Lugano, Conte: “I periodi negativi hanno un inizio e una fine: il nostro, sta per terminare”

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Settimana, questa che precede la sfida casalinga con il Thun, non facile per il Lugano. La scelta, da parte del presidente Renzetti, di imporre il silenzio stampa a staff e squadra, ha però avuto l’effetto (cercato) di alleviare un po’ la pressione dell’opinione pubblica dalla squadra. Inoltre, le vicende concernenti l’hockey su ghiaccio, come spesso accade (seppure in modo certamente non cercato, visto il tenore delle notizie provenienti dall’altro lato di Cornaredo), hanno avuto il “merito” (anche se Shedden e soci ne avrebbero fatto volentieri a meno) di distogliere un po’ l’attenzione mediatica dalle vicende della squadra di calcio bianconera.

Premesso questo, anche se le acque si sono un po’ calmate dopo la burrasca causata dalle parole del presidente, domenica sera, la situazione resta difficile. Sia Aguirre che Alioski, entrambi bersaglio delle reprimende di Renzetti, si sono chiariti col massimo dirigente bianconero. La squadra, in settimana, ha lavorato piuttosto duramente, in preparazione di queste due fondamentali partite, con Thun e GCZ la prossima settimana, che chiuderanno il girone d’andata.

Nella tradizionale conferenza stampa del venerdì, Mirko Conte si è quindi incaricato di rompere il silenzio stampa. Ecco le sue principali dichiarazioni (Fonte: FC Lugano): “Abbiamo lavorato in settimana sulle palle ferme, visti i tanti gol incassati finora in questo modo. Tuttavia, sia io che Manzo riteniamo che si tratti di un problema legato alle disattenzioni dei singoli, più che qualcosa che riguardi il reparto. In ogni caso, abbiamo intensificato il lavoro specifico, cercando di fare si che ci sia una maggiore attenzione, in partita, quando si verificano queste situazioni.”

“Noi riteniamo di avere lavorato sempre nel modo migliore, con il giusto spirito. La partita di domenica prossima sarà non meno importante di quella di domenica scorsa, e ne siamo consapevoli. A Vaduz l’avete visto anche voi: l’approccio iniziale alla partita era stato positivo, a dimostrazione che questa squadra, fisicamente, è in salute. Non possiamo negare però che, in questo momento, ci manchino i risultati: per questo sarà molto importante interrompere questa serie negativa di sconfitte. Siamo però consapevoli che il campionato è ancora lungo, e che domenica pomeriggio non verranno comunque emesse sentenze. Siamo convinti che si tratta di un periodo, con un inizio e una fine: e domenica, finirà.”

“Ci dicono che siamo troppo amici, e troppo uniti, e che questo incida, magari, sull’intensità del lavoro settimanale. Io dico che a Vaduz siamo stati la squadra che ha corso di più. Quando le cose vanno male, si cerca sempre di fare qualcosa per cambiare le cose. Stare più insieme, curare in modo più dettagliato alcuni aspetti, credo sia normale e auspicabile. Sugli indisponibili, domenica potremo sicuramente contare sul rientro dalla squalifica di Sulmoni; Piccinocchi e Vécsei si allenano entrambi col gruppo, anche se la decisione definitiva la prenderemo nei prossimi giorni. Mancano due partite alla sosta, bisogna stringere i denti.”

“Il presidente ha espresso un punto di vista duro, ma legittimo per la sua posizione. Siamo uomini di calcio, non da ieri, ed è normale essere messi talvolta in discussione: momenti così, quando sei a corto di risultati, ci possono stare. Ma noi sappiamo anche di avere le qualità giuste per uscire da questa situazione.”

“Domenica, avremo di fronte una squadra solida, che sopperisce all’assenza di grandissime individualità attraverso il collettivo e l’intensità. Quando non sono in possesso palla, arretrano tutti insieme. In questo modo, chiudono bene gli spazi, come abbiamo constatato anche all’andata. Però, durante la settimana, ci siamo concentrati molto su di noi. Siamo convinti di esprimere maggiore qualità rispetto a loro e al Vaduz. La differenza, domenica, la faranno il cuore e la testa. Dobbiamo volere a tutti i costi il risultato: giochiamo n casa, e veniamo da un periodo difficile. Non ci dovrà mancare la volontà di vincere.”

 

 

Redazione
Silvano Pulga
Silvano Pulga
Da bambino si innamorò del calcio vedendo giocare a San Siro Rivera e Prati. Milanese per nascita e necessità, sogna di vivere in Svezia, e nel frattempo sopporta una figlia tifosa del Bayern Monaco.

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