RSL svizzera: il punto sul campionato

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Con l’arrivo dell’Avvento natalizio, si avvicina anche la fine del girone d’andata, per la RSL svizzera. Quest’anno, tuttavia, la 18/a giornata non coinciderà con l’inizio della sosta invernale: l’incombere, quest’estate, dei Mondiali di Russia, ha fatto si che la Swiss Football League calendarizzasse a dicembre la prima giornata del girone di ritorno. Il campionato svizzero andrà quindi in letargo, quest’anno, l’ultimo fine settimana prima di Natale.

La classifica, come si può vedere, è divisa in due tronconi non solo fisicamente, con le colonne di destra e sinistra: sono proprio i punti da fare da spartiacque con il Grasshopper di Yakin (molto bravo nella fase difensiva: ma non basta, per fare un salto di qualità importante) che, con 23 lunghezze, chiude il trenino di testa, e Losanna e Lugano, 4 punti più sopra, a guidare la colonna delle squadre in lotta contro la relegazione (ben 5), racchiuse tra quota 19 e 17: insomma, un torneo equilibratissimo, che ha visto ieri il Thun, virtualmente ultimo al fischio d’inzio, superare la capolista Young Boys (tra l’altro per la seconda volta in stagione): il parziale tra le due rivali, alla loro seconda sfida in stagione, è di 7 reti segnate e solo 1 subita da parte dei biancorossi.

Sembra delinearsi, comunque, per la vittoria finale, una lotta tra le due corazzate svizzero tedesche Young Boys e Basilea: non certo una novità, ma con un pizzico d’incertezza in più quest’anno. I renani, che non perdono in campionato dal 20 settembre (2-1 a San Gallo), stanno pagando, in graduatoria, lo scotto di una partenza complicata. Tuttavia, dalla trasferta di San Gallo, hanno inanellato un parziale di 9 ben risultati utili consecutivi (6 vittorie e 3 pareggi, con la bellezza di 21 reti segnate e solo 5 subite): un ruolino di marcia degno della squadra schiacciasassi delle passate stagioni che, a inizio stagione, pensavamo avesse smarrito la propria anima.

Lo Young Boys, ieri, ha incassato una sconfitta contro quella che, a tutti gli effetti, è la bestia nera (finora) della stagione: basti pensare che i ragazzi di Hütter hanno subito, complessivamente, 17 reti, e 7, come scrivevamo sopra, sono ascrivibili a Rapp (capocannoniere, a braccetto con Nsame dello YB: non accadeva, a un ticinese, dai tempi – 1982 – di Claudio Sulser, attuale dirigente della ASF) e compagni.

La squadra giallonera (che farà i conti coi rivali renani anche nella semifinale di Coppa svizzera), prima di ieri, vantava un ruolino di marcia che l’aveva vista soccombere l’ultima volta il 14 ottobre a Losanna: in numeri, 8 vittorie, 3 pareggi e una sola sconfitta, con 28 reti segnate e, appunto, 10 subite. In queste cifre ci sono forza e limiti della compagine bernese: un attacco di peso, nonostante un Hoarau alle prese con guai fisici, e anche una difesa con qualche amnesìa di troppo.

È molto presto per parlare: però, con la sconfitta di ieri, è tornata a serpeggiare, da parte dei tifosi, la paura del braccino tennistico per una squadra che, da troppi anni, non festeggia una vittoria importante. In compenso, il Basilea ha ritrovato convinzione, gioco e gol, e ha alcuni elementi (Lang, per esempio, ma non solo: fatto, questo, che fa sognare i tifosi in ottica mondiali) in una forma fisica strepitosa.

Insomma, la nostra sensazione è che i conti bisognerà farli ancora con loro, e che la semifinale di Coppa svizzera, a fine febbraio, sarà un vero e proprio spartiacque, più che altro dal punto di vista mentale, fermo restando che bisognerà vedere come sarà la classifica di campionato in quel momento. Il tutto, al netto di Zurigo e San Gallo le quali, però, hanno fatto vedere di avere qualcosa in meno delle due battistrada.

In coda, la lotta è ancora più serrata, con ben cinque compagini racchiuse in sole due lunghezze: una situazione che sta andando avanti già da diverso tempo, e che abbiamo già avuto occasione di commentare. Alle due da pronostico (Losanna e Thun), piuttosto decise, però, a rimanere nella serie maggiore, si sono aggiunte la terza, la quarta e la quinta in classifica della scorsa stagione. E se per il Lugano, tutto sommato, la lotta per non retrocedere è una condizione mentale con la quale i bianconeri sono abituati a convinvere, così non è per Lucerna e Sion.

I vallesani, tra l’altro, sono alle prese con i problemi legati alla squalifica del presidente Constantin, e con quelli tecnici, dovuti al cambio di allenatore in corsa. Insomma, una situazione che richiama molto quella che, un paio di stagioni fa, vide coinvolto lo Zurigo. A Sion, ovviamente, tutti fanno gli scongiuri: tuttavia, visto il livellamento complessivo del torneo, servirà una striscia non breve di risultati positivi per allontanarsi dalle secche della bassa classifica.

 

Silvano Pulga
Silvano Pulga
Da bambino si innamorò del calcio vedendo giocare a San Siro Rivera e Prati. Milanese per nascita e necessità, sogna di vivere in Svezia, e nel frattempo sopporta una figlia tifosa del Bayern Monaco.

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