Raul dice basta

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Dopo oltre vent’anni di carriera, Raul Gonzales Blanco o più semplicemente Raul dice stop. A trentotto anni suonati, lo storico centravanti spagnolo ex Real Madrid e della Spagna chiude con il calcio. A partire dal prossimo novembre quando si concluderà la stagione della NASL terminerà la sua avventura con gli americani del New York Cosmos. Una carriera memorabile quella con le Merengues che lo ha reso il più grande attaccante della storia spagnola, in 16 anni con la maglia dei Blancos ha vinto tutto, aumentando il bottino poi in Germania, Qatar e Usa: 6 Liga, 3 Champions League, 2 Coppe Intercontinentali, 1 Supercoppa europea e 6 spagnole, 1 Coppa di Germania e una Supercoppa, 1 Campionato qatariota e 1 Coppa Nazionale.

Ad annunciarlo è stato proprio lo stesso attaccante, che soltanto lo scorso dicembre aveva firmato un contratto annuale con la società americana. Dopo aver vinto tutto il possibile in sedici meravigliosi anni di Real Madrid, Raul si era trasferito in Germania allo Schalke 04 con cui arrivò sino alla semifinale di Champions nel 2011-12, persa poi contro il Manchester United. Anche in Germania riesce ad imporsi conquistando trofei e indossando la fascia di capitano della squadra tedesca. Successivamente ha provato l’esperienza in Qatar con la maglia dell’Al Sadd ed infine appunto nei Cosmos in USA.

Raul è stato l’ anti-divo per eccellenza, un tipo lontanissimo dal calcio patinato di oggi. La sua faccia pulita, la sua professionalità, il suo modo di interpretare il calcio con sacrificio e concretezza forse gli hanno precluso alcuni traguardi personali che avrebbe meritato. Un professionista serio e leale, leader e gregario allo stesso tempo, riservato e composto è stato glorioso capitano negli anni d’oro del Real. Superato da poco da Cristiano Ronaldo (suo erede a Madrid), è stato con 71 reti il miglior marcatore nella storia delle coppe europee. Per lui ad oggi 402 gol in 937 partite nei club e 44 reti in 120 gare nella Spagna.

Con il numero sette sulle spalle per tutta la carriera a caratterizzarlo, lascia il campo un grande attaccante che nonostante abbia vinto tutto a livello di club non è stato fortunato in nazionale. La sua generazione purtroppo non è stata all’altezza di quella che pochi anni dopo ha vinto tutto con la maglia della Roja.

Per lui in futuro probabilmente un ruolo nella dirigenza madrilena, un ambasciatore del calcio, una icona da fare conoscere alle nuove generazioni che sempre di più necessitano di esempi positivi a cui ispirarsi .

Francesco Filippetto
Francesco Filippetto
Nato nel 1977, da allora si nutre di calcio: una passione che pratica e insegna a Treviso nei settori giovanili. Ama i giovani talenti e il lato romantico di questo sport.

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