La Libreria di MP: “La rivoluzione dei Tulipani” di Alec Cordolcini

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RivoluzioneTulipaniFin dall’impatto con la grafica di copertina si intuisce cosa ci cela nello spessore del volume: un curioso giro nella Dimensione Arancione, a bordo di un pallone. Se il titolo sembra ammiccare principalmente alla Stagione Oranje degli anni ’70, quando le geometrie tolemaiche del calcio vennero sconvolte dalle intuizioni copernicane di Johan Cruijff e Rinus Michels, il sottotitolo (“Storie e protagonisti di cento anni di calcio olandese”) traccia la più ampia rotta di un percorso letterario orbitante intorno alla terra d’Olanda. E alla fine della piacevole lettura, oltre a saperne di più su Crujff & Co., magari capiremo un po’ meglio lo spirito di un popolo, caratterizzato dalla coesistenza di individualismo e senso unitario (forse retaggio secolare del poter vivere sotto al livello del mare solo grazie all’immenso sforzo collettivo di costruire le dighe)

Scopriamo così, grazie ad Alec Cordolcini, che anche l’Olanda ha avuto in un’ epoca epica i padri costituenti del pallone, quelli che in Italia si chiamano Meazza, Piola o Valentino Mazzola, e che qui si chiamavano Bep Bakhuys, “l’Angelo di Pekalongan”, o Faas Wilkes, “la Monna Lisa di Rotterdam”, che qualche nonno potrà ricordare nell’Inter dei primi anni ‘50. Goleador implacabili o dribblomani immarcabili, tuttavia penalizzati nel volo della propria fama dal confinamento fiammingo, dovuto alla tardiva apertura al professionismo della federazione olandese.

Impareremo a conoscere le vicende dell’ Ajax di Amsterdam (gli “ajacidi”) e del Feyenoord di Rotterdam, rivali storiche, a tratti interrotte dal PSV di Eindhoven, squadra da sempre vista con una certa sufficienza per la sua derivazione aziendale. E non mancherà un rapido tratteggio impressionista, anche per squadre colorite di campagna, come i “superboeren” (supercontadini) di Doetinchem, cittadina nota per la squadra del De Graafschap ma forse più per i mercati di formaggio.

Terra di attaccanti l’Olanda, talvolta bomber di razza in patria ma non profeti fuori, come Wim Kieft, che transitò per Pisa e Torino più coi sandali del turista che con gli scarpini del bomber, e che risolse la semifinale degli Europei ’88. Oppure come Dennis Bergkamp, il caso più clamoroso: bidone all’Inter, eroe all’Arsenal, ma sicuramente giocatore dotato di una classe sopraffina. L’ultimo di questi casi, è quello del “cacciatore” Huntelaar.

Certo, poi ci sono i fenomeni assoluti, quelli dotati tanto di stazza quanto di classe e visione di gioco, come Marco Van Basten, che ovunque mise d’accordo tutti, tranne la sorte, che per lui riservò un iniquo ritiro precoce. O come Gullit, “cervo che esce di foresta”, colosso di classe e potenza, capace di centrare tanto le porte avversarie quanto l’attenzione dei media (e per questo motivo forse oggi perfino trascurato nei ricordi calcistici dei più).

Quella Orange è anche terra di allenatori importanti: da Rinus Michels, il Santone che insegnò al mondo il Calcio Totale (“Totaalvoetbal”)a Hiddink, a Van Gaal o allo stesso Van Basten. Spesso fautori di un gioco spettacolare, ma ancor più spesso frenati dalla scarsa attitudine a gestire spogliatoi perennemente divisi in clan: Ajax vs. Feyenoord, vecchi contro giovani e talvolta perfino bianchi contro neri.

Ma la tappa saliente di questo turismo calcistico resta ovviamente la “visita” all’Olanda Anni ’70 di Cruijff, Van Hagenem, Krol, Neskeens, Rep e Resembrick e al Museo delle Finali Perse: quella ormai inattesa del ’74 contro la Germania – dopo aver incantato il mondo intero come forse prima capitò solo alla “squadra d’oro” dell’Ungheria e al Grande Torino – e quella segnata del ’78, contro l’Argentina di Passarella (e dei generali). Se vi eravate riproposti prima o poi di conoscere i protagonisti arancioni di quella Rivoluzione, oggi diventata quasi un marchio storico di quel periodo e anche di una certa atmosfera propria di quegli anni, questa è l’occasione giusta. E se alla fine vi resterà quella simpatia che si riserva agli sconfitti meritevoli, almeno potrete consolarvi, leggendo anche il racconto della vittoria agli Europei dell’ 88, targata sempre Michels, ma firmata da Gullit e Van Basten.

(Se al ritorno dal viaggio letterario vi rimarrà un retrogusto d’ Olanda, potrete sempre ricevere le cartoline dal campionato di Eredivisie di Giorgio Crico, su Mondo Pallone )

“La rivoluzione dei tulipani. Storie e protagonisti di cento anni di calcio olandese” di Alec Cordolcini, Bradipolibri Edizioni.

Paolo Chichierchia
Paolo Chichierchia
Nasce nel 1972 a Roma, dove vive, lavora e tifa Fiorentina. Come Eduardo Galeano, ritiene che per spiegare a un bambino cosa sia la felicità, il miglior modo sia dargli un pallone per farlo giocare.

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