Carlos Sainz vince e alimenta mille dubbi

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Carlos Sainz che vince in Australia (complice il ritiro di Max Verstappen, meglio ricordarlo) ha reso meravigliosa una levataccia alla domenica mattina, dal momento che erano davvero pochi quelli che ci credevano sul serio.

Frédéric Vasseur ha subito gettato acqua sul fuoco, con intelligenza e pragmatismo. Certo, la Red Bull di Checo Pérez è arrivata 56 secondi dietro il vincitore. Però, Max Verstappen, con la macchina in ordine, ha ottenuto la pole e, nelle primissime tornate, viaggiava fortissimo. Insomma, presto per dire che il gap tra l’Olandese volante e il resto del gruppo, in particolare i due piloti in rosso, sia colmato.

E Lewis Hamilton? La macchina, che ha delle importanti soluzioni tecniche sulle sospensioni anteriori, sta soffrendo di problemi di giovinezza. Poi, probabilmente, la condizione di separato in casa non aiuta il campione inglese, il quale, forse, ha pochi stimoli anche a provare a sviluppare una macchina che qualcuno, nell’ambiente, giudica già sbagliata. Un po’ presto, ma tant’è.

Insomma, tanti temi sul tavolo. Bisognerà, come sempre, agire in modo razionale, e aspettare un pochino per emettere sentenze. Charles Leclerc, sicuramente, qualche rimpianto ce l’ha dopo le prove di sabato. Carlos Sainz ha fatto un fine settimana permesso, seguito anche da un muretto che, in questo periodo, non sbaglia un colpo.

C’era il dubbio che lo spagnolo figlio d’arte avrebbe potuto soffrire i postumi del piccolo intervento chirurgico subito qualche settimana fa: in realtà, non ha avuto nessun problema, ed è arrivato in fondo senza grossi patemi.

In definitiva, ora sono in tanti a chiedersi se sia giusto lasciarlo andare. Il figlio d’arte è giovane, veloce, sfrontato il giusto, e l’anagrafe dice che il futuro è dalla sua parte, a differenza di Lewis Hamilton che, quest’anno, taglierà il traguardo delle quaranta primavere. C’è poi tutto il mercato dei tecnici, con diversi ingegneri della Ferrari che si stanno trasferendo in Mercedes, alla corte di Toto Wolff.

C’è da dire che questi tecnici sono legati a divieti di concorrenza, vale a dire che per un determinato periodo non possono lavorare per le scuderie rivali (il cosiddetto gardening). Simone Resta, quindi, uno che ha 23 anni di Ferrari alle spalle, stimato da Marchionne (e per questo forse non simpaticissimo a Binotto, che infatti lo esiliò alla Sauber e alla Haas), ha però accettato la proposta germanica.

In compenso, si sussurra che la Ferrari possa convincere nientemeno che Adrian Newey della Red Bull a sbarcare a Maranello. Certo, non facile. E bisognerebbe anche capire se l’artefice della macchina pigliatutto di queste ultime stagioni sia in grado di creare una monoposto invincibile anche con le regole del 2026. Di sicuro, gli ingegneri non guidano: ma che alcuni di loro siano geniali, senza scomodare i grandi del passato, da Colin Chapman a Mauro Forghieri, è un dato di fatto.

La speranza, comunque, è che si possa assistere a un mondiale più combattuto. La brutta prestazione di Checo Pérez in Australia potrebbe, magari, aprire nuovi orizzonti in ambito di Mondiale costruttori, dando per scontato che Max ritorni quello di sempre. Poi, magari, il futuro ci regalerà qualcosa di differente, perché no una Red Bull con problemi di affidabilità. Ma noi non ci crediamo, e non ce lo auguriamo. Perché un pilota forte, e una macchina riuscita meritano di arrivare davanti. I gufi, per conto nostro, possono restare nelle foreste.

Silvano Pulga
Silvano Pulga
Da bambino si innamorò del calcio vedendo giocare a San Siro Rivera e Prati. Milanese per nascita e necessità, sogna di vivere in Svezia, e nel frattempo sopporta una figlia tifosa del Bayern Monaco.

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