ESCLUSIVA – Rugby league, Kelly Rolleston: “Soddisfatto dei ragazzi, ora sotto con la Spagna”

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La nazionale italiana di rugby league ha partecipato per il secondo anno consecutivo alla Coppa del Mediterraneo (Mediterranean Cup), quest’anno a livello sia maschile che femminile.
Dopo il ko del 2016 a Catania, i colori azzurri si sono rifatti lo scorso febbraio con le ragazze, trionfanti 0-22 in casa del Libano. “In parità” a livello di scontri nella competizione, il movimento libanese e italiani si sono giocati la loro ‘bella’ sabato 3 giugno a Beirut, con finale 6-4 a favore dei Cedars.

È stato un match molto equilibrato e ben giocato soprattutto un difesa, da squadre composte unicamente da giocatori espressione del campionato e del rugby league locale.
Per commentare l’incontro e guardare anche in prospettive alle prossime sfide, abbiamo contattato Kelly Rolleston, che sarà insieme ad Anthony Minichiello assistente allenatore di Cameron Ciraldo alla Rugby League World Cup (26 ottobre/2 dicembre 2017 in Australia, Nuova Zelanda e Papua Nuova Guinea).

Ciao Kelly, partiamo da un giudizio sulla Nazionale in generale. 
La partita col Libano è stata una bella prova da parte dei nostri ragazzi. Siamo stati via per quattro giorni e ne abbiamo avuto solo tre per preparare il test. Nella nostra squadra c’erano diversi esordienti, che erano alla prima convocazione in nazionale senior. La squadra, nonostante uomini d’esperienza come Celerino, Ciaurro, Pagani, Bergamasco, Sands, è formata da giocatori all’inizio della loro esperienza nel rugby a 13. Siamo molto contenti di questo, perché significa che ci siamo espandendo e stiamo dando spazio a nuovi giocatori. 

Deluso dalla sconfitta?
Sono deluso perché non abbiamo meritato di perdere, ma posso dire che è stata una trasferta molto bella, abbiamo potuto conoscere un altro ambiente, i ragazzi sono stati molto tenaci nel lavoro, hanno dato quello che avevano. Non essendo ancora iniziato il campionato italiano, è stato molto difficile perché magari mancava l’abitudine ai meccanismi di questo sport, essendo diversi poi freschi di esordio, ma in quei pochi giorni siamo riusciti a mettere su un piano di gioco, un’organizzazione. Da coach, sono molto soddisfatto, perché nessuno si è risparmiato ed è stato un bel gruppo: si è visto in campo e anche fuori, il giorno della partita e non solo. 

Come giudichi in generale la prestazione dell’Italia? 
In attacco, abbiamo fatto abbastanza bene, il league è uno sport dove è importantissimo mantenere il possesso a mantenere il possesso e mettere pressione all’avversario: in questo non siamo stati male, anche se non è stato possibile centrare gli obiettivi a livello di set completati, per degli errori di base su cui lavoreremo pian piano. Avessimo giocato questa partita a fine campionato, dopo un intero torneo giocato con intensità e abitudine al league, sarebbe probabilmente andata diversamente.

Vi aspettavate un Libano di questo livello? 
Affrontavamo una partita difficile, contro una squadra più attrezzata di noi. Il Libano è infatti un ottimo team, molto competitivo e lo conoscevamo. Proprio per questo, dico che siamo stati eccellenti, in particolare difensivamente: 6-4 non è magari una partita spettacolare nel gioco offensivo, ma a livello di difesa, di cuore e impegno, tutti gli azzurri scesi in campo, dal numero 1 al 17, hanno detto presente. Sono orgoglioso di loro.

A un certo punto, il Libano è sembrato cambiare strategia sulle punizioni. 
Aver deciso di calciare quella penalità nella ripresa e non di continuare a giocare, dopo un primo tempo passato a rifiutare quel tipo di calci, dimostra quanta fatica abbiano fatto i libanesi contro la nostra difesa e quanto la gara fosse tirata. Nel finale di partita, poi, una meta l’abbiamo anche fatta e ci avrebbe fatto vincere la partita, ma siamo stati sfortunati nella decisione dell’arbitro. Peccato la mancata vittoria, ma anche un pareggio sarebbe stato giusto, dato l’impegno messo da entrambe le nazionali.

Era anche una tappa d’avvicinamento alla Coppa del Mondo.
Si trattava di un match molto importante anche per questo, una grande occasione per i giocatori ‘domestici’, cioè quelli che giocano nel campionato italiano o comunque a livello locale. Qualcuno di questi giocatori verrà con noi alla Coppa del Mondo in Australia in autunno: questa prova, gli stage sul territorio, la prova contro la Spagna a Manta (Saluzzo) e il campionato italiano, ci daranno ulteriori dati per decidere.

Dei giocatori scesi in campo, chi ti ha impressionato di più?
Non mi piace parlare di singoli, soprattutto dopo una trasferta e una partita così, dove abbiamo fatto bene come gruppo. Mi sento di dire comunque che Celerino, ormai un nostro veterano, è stato fra i migliori, così come Nicoli, Boscolo, l’estremo Borina sempre pericoloso con meta all’esordio in Nazionale, Rigo pure ha fatto benissimo. Mirco Bergamasco sta confermando la sua esperienza dell’anno scorso, Pagani non si è risparmiato dopo l’ottimo lavoro nelle qualificazioni mondiali: è stato un guerriero in mezzo. Passera e Pezzano bene in difesa, nonostante i pochi palloni visti in attacco, Giorgis ha giocato bene così come tanti altri, tutti quelli che sono scesi in campo. Man mano che li nomino, mi rendo conto che tutti hanno dato un grandissimo contributo e che è stato un passo in avanti.

Matteo Portoghese
Matteo Portoghese
Sardo classe 1987, ama il rugby, il calcio e i supplementari punto a punto. Già redattore di Isolabasket.it e della rivista cagliaritana Vulcano, si è laureato in Lettere con una tesi su Woody Allen.

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