Una Champions League senza… stivale

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Ancora una volta, per la terza stagione consecutiva, nessuna italiana è riuscita a qualificarsi alle semifinali di Champions League. La Juventus aveva le carte in regola per arrivarci, ma il sorteggio l’ha punita mettendole davanti una corazzata paurosa: il Bayern Monaco in 180 minuti di bellezza calcistica stordente ha dissipato tutti i dubbi della vigilia, facendo capire a tutta Europa qual è davvero la squadra da battere. L’erede del Barcellona di Leo Messi, insomma, che senza l’argentino ha faticato più del previsto per abbattere la resistenza di un coraggioso Paris Saint-Germain, guidato da Ancelotti: la Juventus può consolarsi – per quanto possibile – visto che non è stata l’unica a non far splendere la bandiera italiana.

I francesi si erano illusi con il gol di Pastore, ma quando i catalani sembravano ormai spacciati – per di più senza il loro condottiero – ci ha pensato Pedro a togliere le castagne dal fuoco, costringendo Ibrahimovic a dover rimandare di un altro anno la rincorsa alla coppa con le orecchie. Un po’ come l’Italia, e proprio il destino dello svedese potrebbe nuovamente passare dalle parti di Torino: è fantamercato – per il momento – ma concedetecelo, visto che il bel gioco e i successi in campo internazionale sembrano ormai essere una questione da “commissione affari esteri”, visto il predominio tedesco e spagnolo in questa edizione della Champions League.

Le altre semifinaliste, neanche a dirlo, sono proprio il Real Madrid di Cristiano Ronaldo e il Borussia Dortmund di Lewandowski. Andiamo per gradi: la squadra di Josè Mourinho ha convinto sotto tutti i punti di vista nel doppio incontro contro il Galatasaray, nonostante i turchi – trascinati da un commovente Drogba – non abbiano per nulla demeritato, soprattutto in casa. La differenza di talento in campo, però, si è vista eccome. Chissà se quest’anno CR7 riuscirà finalmente a risultare decisivo anche con la maglia delle Merengues in Champions; lo spera ardentemente Josè Mourinho, che sogna di suonare la “decima” prima di fare le valigie e ributtarsi a capofitto nel passato, in un viaggio nel tempo che, a Londra, non vedono l’ora di veder compiuto, perché è brutto fermarsi a “zero tituli”, anche se solo per una stagione.
A quanto pare, però, le tre grandi del calcio mondiale dovranno fare i conti con la macchina perfetta costruita da Klopp: si tratta del Borussia Dortmund, vincitore martedì sera in una maniera a dir poco rocambolesca: sotto 1-2 al 91′, Reus e compagni hanno saputo ribaltare il risultato – non senza polemiche – anche grazie alla meravigliosa cornice offerta dal pubblico dell’Iduna Park. Di certo però ai tedeschi servirà ritornare sui livelli di gioco espressi sino agli ottavi di finale, perché contro il Malaga deve essere finito qualche sassolino di troppo nei (sinora) perfetti meccanismi. Gli spagnoli erano praticamente qualificati, e visto che non potranno partecipare a competizioni europee per qualche tempo, a quanto pare non avranno nemmeno l’occasione di rifarsi a breve.

A questo punto noi italiani siamo davvero spettatori, quel tipo di pubblico pronto a godersi lo spettacolo più bello del mondo direttamente dal divano: noi ve lo racconteremo, per filo e per segno, in maniera imparziale ma quanto più possibile coinvolgente (come abbiamo sempre fatto sino adesso), tifando per il fair play e per il bel calcio. Wembley si avvicina, noi ci vogliamo essere. E voi?

Alessandro Lelli
Alessandro Lelli
Nato a Genova nel maggio 1992; è un appassionato di calcio, basket NBA e pallavolo (sport che ha praticato per molti anni). Frequenta la facoltà di Scienze Politiche, indirizzo amministrativo e gestionale.

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