Germania: il Deutsche Wunderteam, capitolo I

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La nazionale di calcio tedesca non sarà presente all’ormai prossima Confederations Cup a causa del mancato arrivo in finale agli Europei 2012 (lo scoglio contro cui s’infranse la Mannschaft lo ricordiamo bene: un’Italia granitica e spietata che punì con un doppio Balotelli la compagine teutonica).

Ciononostante, però, la Germania resta una delle migliori squadre di calcio del mondo, non solo per blasone, ma proprio in virtù dell’elevatissima qualità media dei singoli interpreti, i quali incantano ormai le platee dal 2010, anno in cui, al Mondiale sudafricano, i ragazzi terribili di Löw si imposero per freschezza e bel gioco, arrivando però “solo” al terzo posto. Negli ultimi tre anni, se possibile, la nazionale teutonica è diventata persino più forte (e la finale completamente deutsch di sabato sera non è altro che un riflesso della potenza del movimento nazionale nella sua interezza), grazie anche e soprattutto all’esplosione del fenomeno Borussia Dortmund, capace di vincere due Bundesliga di fila e regalare al proprio paese alcuni fenomeni assoluti come Gündoğan, Götze o Reus, oltre ai comunque sempre preziosi Hummels, Bender e Schmelzer.

Proprio questo continuo generare nuovi giocatori degni di vestire la maglia della rappresentativa nazionale sta lentamente portando la Mannschaft ad avere quasi sempre due alternative per ruolo (soprattutto da centrocampo in su) in cui non si comprende bene chi sia il titolare e chi la riserva, visto il valore assoluto dei giocatori presi in esame. In pratica, Löw potrebbe quasi schierare due formazioni di pari livello, col materiale umano a disposizione. Per cominciare, analizziamo quale sia lo stato attuale della rosa teutonica nei ruoli difensivi: quello dell’estremo difensore e la retroguardia più propriamente detta.

IL PORTIERE – Che il numero uno titolare della Germania sia Manuel Neuer è lapalissiano e ne sono probabilmente a conoscenza anche quegli orribili peluche che infestano i pulitissimi autogrill delle autobahn teutoniche. Per le maglie di secondo e terzo portiere invece la competizione è accesissima e ci sono una gran quantità di alternative di livello assoluto, tanto tra i giovani e i giovanissimi, quanto tra i più navigati esperti di Bundesliga. Dopo anni di mediocrità in cui il vuoto lasciato da Oliver Kahn sembrava sostanzialmente incolmabile, a nord delle Alpi hanno trovato invece un florilegio di estremi difensori pronti a tutto pur di lasciare immacolata la loro porta di competenza alla fine dei 90’ regolamentari. Al momento il secondo portiere è René Adler dell’Amburgo, il quale vinse anche il titolo di “Miglior Portiere di Bundesliga” nel 2008. Posto che stiamo parlando di un ottimo estremo difensore, va anche detto, però, che è insidiato da molto vicino dal giovanissimo Marc-André ter Stegen, classe 1992, numero uno del Borussia Mönchengladbach che è esponente principe del “movimento” dei portieri in rapida ascesa del campionato tedesco e conta già due presenze con la Mannschaft. Altro giovane molto interessante che ha fatto tutta la trafila delle giovanili teutoniche è Kevin Trapp dell’Eintracht di Francoforte, altra papabile riserva di Neuer in Nazionale sebbene non vi abbia ancora esordito. Il terzo portiere attuale della Germania è comunque Zieler dell’Hannover, il quale conta due presenze con la maglia del suo Paese e ha esordito appena due anni fa (classe 1989). Menzione speciale anche per il giovane Bernd Leno (21 anni) del Bayer Leverkusen, ancora a secco di gettoni con la Nazionale ma in rampa di lancio per il futuro, e per il “vecchio” Roman Weidenfeller del Borussia Dortmund. Il numero 1 del BVB non è mai stato nominato negli accesi dibattiti su chi sia il migliore al mondo nel suo ruolo ma forse il contentino dell’esordio in Nazionale maggiore per un portiere che comunque vanta due titoli di Germania (e tre presenze nell’Under 21) non sarebbe una cattiva idea. Tanto più che in terra germanica i rumors lo indicano addirittura come principale concorrente tra i pali proprio di Neuer, in virtù della stagione eccezionale che ha disputato quest’anno (di cui l’ottima prova in finale di Champions League è stata la ciliegina sulla torta). Chissà che il suo Borussia non possa traghettarlo al ruolo di portiere titolare in Brasile nel 2014 centrando un’altra grande stagione il prossimo anno…

LA DIFESA La retroguardia è forse il reparto dove c’è meno abbondanza di alternative, soprattutto se paragoniamo il pacchetto arretrato a centrocampo o attacco, ma anche qui non mancano garanzie di prim’ordine. Come terzino destro, inamovibile, c’è il doppio capitano (Bayern & nazionale) Philipp Lahm: 98 presenze con la maglia del suo Paese e nemmeno trent’anni; l’ex enfant prodige del Fußball germanico è un punto fermissimo nello scacchiere di Löw e ormai le sue scorribande lungo la fascia non sono solo note ma addirittura famigerate e senz’altro temute perché chi affronta la Germania sa di doversi preparare a contenere non una ma due ali che spingono stabilmente a destra. Al centro della difesa si sta piano piano imponendo la coppia Mats Hummels-Jérôme Boateng ma non bisogna dimenticare l’immarcescibile Per Mertesacker, punto fermo dell’Arsenal di Wenger, così come Höwedes e Badstuber restano candidature più che autorevoli (anche se il centrale del Bayern sta avendo un’annata a dir poco sfortunata a causa di due infortuni gravi che ne hanno limitato molto le presenze col club e la Nazionale). Di pari passo con l’ascesa delle Api di Dortmund, per il ruolo di terzino sinistro (dove, nell’ordine, sono stati adattati Badstuber stesso e Boateng), s’è ormai imposto Marcel Schmelzer, risolvendo un annoso problema per il coach tedesco. Occhio ai possibili ousider Sebastian Jung e Jan Kirchhoff, entrambi classe 1990 e protagonisti nell’under 21 teutonica, i quali possono rappresentare due valide alternative per il futuro. Il terzino dell’Eintracht potrebbe essere un valido rimpiazzo per Lahm, in caso di assenza del capitano e il giovane centrale attualmente al Magonza, col passaggio già previsto al Bayern Monaco, guadagnerà molto in esperienza internazionale e visibilità militando nei Roten, tradizionalmente la compagine più legata alla Mannschaft dell’intera Bundesliga. A questi due giovani virgulti, va aggiunto anche Serdar Taşçı, centrale difensivo di origini turche in forza allo Stoccarda non più giovanissimo ma che rientra nel giro della rappresentativa tedesca dal 2008 (e ha partecipato alla spedizione in Sudafrica del 2010).

Domani, alla stessa ora, la seconda parte dell’analisi sulla Nazionale di calcio della Germania che tratterà in particolare di centrocampo e attacco.

Giorgio Crico
Giorgio Crico
Laureato in Lettere, classe '88. Suona il basso, ascolta rock, scrive ed è innamorato dei contropiedi fulminanti, di Johan Cruyff, della Verità e dello humour inglese. Milanese DOC, fuma tantissimo.

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