Il Pupillo di… Tommaso Maschio

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Ventitreesima puntata della nuova rubrica di Mondopallone.it, “Il pupillo di…”. Siamo lieti di presentarvi il pupillo di ognuno di noi, quel calciatore che ci ha fatto nascere da bambini la passione per questo sport o semplicemente quel giocatore che ci ha regalato emozioni e fatto sognare. Per tutto il mese di agosto vi terremo compagnia con una chicca personale di chi ogni giorno vi informa con estrema professionalità su quello che succede nel mondo dello sport in Italia e all’estero. Lo riteniamo anche un modo come un altro di conoscerci più a fondo… Buona Scoperta!

UNA FONTE D’ISPIRAZIONE – Diversamente dalla maggioranza, fin da bambino ho sempre desiderato evitare i gol più che segnarli, vestirmi in maniera diversa dagli altri e usare anche le mani per giocare il pallone: in buona sostanza fin da che mi ricordi il mio ruolo è stato il portiere e non per costrizione, ma per libera scelta. E fin da allora ho sempre avuto in testa un preciso modello di portiere da imitare: quello sudamericano fatto di portieri epici come René Higuita (grazie al quale ho sbattuto più volte la faccia a terra per tentare di imitare la sua mossa dello scorpione), Sergio Javier Goycochea , José Luis Chilavert e sopratutto lui: l’unico ed inimitabile Jorge Campos: portiere della nazionale messicana fra il 1991 e il 2004. A lui mi sono ispirato più volte nel corso della mia ‘carriera’ fra i pali un po’ per la simile statura, un po’ per quel modo di presentarsi in campo con completi dai colori improponibili, un po’ per quell’insana follia che mi portava – quando le partite andavano particolarmente bene – a cambiar ruolo e cercar gloria in avanti col supporto dei miei validi compagni di squadra.

LA SUA STORIA– Pur nascendo portiere Campos deve dividersi fra i pali e l’attacco nei primi anni di carriera con i Pumas a causa della presenza di un altro monumento come Adolfo Rios, destreggiandosi bene fino a segnare ben 14 reti in 37 gare. Poi dal 1990 diventa titolare fra i pali della porta, conservando però anche il ruolo di punta tanto da scendere spesso in campo con la maglia numero 9 sulle spalle anziché la più canonica numero 1. La sua carriera si divide fra Messico e Stati Uniti, ma è in nazionale che si fa conoscere nel mondo grazie alle sue prodezze fra i pali e a un modo tutto nuovo di intendere il ruolo di portiere proprio dei portieri centro-sudamericani dell’epoca. Tre mondiali giocati, due Gold Cup Vinte e anche una Confederation Cup fanno capolino nel suo palmares internazionale e gli garantiscono un posto nella storia del calcio. Chiude la sua carriera nel 2004 dopo 130 presente in nazionale e ben 39 reti segnate con le maglie delle varie squadre di club in cui ha militato.

FANTASIA AL POTERE – Campos mi colpì fin dal primo istante per le sue divise: colori sgargianti, fluorescenti e abbinati in maniera totalmente casuale che ne facevano un personaggio unico sui campi di calcio – e che lo portarono a scontrarsi anche con il presidente della Fifa Blatter –, divise che disegnava personalmente e che vestivano largo, diciamo una o due taglie in più. Divise che ho sempre sognato di avere riuscendone però a trovare solo una similare che ancora conservo in qualche scatolone (visto che ormai mi andrà più che stretta). Una ventata di fantasia e colore in un calcio troppo spesso ingessato e piatto che portava allegria e spensieratezza. Ma non erano solo le divise a renderlo grande ai miei occhi e a farlo diventare un mio idolo incontrastato: le sue uscite spericolate sui piedi degli avversari, certi interventi spettacolari che mettevano in mostra un’agilità incredibile e permettevano a un ragazzo alto poco più di 170cm di volare là dove non arrivavano neanche portieri di 20 o 30 cm più alti, le sue ripartenze palla al piede incurante della porta sguarnita e degli avversari che gli si facevano incontro sono i tratti distintivi che mi hanno fatto letteralmente innamorare di Campos. Un portiere fuori dagli schemi che ha saputo conquistare un posto nella storia del calcio per le sue prodezze fra i pali e non solo, nonostante fosse visto da molti – sopratutto in Europa – come una macchietta, un personaggio folcloristico prestato al gioco del pallone da trattare con sufficienza. Un giocatore che ha dimostrato che la fantasia non va ricercata solo fra i numeri 10, ma a volte si può trovare anche fra i numeri 1.

PUNTATE PRECEDENTI:

22 Agosto – Francesco Davide Scafà per Kaká
21 Agosto – Alessandro Lelli per Javier Zanetti
20 Agosto – Francesco Loiacono per Nicolás Burdisso
19 Agosto – Stéphane Panetta per Sebastian Giovinco
18 Agosto – Giovanni Starita per Igor Protti
17 Agosto – Elia Modugno per Sebastian Frey
16 Agosto – Stefano Pellone per Careca
14 Agosto – Marco Macca per Ronaldo
13 Agosto – Michele Pannozzo per Andrea Pirlo
12 Agosto – Alessio Milone per Leandro Cufré
11 Agosto – Dario Camerota per Abel Balbo
10 Agosto – Tommaso Maschio per Lajos Detari
9 Agosto – Marco Iannotta per Andryi Schevchenko
8 Agosto – Leonardo Puccinetti per Matthew Le Tissier
7 Agosto – Dario Alfredo Michielini per Andy Carroll
6 Agosto – Michael Braga per Fatih Tekke
5 Agosto – Luca Lattanzi per Joel Campbell
4 Agosto – Leonardo Peruzzi per Nuri Sahin
3 Agosto – Michele Pannozzo per Manuel Rui Costa
2 Agosto – Francesco Mariani per Yoann Gourcuff
1 Agosto – Demetrio Bertuletti per Hristo Stoitchkov

Tommaso Maschio
Tommaso Maschio
Nato a La Spezia nel 1981, ha girovagato per l’Italia da sud a nord. Laureato in Scienze della Comunicazione a Bologna, è stato fra i primi collaboratori di MondoPallone.net. Attualmente vive a Padova, collaborando con diversi siti di informazione calcistica.

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