La Svezia premia Granqvist, ma ha la tentazione Ibrahimović

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Dopo dieci anni di dominio ininterrotto, per Zlatan Ibrahimović, ieri, è giunto il momento di abdicare: un po’ a causa dell’infortunio, un po’ grazie alla qualificazione della nazionale Blågul ai Mondiali di Russia, la giuria ha infatti premiato il capitano della Nazionale svedese, oggi al Krasnodar, dopo un passato al Genoa: Andreas Granqvist. Il difensore ha battuto la concorrenza del più talentuoso Forsberg: evidente la volontà, da parte dei giurati, di dare, attraverso di lui, un riconoscimento al grande e inatteso risultato della Nazionale.

Quasi incredulo ed entusiasta il vincitore, che ha rilasciato alcune dichiarazioni alla stampa svedese: “Sono incredibilmente orgoglioso di essere qui, e grato alla giuria che mi ha assegnato il Pallone d’Oro svedese. Questo premio, per me, ha un grandissimo significato. Voglio quindi ringraziare tutti i club nei quali ho giocato, dove sono ora, i quali mi hanno permesso di diventare ciò che sono”.

Fortunatamente per Janne Andersson, l’appuntamento di ieri ha, di fatto, chiuso la stagione calcistica del Paese scandinavo (costretto agli straordinari solo l’Östersund, ancora in corsa per un posto nei sedicesimi di Europa League). In questo modo, il dibattito, apertosi subito dopo il fischio finale dell’arbitro a San Siro (Ibrahimović in Russia, si o no?), subirà una pausa. O forse no, visto che la Premier, in Inghilterra, non si ferma, e l’asso del Manchester, rientrato con due mesi di anticipo, si annuncia protagonista. Insomma, dell’argomento si parlerà ancora, sino alla diramazione delle convocazioni dei 23 nomi svedesi per i Mondiali.

Cosa accadrà? Presto per dirlo. Dell’argomento abbiamo scritto anche noi, subito dopo la partita di Milano. Conoscendo Janne, siamo dell’idea che non abbia troppa voglia di farsi carico dell’attempato fuoriclasse, del suo carattere volubile e dominante. La squadra sta facendo a meno di lui (per scelta del giocatore, come sappiamo) da un anno e mezzo, pur con tutti i limiti del caso, soprattutto nel reparto avanzato, dove Berg (il quale, peraltro, è in esilio dorato negli Emirati) e forse Guidetti (ma nei momenti di forma) potrebbero aspirare a una maglia da titolare in uno dei cinque campionati più importanti d’Europa (non in un club di punta, comunque).

Dalla sua, Andersson ha il ricordo le prestazioni di Ibrahimović in Francia, dove non è stato in grado d’incidere. I sostenitori dell’ex attaccante di Juventus, Inter e Milan puntano, invece, sul carisma e sull’indubbia classe di uno sportivo che, nel suo Paese, è secondo solo a Borg, avendo superato mostri sacri del passato come Stenmark e Petterson. Insomma, per molti sarebbe anche un discorso di riconoscenza: l’ex ragazzo di Malmö ha sempre dimostrato un grande amore per il suo Paese, e sono in molti a riconoscergli, anche, un certo attaccamento alla maglia Blågul.

Janne, al contrario, ritiene che, premesso il rispetto e l’ammirazione per Ibrahimović, sia stato lui a voler lasciare la Nazionale (probabilmente, aggiungiamo noi, accodandosi a opinionisti e tifosi che mai pensavano che sarebbe stato centrato l’obbiettivo qualificazione). Questa Svezia, di basso valore tecnico, ha costruito il suo sogno attraverso il lavoro e lo spirito di gruppo. Inserire il fuoriclasse, oggi, potrebbe destabilizzare un ambiente e un gruppo che ha fatto della coesione la sua forza, e ha, inoltre, trovato un altro leader.

La nostra sensazione? Il mondo del calcio svedese, a livello di addetti ai lavori, sta con Andersson (vedi la votazione di ieri); la stampa, e buona parte dell’opinione pubblica, con Zlatan. La soluzione potrebbe essere, a questo punto, una sorta di contatto pubblico tra i due, una vera e propria proposta di disponibilità alla convocazione da parte del fuoriclasse svedese, alle condizioni dell’ex tecnico del Norrköping. Secondo alcuni, cosa impossibile a verificarsi. Noi, invece, crediamo che possa accadere: perché, tra le tante panzane che si raccontano su di lui, l’affetto di Ibrahimović (62 gol con la Nazionale, non proprio una cosa da niente…) per il suo Paese è reale. E, di fronte all’offerta di mettersi a disposizione del gruppo, anche il serio Janne non potrebbe che accettare. Staremo a vedere.

 

 

Silvano Pulga
Silvano Pulga
Da bambino si innamorò del calcio vedendo giocare a San Siro Rivera e Prati. Milanese per nascita e necessità, sogna di vivere in Svezia, e nel frattempo sopporta una figlia tifosa del Bayern Monaco.

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