Il pupillo di… Pietro Luigi Borgia

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Ventisettesima puntata della nuova rubrica di Mondopallone.it, “Il pupillo di…”. Siamo lieti di presentarvi il pupillo di ognuno di noi, quel calciatore che ci ha fatto nascere da bambini la passione per questo sport o semplicemente quel giocatore che ci ha regalato emozioni e fatto sognare. Per tutto il mese di agosto vi terremo compagnia con una chicca personale di chi ogni giorno vi informa con estrema professionalità su quello che succede nel mondo dello sport in Italia e all’estero. Lo riteniamo anche un modo come un altro di conoscerci più a fondo… Buona Scoperta!

Una scelta difficile – E un bel giorno Marco Iannotta mi telefona per annunciarmi la nuova idea: la rubrica Il pupillo di…, che inesorabilmente si avvicina all’ultima puntata, e che vi ha accompagnato lungo tutto il mese di agosto. Il caldo dà alla testa, e noi non ci facciamo mancare niente.

A ciascuno il suo, e qualcuno anche due scelte. Io me ne sono tenuta una soltanto, e non per mancanza di convinzione, anzi: proprio per l’opposto. Ho pensato a Marko Tuomela, difensore finlandese a cavallo tra i Novanta e il nuovo millennio: molti giri in Scandinavia, e addirittura un’esperienza (non esaltante: solo tre presenze) in Cina, con il Liaoning (squadra di Shenyang, nel Nordest). Sennò avrei potuto vantarmi di Hidetoshi Nakata, che avevo visto giocare pochi mesi prima che partecipasse al Mondiale e si trasferisse a Perugia; oppure uno dei tanti che mi sono piaciuti e sono spariti nel nulla (il norvegese Rune Lange, per dirne uno solo: dall’Under21 norvegese alla terza divisione inglese, davvero indimenticabile, ma non proprio un successo).

Sennò avrei potuto scrivere di qualche onesto mestierante degli anni passati, tipo Madsen o Knudsen, che hanno svernato in quel di Bari a fine anni Novanta. O un pensiero fuggitivo: John Fashanu, centravanti del Wimbledon a inizio anni Novanta, reso famoso in Italia da Peo Pericoli (che lo chiamava «la personcina»). Un tipo davvero da spiaggia: armadio a due ante dotato di ottima castagna secca, esultanze folli e dolorose per i compagni: si inchinava per prenderti sulle spalle, e poi ti lasciava cadere, oppure era capace di tenere in collo ben due colleghi. Basta per farne un pupillo? Ancora no.

Il superbomber oltre la vita reale – Poi no, l’illuminazione: chi meglio di Tó Maideira? Voglio dire: si tratta di un giocatore passato alla storia, degno di passare alla storia, che si è ricavato un posticino nella vita di molti ragazzi della mia età. La sua particolarità? Ne aveva poche, ma buone: determinazione, fiuto e movimenti senza palla; e, pur non essendo molto bravo in null’altro, segnava gol a caterve. Ma la cosa più interessante era che… è stato reale nella vita di molti, ma non è mai esistito.

Tó Maideira, infatti, è uno di quei giocatori che non hanno una storia, perché ne hanno a centinaia: ognuno lo ha vissuto in maniera diversa. Alcuni dati, però, erano in comune: lo potevi comprare per un tozzo di pane da una squadretta portoghese (il Gouveia: città di meno di 15.000 abitanti), lui sarebbe cresciuto esponenzialmente fino ad arrivare a una media di oltre un gol a partita. Un cecchino d’altri tempi, un Pelé portoghese: l’uomo cui affidare le sorti di una squadra. Nel mio caso, è stato colui che ha portato il Piacenza a vincere 3 Coppe dei Campioni nell’arco di sei campionati.

Svelato il gioco – Insomma, lo avrete capito: Tó Maideira è un giocatore di Scudetto quando ancora si chiamava Championship Manager (ora, in seguito a una scissione, Football Manager). E, a dispetto dell’attendibilità del celebre database del gioco, è uno dei pochissimi che si sono imbucati: l’esistenza di Tó Maideira risale al 2001/2002, più di recente si sono inseriti Mascio e Cascio (sic) nella Cisco Roma (doveva essere il 2009 o giù di lì).

Quindi: è il Piacenza che è tornato in Serie A grazie a Novellino, ed è l’anno dei primi stranieri (Matuzalem e Amauri) e di quel Dario Hubner che sarà capocannoniere. Poi c’è Volpi a centrocampo, a fare da metronomo. Venduti Amauri e Paolo Poggi per far cassa, si puntella qua e là: qualche difensore dall’Est europeo o dalla Scandinavia (tra cui il già citato Tuomela), un’ala sudamericana di cui non ricordo più nulla, l’immancabile bielorusso Maxim Tsigalko e poi lui, Tó Madeira, per un attacco stellare. Già me lo immagino che segna (ai tempi non c’era neanche la visuale 2D…) rivolgendo il suo tipico gesto ai tifosi avversari: «Tó, prendetevi questa!»  (… «rete», cosa stavate pensando?).

Finale di carriera – Salvezza tranquillissima alla prima stagione, in Coppa UEFA alla seconda, in Champions alla terza (eliminati nei quarti di finale in Coppa), campioni d’Italia per la prima volta con semifinale di Champions (eliminati dal Manchester United), e poi l’apoteosi. E tutto questo mentre, nella vita reale, venivano fuori le teorie su come fosse “nato” (d’obbligo le virgolette) il nostro beniamino. Quella più attendibile dice che sia stato opera di qualcuno che faceva parte del programma internazionale tenuto in piedi per implementare il database: un ragazzo che aveva giocato nelle giovanili del Gouveia, senza però sfondare nel calcio professionistico, dovendo infine abbandonare per proseguire gli studi.

E così è riuscito comunque a ritagliarsi un posticino nella storia del calcio, e nel cuore di molti giocherelloni della mia età: creando un calciatore-cecchino con poche altre qualità, lasciando a un mucchio di bit e byte il compito di realizzare il sogno di una carriera che non era sbocciata. Qualcuno diceva addirittura che il nome, Tó Madeira, fosse un promemoria (in inglese) per le vacanze (to Madeira), e chissà che non sia vero.

Quello che è sicuro è che nelle versioni successive del gioco, ahimé, Tó Madeira non c’era più. Nel 2001/2002 si era preso la scena, poi l’ha dovuta lasciare ad altri. Anche perché Tsigalko (Максім Цыгалка: la trascrizione non è il massimo), lui sì che esiste… nella vita reale non è mai uscito dal suo Paese e ha accumulato solo 2 presenze in nazionale. E per me rimane soltanto l’altro gemello del gol del Piacenza più vincente della storia.

PUNTATE PRECEDENTI:

28 Agosto – Claudio Battiato per Frank Lampard
27 Agosto – Paolo Chichierchia per Marco Nappi
26 Agosto – Gianluca Grasso per Gianfranco Zola
23 Agosto – Tommaso Maschio per Jorge Campos
22 Agosto – Francesco Davide Scafà per Kaká
21 Agosto – Alessandro Lelli per Javier Zanetti
20 Agosto – Francesco Loiacono per Nicolás Burdisso
19 Agosto – Stéphane Panetta per Sebastian Giovinco
18 Agosto – Giovanni Starita per Igor Protti
17 Agosto – Elia Modugno per Sebastian Frey
16 Agosto – Stefano Pellone per Careca
14 Agosto – Marco Macca per Ronaldo
13 Agosto – Michele Pannozzo per Andrea Pirlo
12 Agosto – Alessio Milone per Leandro Cufré
11 Agosto – Dario Camerota per Abel Balbo
10 Agosto – Tommaso Maschio per Lajos Detari
9 Agosto – Marco Iannotta per Andryi Schevchenko
8 Agosto – Leonardo Puccinetti per Matthew Le Tissier
7 Agosto – Dario Alfredo Michielini per Andy Carroll
6 Agosto – Michael Braga per Fatih Tekke
5 Agosto – Luca Lattanzi per Joel Campbell
4 Agosto – Leonardo Peruzzi per Nuri Sahin
3 Agosto – Michele Pannozzo per Manuel Rui Costa
2 Agosto – Francesco Mariani per Yoann Gourcuff
1 Agosto – Demetrio Bertuletti per Hristo Stoitchkov

Pietro Luigi Borgia
Pietro Luigi Borgia
Cofondatore e vicedirettore, editorialista, nozionista, italianista, esperantista, europeista, relativista, intimista, illuminista, neolaburista, antirazzista, salutista – e, se volete, allungate voi la lista.

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