Bayern über alles: segreti di una società vincente

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Una potenza mondiale, sul campo e fuori: il Bayern Monaco ha strapazzato la Juventus di Conte, dominatrice in lungo e in largo del campionato italiano. Non c’è stata partita, complice la clamorosa rete di Alaba dopo pochi secondi di gioco: la sensazione, però, è che i bavaresi avrebbero potuto sconfiggere chiunque martedì sera. Il 2-0 sta stretto addirittura ai tedeschi, visto che sarebbero potuti andare a segno più volte con Robben, ma la scarsa vena realizzativa dell’olandese costringerà il Bayern a volare a Torino con “solo” due reti di vantaggio.

Dietro tutto questo, però, c’è un maniacale lavoro da parte della dirigenza, sia dal punto di vista umano che societario. Stiamo parlando di una società che dal 2005 al 2011 è riuscita ad aumentare il proprio reddito del 69%, ossia ben 131 milioni in più. In questo arco temporale, soltanto il Barcellona (vincitore di tutto) è riuscito a risultare migliore dei tedeschi, con uno spaventoso +117%. Nonostante questi numeri siano rassicuranti per i tifosi bavaresi, il Bayern Monaco è reduce da una stagione abbastanza deludente, senza trofei vinti e con una finale di Champions League persa ai rigori contro il Chelsea. Eppure il bilancio è risultato essere in positivo per la 19esima stagione consecutiva, un record assoluto in Europa, che la dice lunga su quanto sia solida la struttura economica del club di Karl-Heinze Rummenigge.

Il reddito generato dal Bayern nell’ultima stagione è pari a 321 milioni di euro: al di là di questi numeri, è impressionante il fatto che, nonostante la crisi economica e di risultati, i tedeschi risultino comunque il quarto club al mondo per profitto, davanti al Barcellona e dietro soltanto a Real Madrid, Arsenal e Manchester United. Nel frattempo, nel resto d’Europa, il Manchester City perde ben 219 milioni, per non parlare delle tre grandi squadre italiane: -95 mln per la Juve, -87 mln per l’Inter e -70 mln per il Milan. Numeri di certo non rassicuranti per il futuro del calcio italiano, soprattutto considerando che una squadra come il Real Madrid continua a generare profitti per 47 milioni di euro, nonostante le spese folli nel mercato estivo.

Le spagnole dominano nel reddito soprattutto grazie ad accordi televisivi spropositati, che negli ultimi anni sono aumentati ancora: 158 milioni per il primo club di Madrid (su 479 mln di reddito) e 130 al Barcellona. Prima ho fatto un riferimento all’arco temporale 2005-2011: restando nella nostra penisola, l’unico club presente tra i primi otto al mondo – la Juventus – ha fatto registrato una perdita del 27%, pari a 58 milioni di euro.

Mario Mandžukić, acquistato dal Wolfsburg per soli 13 milioni di euro.
Mario Mandžukić, acquistato dal Wolfsburg per soli 13 milioni di euro.

Il fatto che la squadra tedesca sia una macchina da guerra anche sul campo, inoltre, non è assolutamente un dato sorprendente: ogni anno hanno avuto la capacità di aggiungere un tassello importante alla propria rosa. E tutti quei profitti di cui parlavo prima, inoltre, sono stati investiti sul mercato (anche grazie a un’ottima politica sugli ingaggi): il Bayern Monaco nelle ultime quattro stagioni ha totalizzato un saldo negativo – relativo ai trasferimenti – pari a 168.150.000 di euro.

Stagione 09/10: -51.750.000€ (Gomez 30 mln; Robben 24 mln).
Stagione 10/11: -7.500.000€ (Luiz Gustavo 17 mln).
Stagione 11/12: -39.100.000€ (Neuer 22 mln; Boateng 13,5 mln).
Stagione 12/13: -69.800.000 (Javi Martinez 40 mln; Mandzukic 13 mln).

La lunghezza della rosa bavarese è impressionante: il fatto che, ieri sera, siano entrati dalla panchina giocatori come Robben e Gomez – giocatori che in Italia sarebbero titolari in qualunque squadra – la dice lunga sulla qualità di questa squadra. La Bundesliga, inoltre, è ormai conquistata, con 20 punti di vantaggio sulla prima inseguitrice, il Borussia Dortmund. Ma il vero miracolo economico dei tedeschi, a mio parere, sta nell’aver costruito uno stadio meraviglioso: una struttura che ogni settimana attira decine di migliaia di tifosi, in un’atmosfera magnifica che spinge la squadra alla vittoria. Tornando a parlare di numeri nudi e crudi, l’Allianz Arena sino a questo momento ha generato più perdite che profitti, ma solo se nel calcolo vengono considerati i costi derivanti dagli interessi per la costruzione dell’impianto:

2008: -7 milioni
2009: -10 milioni
2010: -3 milioni
2011: +0,9 milioni

L'Allianz Arena, dal 2005 la casa del Bayern Monaco: l'impianto è costato 340 milioni di euro.
L’Allianz Arena, la casa del Bayern Monaco dal 2005: l’impianto è costato 340 milioni di euro.

Il 2011 è il primo anno in cui l’Allianz Arena porta profitti al club tedesco: e da questo momento in poi sarà spesso in guadagno, visto che i costi degli interessi caleranno sino a sparire.
Per ultima, ma non per questo meno importante, va sottolineata la gestione del merchandising da parte della società: nell’ultimo anno ha portato un guadagno netto di 44 milioni. Sicuramente il vantaggio sta nell’avere sotto contratto i più forti giocatori tedeschi, a cui si aggiungono anche stelle internazionali come Robben e Ribery. Per non parlare degli sponsor, l’ennesimo tassello che porta alla costruzione di una società con pochi eguali al mondo. Audi, Coca Cola, HypoVereinsbank, Imtech, Lufthansa, Paulaner, Samsung e Yingli Solar sono solo alcuni dei dieci Premium Partners del Bayern Monaco (che versano nelle casse tra i 4 e gli 8 milioni ciascuno), a cui andrebbero sommati altri diciassette marchi minori.

Nella tattica continuiamo a essere sicuramente i più preparati al mondo, ma forse i Presidenti della nostra Serie A dovrebbero prendere spunto da questo modello vincente sul campo e in economia. Investire con raziocinio è sicuramente il primo dei tanti passi avanti che il nostro paese deve compiere, se in futuro vorrà davvero competere alla pari contro top team europei quali Bayern Monaco, Barcellona e Real Madrid. Sino a quel momento noi giornalisti potremo comunque commentare partite esaltanti, ma difficilmente tra queste ci sarà un’italiana come protagonista principale.

Alessandro Lelli
Alessandro Lelli
Nato a Genova nel maggio 1992; è un appassionato di calcio, basket NBA e pallavolo (sport che ha praticato per molti anni). Frequenta la facoltà di Scienze Politiche, indirizzo amministrativo e gestionale.

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