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Se il Brasile non riuscisse a ingaggiare Ancelotti sarebbe una figuraccia | Cosa succede al fascino della Seleçao?

Carlo Ancelotti e l'offerta da 10 milioni di euro - fonte Lapresse - mondosportivo.it

Carlo Ancelotti e l'offerta da 10 milioni di euro - fonte Lapresse - mondosportivo.it

Il calcio brasiliano ha raggiunto un livello di disorganizzazione e perdita di prestigio così allarmante che la sola possibilità di non riuscire a ingaggiare Carlo Ancelotti rappresenta già una figuraccia per la Seleção. E non è dramma: è la realtà. Se la CBF, con tutta la sua struttura, la sua storia e la sua presunta influenza, non è in grado di convincere uno degli allenatori più vincenti della storia recente ad accettare la panchina del Brasile, cos’altro serve per capire che siamo diventati dei comprimari?

Parliamo di Carlo Ancelotti — vincitore in tutti i maggiori campionati europei, pluricampione della Champions League, rispettato da tutti i grandi club del mondo, con una credibilità che nessun allenatore brasiliano possiede oggi. Se neanche il peso della maglia pentacampione è abbastanza per attrarlo, è evidente che la nostra reputazione è in caduta libera. E diciamolo chiaramente: lo è.

Fallire nel portare Ancelotti in panchina non sarebbe solo un errore strategico — sarebbe la prova definitiva della decadenza di una Seleção che un tempo faceva tremare il mondo. Oggi, il Brasile è una destinazione poco appetibile, sia per giocatori che per allenatori di alto livello. Manca un progetto, una direzione tecnica, una visione. La CBF, intrappolata nelle sue crisi interne e nei giochi di potere, è ormai un’azienda svuotata che tratta il più grande patrimonio del nostro calcio come se fosse un banco di favori.

I dubbi di Ancelotti

È chiaro che l’attuale allenatore dei blancos abbia i suoi dubbi: un Real Madrid vincente, la stabilità familiare, e il caotico passato recente della CBF. Ma il solo fatto che non siamo capaci di offrirgli una proposta irrinunciabile è già una sconfitta. Altri Paesi, con meno tradizione e meno trofei, riescono a costruire staff tecnici solidi e credibili. E il Brasile? Rimane a guardare.

Intanto, i piani B fanno rabbrividire. I soliti nomi: allenatori superati, senza esperienza internazionale, o scommesse pericolose, scelte più per convenienza politica che per competenza calcistica. Continuare a insistere su “soluzioni interne” si è già rivelato un fallimento — come il mondo ha visto nelle ultime coppe del mondo.

Se la CBF non riuscisse a portare Ancelotti, non sarebbe solo un altro errore. Sarebbe la conferma dell’indebolimento totale — istituzionale, sportivo e morale — della Seleção. Un’altra figuraccia globale. E un segnale che, per tornare in cima, non basta la storia: servono scelte coraggiose. E tutto comincia da qui: riuscire, semplicemente riuscire, a ingaggiare un tecnico all’altezza del Brasile.