Europa League – Più di un brivido per la Lazio ma il Saint-Étienne è comunque piegato: all’Olimpico finisce 3-2

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La Lazio coglie un successo importantissimo nella seconda giornata di Europa League contro un cliente che definire scorbutico non rende l’idea. Il Saint-Étienne di scena all’Olimpico si deve inchinare ai biancocelesti ma ritorna in Francia consapevole dei propri mezzi e, soprattutto, del proprio – enorme – cuore. Pioli la spunta nel risultato ma, probabilmente, il tecnico che esce dal match più fiero della prestazione dei suoi è Galtier.

La partita inizia a ritmi lenti e le due squadre non hanno quasi ancora capito come attuare al meglio i copioni previsti dai due tecnici che i francesi sono già in vantaggio: la Lazio pasticcia su un corner apparentemente tranquillo e Sall, più o meno indisturbato, segna di addome uscendo dai blocchi a fari spenti (male nell’occasione Berisha, più simile a un passante occasionale che non a un portiere).
I capitolini rispondono subito dopo con un colpo di testa magistrale di Hoedt su un bel cross di Biglia ma Ruffier risponde presente in maniera straordinaria, evitando un gol praticamente già fatto respingendo con un colpo di polso eccezionale un pallone che era già sulla linea di porta. Quasi al quarto d’ora, i padroni di casa dimostrano di avere un serio problema con le palle inattive perché il Saint-Étienne coglie una traversa su un altro calcio d’angolo sul quale i biancocelesti pasticciano di nuovo evitando però un colpo del ko piuttosto prematuro.
Dopo qualche (timido, per la verità) tentativo di rientrare in partita, la Lazio pareggia grazie alla prima azione davvero ben costruita della sua partita: Onazi lancia in profondità Felipe Anderson che affonda in area avversaria e scodella in mezzo; dopo una strana carambola è lo stesso centrocampista nigeriano a raccogliere la sfera e a colpire sul primo palo difeso da Ruffier. Il ritmo si abbassa leggermente e alla mezz’ora accade l’episodio che cambia la gara: Berić prende posizione per ricevere un pallone alto rifilando involontariamente una gomitata a Maurício. L’arbitro giudica l’azione dello sloveno intenzionale ed estrae subito il rosso, costringendo alla doccia anticipata un incredulo Berić il quale, come in trance, continua a ripetere meccanicamente di non aver fatto apposta (e con tutta probabilità ha anche ragione).
La Lazio sembra prendere coraggio ma, nonostante l’inferiorità numerica, il Saint-Étienne rimane combattivo e crea una buona opportunità che Hamouma non coglie; i romani creano un vero pericolo a Ruffier solo a pochi secondi dall’intervallo, con Mauri che – imbeccato splendidamente da Biglia – manda alto non di molto: è la sigla finale sul primo tempo, che finisce subito dopo.

Al rientro dagli spogliatoi dopo il proverbiale tè caldo, come nella prima frazione, non c’è quasi il tempo di rientrare nel clima partita che stavolta è la Lazio a colpire: su un corner di Biglia Ruffier esce goffamente travolgendo diversi giocatori, Hoedt rimane così smarcato e, da mancino puro qual è, opta per uno strano colpo d’esterno in torsione per deviare il pallone in porta. Il difensore olandese ha successo ed ecco il 2-1 per i capitolini, in vantaggio sia per il computo delle reti sia per quello degli uomini in campo.
Paradossalmente, nonostante si trovi nella condizione ideale per gestire con serenità la partita, la Lazio abbassa notevolmente i giri del proprio motore, consentendo ai Verdi di rialzare la testa e di rendersi pericolosi col subentrato Bahebeck, disinnescato solo da Berisha dopo una buona discesa palla al piede attorno al minuto 70. Passano pochi altri giri di lancette e, mentre sta soffrendo esageratamente la pressione dei francesi, la Lazio tira finalmente un sospiro di sollievo quando Sall rimedia il secondo giallo ed esce dal campo lasciando i compagni in nove e con la necessità di non smettere di attaccare. Gli spazi crescono inevitabilmente e all’80’ Biglia sembra chiudere la pratica con un tiro che, grazie a una deviazione di Polomat, spiazza completamente Ruffier (comunque uscito dai pali precedentemente per provare a intercettare il cross di Keita che arriva sui piedi dell’argentino).
Quando tutto sembra poter terminare nella più assoluta tranquillità per i biancocelesti, Monnet-Paquet tiene in vita i compagni inventandosi un gol meraviglioso, arrivato raccogliendo un lancio lungo apparentemente senza pretese; il giocatore francese ha la meglio nel contrasto aereo su Basta e con un fantastico pallonetto uccella un Berisha che stava tentando di chiudergli lo specchio uscendo. Il commovente Saint-Étienne, nonostante la doppia inferiorità numerica, dimostra così di essere ancora vivo e, anzi, spaventa notevolmente Pioli con un colpo di testa di Pajot che si spegne poco a lato rispetto al palo difeso dal portiere albanese. I padroni di casa paiono riaversi nel recupero, riprendendo il comando delle operazioni ma mancando il 4-2 con Matri, che si vede murare da Ruffier un tentativo quasi a botta sicura su imbeccata di Felipe Anderson. A pochi secondi dal fischio finale è Dušan Basta a prendersi le ultime luci del palco con una conclusione mostruosa neutralizzata, per l’ennesima volta, da un Ruffier attento anche sulla sirena finale.

LAZIO-SAINT-ÉTIENNE 3-2 (1-1)

Lazio (4-2-3-1): Berisha 5; Basta 6, Maurício 5.5 (dal 46′ Gentiletti 6), Hoedt 7, Radu 6; Biglia 7.5, Onazi (74′ Cataldi sv); Felipe Anderson 6.5, Milinković-Savić 6, Keita 6; Mauri 5.5 (dal 64′ Matri 5.5).
A disposizione: Marchetti, Konko, Cataldi, Morrison, Kishna.
Allenatore: Pioli.

Saint-Étienne (4-3-3): Ruffier 6.5; Clerc 5.5, Sall 6, Perrin 7, Polomat 6; Corgnet 6 (dal 63′ Diomandé 5.5), Pajot 5.5, Lemoine 6; Hamouma 6.5 (dal 64′ Bahebeck 6), Berić 5, Roux 4.5 (dal 74′ Monnet-Paquet 7).
A disposizione: Moulin, Malcuit, Eysseric, Maupay.
Allenatore: Galtier.

Arbitro: Halis Özkahya (Tur).

Marcatori: 6′ Sall (SÉ), 23′ Onazi (L), 49′ Hoedt (L), 80′ Biglia (L), 84′ Monnet-Paquet (SÉ).

Note – Ammoniti: Onazi (L), Sall (SÉ). Espulsi: 33′ Berić (SÉ) per gioco violento, 76′ Sall (SÉ) per doppia ammonizione.

Giorgio Crico
Giorgio Crico
Laureato in Lettere, classe '88. Suona il basso, ascolta rock, scrive ed è innamorato dei contropiedi fulminanti, di Johan Cruyff, della Verità e dello humour inglese. Milanese DOC, fuma tantissimo.

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