Montella mangia (e mangerà) il “Pandurii”. E Petković?

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Passateci la battuta, scontata è vero, ma che calza a pennello dopo gli ultimi turni di campionato e le gare di Europa League di Fiorentina e Lazio. Dopo circa un terzo della stagione, è presto per fare bilanci, ma si può già riflettere sullo stato di forma di queste due società.

Due squadre, per molti versi, costruite con un’idea e obiettivi comuni, ma che stanno vivendo destini diversi. Messe su non certo per vincere lo Scudetto, ma per dar fastidio alle grandi, magari per inserirsi nella corsa per un posto in Champions e per arrivare in fondo in Europa League. Ebbene, anche se è prematuro fare i conti, c’è abbastanza carne al fuoco da permetterci le prime parziali analisi.

La Fiorentina viaggia spedita sia in campionato che in coppa: è sesta a un solo punto dall’Inter e dal sorprendente Verona e si è tolta delle soddisfazioni non da poco, come battere l’acerrima nemica Juventus davanti al pubblico amico del Franchi, o espugnare il San Siro rossonero. Le uniche due sconfitte della stagione, preliminari di EL a parte, sono arrivate a Milano contro l’Inter e in casa contro il Napoli, entrambe per 2-1 e in entrambi i casi senza demeritare. In Europa League addirittura ha fatto meglio, vincendo quattro volte in altrettante partite, e la vittoria di ieri sul campo del Pandurii ha consegnato ai viola la qualificazione matematica ai sedicesimi di finale con due turni d’anticipo. Finalmente una squadra italiana che si fa valere anche in Europa.

Montella è riuscito a dare un’impronta solida a una squadra che ha cambiato completamente l’attacco rispetto alla passata stagione. Ma ciò che più ha stupito è stata la capacità dell’ex Aeroplanino di rimboccarsi le maniche dopo il k.o. di Gómez e di inventarsi nuove soluzioni offensive. Sfruttando al meglio anche un Giuseppe Rossi in stato di grazia, questo va detto, e l’esuberanza del giovane brasiliano Ryder Matos. La sosta e il recupero di Mario Gómez, inoltre, lasciano intendere che il futuro potrebbe rivelarsi ancora più roseo per Montella e i suoi ragazzi.

L’altra faccia della medaglia è rappresentata dalla Lazio, che va avanti in maniera altalenante in campionato e ha 7 punti in meno rispetto alla scorsa stagione. Lo 0-2 contro il Genoa ha reso traballante la panchina di Petković e una nuova sconfitta domenica a Parma potrebbe risultare fatale. A parziale difesa del tecnico bosniaco ci sono tre attenuanti: gli infortuni, soprattutto nel pacchetto arretrato, che hanno caratterizzato pesantemente il rendimento della squadra; un Hernanes lontano parente rispetto a quello di un anno fa, sia dal punto di vista della creazione di gioco, che dell’assistenza alle punte; infine, un Klose a mezzo servizio, in termini di infortuni e di gol, e un attacco che paga gli errori estivi di una società che non ha voluto dare all’allenatore una vera punta in grado di sostituire il tedesco.

Intanto, però, c’è l’Europa League e i tre punti di ieri contro l’Apollon Limassol, oltre a essere fondamentali in chiave qualificazione, danno una bella boccata d’ossigeno a tutto l’ambiente. Ora la testa è tutta per il campionato, che presenta alla Lazio una doppia trasferta: a Parma domenica, a Genova contro la Samp dopo la sosta. Poi sarà ancora EL, con l’impegno sul campo del Legia Varsavia. Gli esami non finiscono mai. Novembre ci dirà se anche Petković, come Montella, passerà il Natale con una bella panchina calda su cui sedersi.

 

Francesco Cucinotta
Francesco Cucinotta
Sardo di origini sicule, ama il calcio dalle “notti magiche” di Italia ’90. Laureato in Comunicazione con una tesi sulla lingua del calcio e pubblicista dal 2010. Per anni inviato al seguito del Cagliari Calcio per Radio Sintony.

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