Tra la crisi degli ultimi anni e il sogno di un trionfo europeo: Milan, ecco l’Arsenal

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Dopo aver agevolmente passato la fase a gironi e aver eliminato il mediocre Ludogorets ai sedicesimi, il Milan si trova di fronte al suo primo, vero ostacolo europeo di questa stagione: l’Arsenal di Wenger. Quello tra i rossoneri e i Gunners è senza dubbio l’ottavo di finale più affascinante tra quelli sorteggiati stamattina per storia, fascino, spettacolo e anche potenziale equilibrio. Insomma, a Gattuso e i suoi non è andata bene come alla Lazio, destinata ad affrontare la non certo impossibile Dinamo Kiev, ma l’Europa League ha stavolta regalato una sfida che profuma di notti magiche, di calcio che conta. Ed era anche questo che i tifosi di San Siro speravano di ritrovare dopo tanti anni bui.

Fa effetto vedere affrontarsi oggi in un “semplice” ottavo di finale di Europa League due squadre che negli ultimi decenni sono state abituate a giocare in Champions League. Nel 2008 e nel 2012, i due precedenti più recenti di questa sfida, rossoneri e londinesi si erano affrontati nella rispettiva fase della Coppa dei Campioni, terminando con un bilancio in pareggio: nel 2008, furono i Gunners a conquistare il passaggio del turno dopo uno 0-0 in casa e un grande 2-0 a San Siro firmato Fàbregas e Adebayor, mentre 4 anni più tardi, i milanesi stesero 4-0 i biancorossi in casa, salvo poi rischiare al ritorno di subire una clamorosa rimonta (fermatasi al 3-0 degli uomini di Wenger). I bei tempi, però, sono passati per entrambe e, dopo aver vissuto un lento decadimento, ora si ritrovano a giocare in Europa League. Ma che Arsenal si troverà di fronte Gattuso?

I Gunners stanno vivendo una nuova stagione di grande difficoltà. Attualmente sesti in classifica, i londinesi resteranno probabilmente fuori dalla Champions League anche la prossima stagione, salvo una clamorosa rimonta in campionato (ma il quarto posto dista già 8 punti) o una difficile vittoria dell’Europa League: troppi i risultati deludenti ottenuti finora, con “big” e non, con la squadra che ha mostrato notevoli lacune sia sul piano tattico che su quello mentale, perdendo la brillantezza e l’entusiasmo che avevano reso per anni il gioco dei nord londinesi uno dei più belli al mondo. In Europa League, gli uomini di Wenger hanno seguito un percorso tutto sommato simile a quello del Milan in termini di livello di difficoltà: dopo aver superato agevolmente un girone composto da diverse squadre di minor livello (Stella Rossa, BATE Borisov e Colonia), i Gunners sono riusciti a eliminare la sorpresa dei sedicesimi, gli svedesi dell’Östersunds. Una qualificazione arrivata con il brivido, perché dopo aver vinto all’andata per 3-0, ieri sera i biancorossi hanno rischiato di vedersi ribaltare il risultato, salvo poi chiudere la gara con una sconfitta indolore per 2-1.

Vero, contro il Milan Wenger tornerà con ogni probabilità ad affidarsi ai titolari. Difficile, infatti, pensare che i Gunners schiereranno una formazione anche lontanamente simile a quella di ieri sera, composta quasi totalmente da riserve. Ma i problemi non mancano nemmeno nell’undici titolare. A partire dalla difesa, composta dagli esterni Bellerín e Monreal (vera sorpresa di questa stagione e finora uno dei maggiori protagonisti in tutte le competizioni) e i centrali Koscielny e Mustafi, capaci di oscillare tra prestazioni di ottimo livello a errori grossolani. E, infatti, i numeri difensivi dei biancorossi sono assai deludenti: 36 reti subite finora in campionato, 17 in più rispetto alla retroguardia del Manchester United, la migliore della Premier League. Se si considera che le alternative a questi sono giocatori finora risultati disastrosi come Chambers, Holding e Mertesacker, la situazione risulta ancora più fragile.

La forza dell’Arsenal risiede dunque soprattutto nel talento dei suoi centrocampisti. In questo reparto, in realtà, Wenger ha anche una discreta varietà di scelta: dalla quantità di Elneny all’ordine del regista Xhaka, dal talento del rinato Wilshere e dello sfortunato Ramsey, fino all’esplosività di Iwobi. Ma le due vere gemme della rosa biancorossa si trovano sulla trequarti: Özil e Mkhitaryan. Il tedesco, fresco di firma del ricchissimo rinnovo proposto dalla società, è ormai diventato il leader dentro e fuori dal campo della squadra, in sostituzione di quel Sánchez che, dopo aver fatto tanto bene all’Emirates Stadium, ha deciso di passare al Manchester United a gennaio. I limiti dell’ex Real Madrid restano sempre legati alla sua poca costanza, soprattutto nelle sfide che contano: Özil ha regalato in questi anni tanti assist, giocate di alta qualità e anche qualche gol, ma anche tante (forse troppe) gare anonime, in cui poco si è visto del suo talento. L’armeno, invece, è un nuovo pezzo della rosa di Wenger, dopo essere arrivato nello scorso mercato invernale dal Manchester United. E proprio a Londra, l’ex Borussia Dortmund sta cercando di ambientarsi al meglio, nella speranza di tornare a incantare come ai vecchi tempi, prima della sua esperienza alla corte di Mourinho: l’inizio in maglia biancorossa fa ben sperare, ma da un giocatore con il suo potenziale sarà lecito aspettarsi anche di più.

L’altro problema che l’Arsenal si è trovato ad affrontare nell’ultimo periodo riguarda l’attacco. In Europa League, infatti, i Gunners non possono schierare Aubameyang (che sarà dunque riservato per le gare di campionato) e contro il Milan sarà sicuramente assente anche Lacazette, costretto a operarsi circa due settimane fa per un problema al ginocchio. Con Giroud che è stato ceduto al Chelsea a gennaio, i londinesi dovranno far ricadere la propria scelta obbligatoriamente su Welbeck: un giocatore di indiscutibile talento, ma anche dalla storia disseminata da lunghissimi infortuni che, purtroppo, ne hanno limitato la crescita. In particolar modo, dal suo ritorno dall’ultimo infortunio, l’inglese non sembra più lo stesso: il gol non è arrivato nemmeno con il piccolo Östersunds e, più in generale, le ultime prestazioni sono state tutte al di sotto delle aspettative. Ecco perché contro il Milan, Wenger dovrà riflettere bene sulle proprie scelte offensive, per non rischiare di rendere l’attacco della sua squadra poco efficiente come nelle ultime uscite.

Insomma, l’Arsenal che il Milan si troverà davanti nel proprio cammino è ben lontano da quello che in molti ricordano con piacere per il suo gioco frizzante e ricco di giocate fini. Oggi i Gunners sono una squadra più brutta, meno affascinante ma talvolta anche più efficace rispetto al passato (come testimoniato dalla vittoria di 3 delle ultime 4 FA Cup). Un avversario complicato, ma forse non impossibile per i rossoneri, reduci invece da un ottimo periodo e capaci di tornare a giocare con buona intensità e organizzazione. Ed ecco perché, anche questa volta, Milan-Arsenal può essere una partita speciale.

Francesco Moria
Francesco Moria
Nato a Monza nel '95, ha tre grandi passioni: Mark Knopfler, la letteratura e il calcio inglese. Sogna di diventare giornalista d'inchiesta, andando a studiare il complesso rapporto tra calcio e politica.

MondoPallone Racconta… i 50 anni di José Mourinho

Sfrontato, vincente, preparato, antipatico, fascinoso, linguacciuto... Su di lui sono stati spesi fiumi di inchiostro perchè non è un allenatore come gli altri. Forse...
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