso tocca alla società decidere cosa fare. Noi, io e le mie ragazze vogliamo finire la stagione.”

Queste invece le parole dell’estremo difensore calabrese Alessia Modestia:“Stiamo vivendo una situazione surreale. Siamo rimaste sicuramente spiazzate dalla decisione di chiudere la squadra. Se hanno però deciso così, noi non possiamo che rispettare questa scelta e ringraziarli di vero cuore per ciò che in questi anni hanno fatto per noi e per l’intera realtà locrese. Per noi non finire il campionato vorrebbe dire buttare all’aria mesi di duro lavoro e di sacrifici. Ognuno di noi ha dato tanto per questa causa, ognuno di noi sa dove questa squadra può arrivare, e di certo non vuole arrendersi proprio ora. Non vogliamo dare modo a 4 “balordi” di impedirci di vivere il nostro sogno. Spero vivamente che si riesca a trovare al più presto una soluzione per continuare, noi il 10 vogliamo scendere in campo, siamo tutte unite nell’intento di non mollare. Forza Sporting Locri!”

Per ora lo Sporting Locri non si è ancora ufficialmente ritirato: il suo nome compare sul calendario e la prossima partita ufficiale è tuttora in programma. Vediamo cosa succederà, anche se i presupposti non sembrano i migliori.

Stefano Pellone
Stefano Pellone
Parte-nopeo e parte bolognese, ha collaborato a vari progetti editoriali e sul web (Elisir, Intellego, Melodicamente). Ha riscoperto il piacere del calcio guardando quello femminile.

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