Rugby League – A Tully (Queensland, Australia) Celerino, Boscolo e Pezzano, talenti Made in Italy

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Gioele Celerino, Simone Boscolo ed Edoardo Pezzano sono tre ragazzi italiani accomunati dalla passione per la palla ovale. Ce l’hanno dentro, proprio, e quando te ne parlano, vorrebbero non fermarsi mai.
Ognuno col suo carattere e ognuno col suo approccio, si sono spesi negli anni sia nel rugby union che nel rugby league, arrivando anche a indossare la casacca azzurra, a livello giovanile, di nazionale sperimentale e soprattutto nei test mach del rugby a XIII.

Brian King / Per concessione KingsPix e FIRL

Dopo aver partecipato, tra le varie esperienze, alle partite della finestra interazionale di quest’estate (tour con test in Libano, sfida in casa contro la Spagna) ed essersi distinti ognuno nel suo ruolo, Gioele, Simone ed Edoardo si sono trasferiti dall’altra parte del mondo. Agli antipodi, direbbe qualcuno; Down-Under, amano dire oltremanica. Nel Queensland, stato che vive e respira rugby league sette giorni su sette.

Tully, cittadina di poco meno di 2,500 abitanti, dista 210 chilometri da Townsville (sede di Italia-USA alla Coppa del Mondo) e 140 da Cairns (dove l’Italia affronterà l’Irlanda), addirittura 1,569 da Brisbane, la terza città più popolosa d’Australia, la metropoli dei Broncos (NRL), Roar (A-League, calcio), Queensland Reds (rugby union), Brisbane Lions (football australiano) e chi più ne ha più ne metta. Distante siderali se viste con lente italiana, percorribili e tutto sommato gestibili se abituati a una terra grande quanto un continente. Un continente vero e proprio.

Per gentile concessione Sportscode Images – FIRL

A Tully, dove i Tigers Rugby League Football Club sono un’istituzione, giocano adesso i tre ragazzi azzurri. Grazie a questa prova, potranno confrontarsi con un movimento avanzato come quello del Queensland – roccaforte del rugby league, che da quelle parti è sport-mania – e soprattutto mettersi in gioco. Migliorare allenamento dopo allenamento, gara dopo gara.
Dopo l’esperienza del 2012 di Matthew Sands e Fabio Nannini con i Liverpool Saints, la FIRL (Federazione Italiana Rugby League) piazza un altro colpo che guarda all’immediato (tour australiano dell’Italia ‘A’, Coppa del Mondo in autunno) ma anche al futuro: dall’Emisfero Sud torneranno giocatori migliorati sotto ogni punto di vista, sul piano umano (esperienza di vita, confronto con una cultura diversa, ecc.) oltre che sportivo (intensità, rapidità nelle giocate, ecc.).

Ne è sicuro Orazio d’Arro, n. 1 federale: “L’obiettivo della FIRL è quello di sviluppare e propagandare il rugby League in Italia, ma altresì è quello di far crescere sia i giocatori che, di conseguenza, il movimento italiano di rugby a XIII – commenta il presidente FIRL, già nazionale azzurro – Queste opportunità sono alla portata di tutti i nostri tesserati. Sono orgoglioso dei giocatori che stiano iniziando questa splendida esperienza, tutti si sono già distinti con i colori azzurri e sono sicuro che dopo questa esperienza torneranno con un bagaglio importante sia tecnico, che culturale”. E ne sono sicuri anche i giocatori, che abbiamo intervistato prima della partenza (e dell’esordio: Tully-Ivanhoes 10-18, sabato 15 luglio).

Intervista a Gioele Celerino 

Per gentile concessione Sportscode Images – FIRL


Tra i giocatori prodotti dal campionato italiano, sei forse quello con più esperienza all’estero, avendo giocato anche in Inghilterra. Come andò quella volta?

Molto bene, non trovai lo spazio che cercavo. Certo rimasi stupito dall’intensità, dal livello tattico e tecnico del rugby league in Inghilterra. Magari un giorno mi piacerebbe tornare… 

Vuoi diventare un giocatore di league a tempo pieno?
Non lo so, sicuramente mi piace tantissimo giocare a rugby league. Salire di categoria sarebbe una bella soddisfazione, una bella cosa, anche per guadagnare qualche soldo in più, magari.

Che livello ti aspetti di trovare in Australia?
[Risponde dopo il primo allenamento]. Livello molto buono, non ci sono fisici ‘incredibili’. Però davvero, tutti con delle ottime capacità tecniche, soprattutto nel maneggiare il pallone. 

Parti insieme a Simone Boscolo ed Edoardo Pezzano. Li conosci già dall’esperienza in nazionale. Essere in 3 aiuterà a integrarsi?
Essere in tre certo che aiuta, abbiamo già creato una piccola famiglia. Viviamo nella stessa casa, ci aiutiamo l’uno con l’altro. 

E in autunno c’è la Coppa del Mondo. Con quali ambizioni parte la Nazionale?
Sicuramente guardando i giocatori papabili, convocabili in azzurro, si può pensare in grande azzardo addirittura una qualificazione ai quarti. C’è gente di grandissimo spessore tattico e tecnico. 

Intervista a Simone Boscolo

Per gentile concessione Sportscode Images – FIRL


Ciao Simone, eccoti in Australia. Emozionato?

Ciao, certo. Di sicuro si farà sentire la nostalgia di quello che ho ‘lasciato’, però quanto parti per esperienze del genere, parti non vedendo l’ora di mettere i piedi in campo, divertirmi e giocare con gente di livello. 

Quali sono le tue aspettative sul livello del league con cui ti confronterai in Australia? 
Beh, ovviamente mi aspetto un livello molto alto, sicuramente più alto di quello cui sono abituato. Ma proprio questo è il bello e spero di tornare in Italia migliorato, con un importante bagaglio d’esperienza. Gioele, per esempio, è migliorato tantissimo, giocando sia in Inghilterra nel league di club che coi professionisti italo-australiani nelle qualificazioni alla Coppa del Mondo. Lavorerò per ottenere miglioramenti e risultati fisici, comunque per mettermi a posto fisicamente come un vero giocatore di rugby league di alto livello. 

Ne approfitterai per vedere qualche partita di NRL?
Sicuro! Farò di tutto per assistere al maggior numero di partite possibile di NRL e anche della Queensland Cup. Ti dirò di più: mi incuriosisce parecchio anche l’Australian Football (AFL), sono qui e ne approfitto anche per visitare/conoscere l’Australia. L’obiettivo è lavorare, giocare a rugby league ma anche fare un’esperienza di vita. 

Col mondiale alle porte, un pensierino ce lo stai facendo?
Ovvio che ci faccio un pensiero, soprattutto ora che son qui e ho l’opportunità di migliorare. Qualsiasi persona ci penserebbe…

Sei partito insieme a Gioele ed Edoardo, tuoi compagni di nazionale…
Sì, Gioele lo conosco praticamente da una vita, mentre Edo ho avuto modo di conoscerlo l’anno scorso, nel test match di Mediterranean Cup a Catania – tra l’altro casa sua – contro il Libano. Io e Gioele abbiamo iniziato a giocare in Nazionale praticamente nello stesso periodo e mi trovo veramente bene con lui. Anche Edoardo è una grande persona, ho un grande rispetto per lui e avrò modo di conoscerlo ancora meglio qui nel Queensland. 

Intervista a Edoardo Pezzano

Per gentile concessione Sportscode Images – FIRL


Edoardo, complimenti per il percorso rugbistico svolto sinora. Cosa ti aspetti dalla nuova avventura?

Da questa nuova avventura mi aspetto una esaltante esperienza di vita è una grande crescita dal punto di vista tecnico e fisico. È bellissimo confrontarsi con una realtà certamente al vertice con la certezza che chi ce la mette tutta non può sfigurare. 

Ci racconti come si è concretizzata questa possibilità in Australia?
L’opportunità di giocare e vivere in Australia chiaramente nasce dalla programmazione messa in atto dalla FIRL e dalla volontà del nostro presidente Orazio D’Arrò di dare le migliori opportunità agli atleti della nazionale emergenti. L’obiettivo è far migliorare sempre più il livello del league in Italia.

Dove alloggerete?
Viviamo e giochiamo a Tully. Facciamo parte della squadra dei Tigers e avremo la possibilità di allenarci anche con i nostri compagni della nazionale maggiore, che hanno conquistato la qualificazione alla Coppa del Mondo che si giocherà proprio in Australia da ottobre a dicembre prossimi. 

Hai già giocato in nazionale, a livello sia di test che di Italia ‘A’. Giocare in Australia ti darà un ‘bonus’ per le future convocazioni?
Si, sono già 4 le partite giocate con l’Italia e si è già delineato un gruppo di atleti molto preparati, che hanno alzato il livello della competizione tra di noi. Credo che nessuno di noi abbia o possa immaginare di avere percorsi privilegiati, la mia cultura sportiva conosce solo una strada: quella del sacrificio e dell’impegno. Chiaramente poter giocare in un campionato molto competitivo e soprattutto con continuità mi darà qualche chance in più.

In che ruolo giochi a rugby union? E nel league?
Ho iniziato a giocare a rugby union ricoprendo da sempre il ruolo di n. 10 o 15 prima col Cus Catania ‘elite’ u 18 e poi con l’Amatori Catania. Come estremo/ala ho anche preso parte alla tournée in Sudafrica con la nazionale under 19 FIR, a rugby league gioco indifferentemente ala o estremo (n. 1/2) .

Descriviti come giocatore: punti di forza, punti su cui lavorare…
È sempre difficile descrivere sé stessi e io in particolare non amo farlo. Ma leggendo le schede di valutazione dei tecnici che mi hanno allenato posso dire di essere dotato di un’ottima velocità di corsa e di un handling molto evoluto. A ciò abbino un’ottima attitudine e visione di gioco , oltre a un agio nel leggere la situazione di gioco e tempi di adeguamento molto rapido. Devo migliorare nel gioco al piede; comunque non mi mancano determinazione e carica agonistica! 

Matteo Portoghese
Matteo Portoghese
Sardo classe 1987, ama il rugby, il calcio e i supplementari punto a punto. Già redattore di Isolabasket.it e della rivista cagliaritana Vulcano, si è laureato in Lettere con una tesi su Woody Allen.

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