Lippi: “Mi sono rivisto in Allegri, ha saputo calarsi bene nella realtà juventina”

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L’ex ct della Nazionale Italiana Marcello Lippi è stato intervistato da Radio Anch’io Sport, come riportato dalla Gazzetta dello Sport. L’allenatore viareggino ha parlato di Juve, soffermandosi per prima cosa sul suo tecnico Allegri: “Mi sono rivisto abbastanza frequentemente in lui. Alla stessa età siamo arrivati in una grande squadra e al primo colpo abbiamo vinto lo scudetto. Abbiamo partecipato a tutti i campionati, come giocatori prima e allenatori poi, la famosa gavetta. Abbiamo immagazzinato e al momento opportuno lo abbiamo tradotto in campo. Mi piace poi tantissimo la saggezza con cui si è immerso in questa fantastica stagione. Non ha toccato nulla di quello che funzionava benissimo e poi piano piano ha fatto capire ai giocatori che si poteva aggiungere qualcosa e ora questa squadra può cambiare modo di giocare nella stessa partita che a livello internazionale è un grande vantaggio”.

Il discorso si sposta, inevitabilmente, sul ritorno della semifinale di Champions contro il Real: “Non è un’annata felicissima per il Real e la finale è l’ultima cosa che possono regalare ai tifosi. Ma nella Juve ci sono giocatori che di esperienza internazionale ne hanno tanta. Ci saranno dei momenti difficilissimi davanti a 90 mila persone a cui è rimasto un solo obiettivo per salvare la stagione ma la Juve ha le caratteristiche per far male. Pogba? È sempre meglio che i giocatori di classe e di qualità stiano in campo, sono importanti anche se fanno 70 minuti. Buffon potrà essere determinante e secondo me potrà essere la serata di un centrocampista, magari Vidal”.

Lippi analizza poi la situazione generale del campionato italiano: “Il campionato è migliorato ma è troppo facile per la Juve vincere. C’è da augurarsi che ci sia una squadra che possa competere con la Juve non per 3-4 mesi ma per tutto l’anno. E poi non riesco a capire una cosa: tutti i giocatori sperano di diventare calciatori importanti, arrivare in una grande squadra e giocare in Europa. Poi si arriva alle coppe e gli allenatori cominciano a cambiare 8, 9, 10 giocatori. Perché? Va bene avvicendare qualche giocatore ma qual è il problema se un calciatore fa 2-3 partite in più che sono poi quelle che ha sempre sognato di giocare? Se cambi tanti giocatori, la squadra perde la sua competitività”.

Simone Galli
Simone Galli
Empolese e orgoglioso di esserlo, ha cominciato ad amare il calcio incantato dal mito di Van Basten. Amante dei viaggi, giocatore ed ex insegnante di tennis, attualmente collabora con pianetaempoli.it.

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