I Pionieri del Calcio – I destini incrociati di William Cropper e Daniel Doyle, vittima e carnefice

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William Cropper, un giocatore di cricket che si appassionò al calcio

Se vi recate al cimitero di Brimington troverete una lapide che si erge sopra le altre. È quella del giovane William Cropper, morto il 13 gennaio 1889 a soli ventisei anni: la prima vittima di un infortunio mortale durante una partita di calcio. Come molti uomini nati a Brimington, anche William cominciò la sua vita lavorativa presso la Stanton & Staveley Ironworks. Ma fin da giovane si era appassionato allo sport, in particolare al cricket. Lo aveva praticato – con buoni risultati – dal 1882 al 1888, militando nel Derbyshire County Cricket Club. Era soprannominato “Canguro” per il suo particolare modo di lanciare la palla, preceduta da una rincorsa a saltelli, che era diventato un suo carattere distintivo.

Ma la passione per lo sport non si era fermata al cricket. William si era avvicinato al calcio nel 1886 giocando una partita con il Derby County. Era un’ala sinistra di buon talento, ma non aveva mai pensato di dedicarsi al calcio a tempo pieno. Dopo un paio di anni dopo ricevette la chiamata da parte dello Staveley, una delle squadre amatoriali più importanti della zona che mirava a diventare professionale. Si diceva che giocare nello stadio dello Staveley fosse particolarmente difficile e avventuroso, vista la “bolgia” creata dai tifosi locali. Nell’agosto 1888 il club fece domanda per partecipare a numerose competizioni tra cui la Sheffield Cup e la Hallamshire Cup. In quest’ultima lo Staveley raggiunse addirittura la finale, ma venne sconfitto dal Rotheram United nella storica cornice del Bramall Lane.

Daniel Doyle, il più rude tra i difensori

Scozzese, di due anni più giovane rispetto a Cropper, Daniel Doyle era un difensore che non tirava mai indietro la gamba. Anzi, talvolta la sua ruvidezza sfociava nell’intimidazione e nella condotta violenta. Ma era maledettamente efficace, i suoi tackle erano precisi e tempestivi. Il presidente del Grimsby Town era riuscito a ingaggiarlo in una delle sue proverbiali spedizioni al nord, dalle quali tornava sempre con la firma di qualche nuovo calciatore. Lo aveva voluto proprio per la sua carica agonistica e per il suo mettere paura agli attaccanti avversari. Era la pedina che mancava alla sua squadra.

Doyle aveva la fama di “cattivo ragazzo e mercenario”. Durante la sua carriera venne addirittura citato in giudizio dall’Everton, sua ex squadra. L’arcigno difensore aveva chiesto alla dirigenza di anticipargli la paga stagionale (111 £), ottenendo risposta affermativa. Ma dopo qualche mese Doyle aveva stracciò il contratto e si accasò al Celtic, che seppur fosse ancora un club poco più che amatoriale, lo ricoprì di soldi. L’Everton non la prese benissimo, ma il calciatore sostenne che in Inghilterra da maggio ad agosto non si giocava e che quindi quella somma gli era dovuta.

Il tragico epilogo

Il 13 gennaio 1889 era una giornata ventosa e il terreno di gioco era particolarmente scivoloso. Ma nessuno voleva tirarsi indietro. Nemmeno Cropper, che non aveva il minimo timore di affrontare un avversario rude come Doyle. Dopo appena otto minuti di partita si avventarono entrambi su una palla spiovente. Ma nello slancio Doyle colpì Cropper allo stomaco con una ginocchiata. Rendendosi conto di essersi fatto seriamente del male, Cropper chiese di essere portato fuori dal campo. Era agonizzante e alcuni giurarono di aver sentito dire “They’ve killed me”, mi hanno ucciso. L’ala sinistra morì il giorno dopo, a causa della perforazione dell’intestino.

La notizia colpì molto la cittadinanza di Brimington. Qualche giorno dopo venne aperta un’inchiesta per far luce sulla morte di Cropper. Nel mirino, naturalmente, finì Doyle. Il passato poco ortodosso e l’eccessiva vigoria di alcuni suoi interventi difensivi non deponevano a favore del difensore del Grimsby. L’opinione pubblica, come spesso accade in questi casi, si convinse della sua colpevolezza. E anche se alla fine Doyle venne prosciolto da ogni accusa, questo triste episodio segnò profondamente la sua carriera e rimase una macchia indelebile.

Simone Galli
Simone Galli
Empolese e orgoglioso di esserlo, ha cominciato ad amare il calcio incantato dal mito di Van Basten. Amante dei viaggi, giocatore ed ex insegnante di tennis, attualmente collabora con pianetaempoli.it.

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