Kaká, il 22 nella storia

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Ventiduesima puntata della nostra nuova rubrica “Il pupillo di…”. 
Siamo lieti di presentarvi il pupillo di ognuno di noi, quel calciatore che ci ha fatto nascere da bambini la passione per questo sport o semplicemente quel giocatore che ci ha regalato emozioni e fatto sognare.
Per tutto il mese di agosto vi terremo compagnia con una chicca personale di chi ogni giorno vi informa con estrema professionalità su quello che succede nel mondo dello sport in Italia e all’estero. Lo riteniamo anche un modo come un altro di conoscerci più a fondo… Buona scoperta!

VENTIDUE – Ventiduesima puntata, come detto, di questa rubrica: lo trovate grassettato nell’intro non a caso, non per errore… e non è nemmeno un caso che questa puntata esca il giorno 22 perché, sì, il protagonista dell’articolo odierno è proprio lui: Ricardo Izecson dos Santos Leite, in arte KAKÁ! Non me ne vogliano Milito o Kuzmanović, i primi numero 22 che mi vengono in mente, ma – storpiando una filastrocca – posso tranquillamente dire che “di 22 ce n’è uno e come lui non c’è nessuno”.

Eppure, fino ad agosto 2003, il destino degli amanti delle “paperelle” era stato calcisticamente crudele e avaro di soddisfazioni; potrei sbagliare, però, se la memoria non mi inganna, non ricordo particolari fenomeni vestire la maglia 22. La “svolta” quando, in un caldo 16 agosto, sbarcò a Malpensa un ragazzo lontano dagli stereotipi classici del calciatore: occhialini da intellettuale, serio, abito gessato, faccia pulita. Qualcuno scrisse che sembrava più un modello, un attore… altri, ironizzando, domandavano se fosse arrivato per la settimana della moda o per giocare a calcio… In realtà le battutine su Ricardo erano iniziate già tempo prima che il futuro Pallone d’Oro 2007 firmasse per il club di Milano: “Il Milan stringe per Kaká”, scriveva un noto quotidiano nazionale. Ma il suddetto titolo era solo uno dei tanti giochi di parole, nemmeno troppo complicati, che il diminutivo usato dal brasiliano ispirava giornali e tifosi.

“Per me questo è un sogno che si realizza. Sono felicissimo di essere arrivato qui. Dicono che ricordo Cerezo? È vero, un po’ ci somigliamo come tipologia di giocatore. In ogni caso spero di entrare nella storia del Milan”. (Ricardo Kaká)

Inusuale nell’abbigliamento e nello stile, e inusuale anche nel numero di maglia scelto al Milan, quel ventidue dettato dalla data di nascita (22 aprile 1982, ndr): per chi vi scrive – milanista, amante del calcio brasiliano e nato il 22 agosto (già, oggi… auguri a me!) – sembrò più un concerto di campane che il classico campanello che suona. Seguendo, seppur sporadicamente in quel periodo, il Brasileirão avevo infatti già sentito parlare di Ricky, idolo dei tifosi del São Paulo: l’impatto con il campionato italiano, però, non è mai dei più semplici. In aggiunta, a Kaká non mancava certo la concorrenza per il posto in squadra: il neo-arrivato doveva infatti contendere il posto a Rui Costa e Rivaldo, non proprio due novellini.

E invece… Ricardo trovò spazio subito in campo: l’esordio fu infatti già alla prima di campionato, da titolare, nelle mie Marche, contro l’Ancona. Mise subito in mostra il suo repertorio, la sua classe, risultando tra i migliori in campo e fornendo l’assist a Shevchenko per il gol del definitivo 2-0. Galliani qualche anno più tardi raccontò che Ancelotti lo chiamò al termine del primo allenamento sostenuto dal brasiliano, estasiato… e quel gran volpone di Carletto non si fece problemi a metterlo subito alla prova, senza perdere tempo, senza remore: ad El Shaarawy oggi probabilmente servirebbe un allenatore simile…

La stagione fu un crescendo: arrivato per essere una seconda scelta in attesa del suo graduale inserimento, Kaká in panchina non si accomodò mai. Anzi, il suo impatto nel campionato italiano fu devastante: tecnica, visione di gioco, dribbling ma allo stesso tempo veloce con il pallone tra i piedi e con un ottimo fisico, riusciva a bucare le difese avversarie con una semplicità disarmante. Il tutto unito a un’eleganza unica, stilisticamente perfetto quando partiva in progressione: testa alta, schiena dritta, correva leggiadro sopra il manto erboso. Il primo gol nel campionato italiano lo realizzò all’Inter, nella sua prima stracittadina, e proprio contro i neroazzurri lo vidi per la prima volta in campo dal vivo, allo stadio di San Siro: era il derby di ritorno, era sabato 21 febbraio 2004, era questa partita…

SMOKING BIANCO – Il resto è storia nota: il Milan di Shevchenko e di Kaká vinse lo scudetto 2003/2004. Nessuno ironizzò più su quel buffo diminutivo ma, anzi, per l’eleganza con cui si muoveva sul terreno di gioco fu anche ribattezzato “Smoking Bianco” da Pellegatti. Quello “sbarbatello” 21enne che, appena atterrato a Malpensa, senza curarsi di sfottò e pressioni aveva dichiarato di voler entrare nella storia del Milan, alla prima stagione in rossonero era già riuscito nel suo intento. Ed era solo l’inizio…

Nel 2005 e nel 2006 Kaká continuò a incantare e far incetta di premi personali; le stagioni in rossonero terminarono però con l’amara Istanbul e l’eliminazione in semifinale a opera del Barcellona di Ronaldinho. Non andò meglio nemmeno il Mondiale in Germania, con il suo Brasile eliminato nei quarti dalla Francia.

La cessione di Shevchenko, a maggio 2006, responsabilizzò Ricardo che divenne stella e leader indiscusso del Milan: il brasiliano rispose disputando la miglior stagione della sua carriera e trascinando il club di Milano alla conquista della settima Champions League. Nella finale-rivincita contro il Liverpool, fatale nel 2005, fu perfetta la scelta di tempo con cui servì l’assist a Inzaghi per il momentaneo 2-0. Ma a esser perfetta fu tutta la Coppa Campioni 2006/2007 di Ricky che, oltre al trofeo, alzò anche il premio di capocannoniere della competizione e miglior giocatore dell’anno UEFA: suo il gol nei supplementari contro il Celtic al termine di una gran azione personale ma soprattutto decisiva la sua prestazione nella doppia sfida di semifinale con il Manchester United, coronata da tre reti d’autore.

Il 2007 si concluse con la conquista prima della Supercoppa Europea (contro il Siviglia), e poi del Mondiale per Club (contro il Boca Juniors) e con Kaká premiato sia con il Pallone d’Oro che con il Fifa World Player 2007. L’avventura con il Milan terminò, tra le lacrime, il 31 maggio 2009 in Fiorentina-Milan 0-2, gara nella quale Smoking Bianco realizzò anche l’ultima rete in maglia rossonera, la 95esima in 270 gare ufficiali.

Venne acquistato dal Real Madrid per 67 milioni di euro, dei quali all’incirca 64 finirono nelle casse del Milan facendolo diventare la cessione più costosa della storia del club di via Turati. Vinta la Confederations Cup 2009 con il Brasile iniziò quindi la sua avventura con la maglia dei Blancos: tre stagioni tra alti e bassi caratterizzate da guai fisici (pubalgia e problemi al menisco del ginocchio sinistro già operato ai tempi del Milan) e da un feeling mai sbocciato con l’attuale allenatore Mourinho. L’esperienza a Madrid arricchisce comunque il palmarès di Ricky con una Coppa di Spagna e la Liga spagnola vinta la scorsa stagione.

A oggi Kaká è ancora un giocatore del Real Madrid ma, con lo Special One ancora in panchina, rischia di ritrovarsi a essere più una seconda scelta che una fissa presenza in campo. In questi giorni si è parlato di un interessamento del Manchester United e, soprattutto, di un possibile ritorno a Milanello. Molti i problemi economici legati all’operazione ma nel calciomercato, si sa, mai dire mai: dopotutto, nello spogliatoio del Milan c’è una maglia numero 22 che aspetta il ritorno del suo naturale padrone…

PUNTATE PRECEDENTI:

21 Agosto – Alessandro Lelli per Javier Zanetti
20 Agosto – Francesco Loiacono per Nicolás Burdisso
19 Agosto – Stéphane Panetta per Sebastian Giovinco
18 Agosto – Giovanni Starita per Igor Protti
17 Agosto – Elia Modugno per Sebastian Frey
16 Agosto – Stefano Pellone per Careca
14 Agosto – Marco Macca per Ronaldo
13 Agosto – Michele Pannozzo per Andrea Pirlo
12 Agosto – Alessio Milone per Leandro Cufré
11 Agosto – Dario Camerota per Abel Balbo
10 Agosto – Tommaso Maschio per Lajos Detari
9 Agosto – Marco Iannotta per Andryi Schevchenko
8 Agosto – Leonardo Puccinetti per Matthew Le Tissier
7 Agosto – Dario Alfredo Michielini per Andy Carroll
6 Agosto – Michael Braga per Fatih Tekke
5 Agosto – Luca Lattanzi per Joel Campbell
4 Agosto – Leonardo Peruzzi per Nuri Sahin
3 Agosto – Michele Pannozzo per Manuel Rui Costa
2 Agosto – Francesco Mariani per Yoann Gourcuff
1 Agosto – Demetrio Bertuletti per Hristo Stoitchkov

Francesco Davide Scafà
Francesco Davide Scafà
Da Porto San Giorgio a Milano, passando per Monaco di Baviera. Da scout per Perform a Data Editor per DAZN, a SMM per Forbes Italia, oggi gestisce social e comunicazione per Betclic Italia, parlando di sport ed eSports. Polemico per natura e critico per vocazione.

C’è solo un Maradona

Che brutta fine hanno fatto le figurine: la bulimia di progresso le ha fatte entrare - anche a loro, poverette - nel mefistofelico universo...
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