ESCLUSIVA – Stefania Tarenzi: “Alla Sampdoria Women sono rinata”

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Continuiamo il nostro viaggio all’interno del calcio femminile e questa volta lo facciamo con un’ospite d’eccezione: Stefania Tarenzi, bomber di razza e capitana della Sampdoria Women di mister Antonio Cincotta.

Buongiorno Stefania e benvenuta sulle pagine di MondoSportivo. So che, vista la tua carriera, può sembrarti strano, ma ti chiedo, come faccio con tutte le calciatrici che intervisto, di presentarti brevemente ai nostri lettori.

Stefania Tarenzi, attaccante e capitano della Sampdoria.

La tua carriera parla da sola: due Scudetti, due Coppe Italia, due Supercoppe Italiane, il tutto condito da più di 110 reti in poco più di 250 partite. Numeri di una giocatrice che ha sempre lasciato il segno.

Sono trofei che porterò sempre nel cuore perché sono stati vinti da un gruppo bellissimo quando giocavo a Brescia. Sono stati anni molto emozionanti e di grande crescita personale.

Hai vestito anche per vari anni la maglia della Nazionale, siglando tre reti in 17 partite. Quali sono i tuoi ricordi dell’esperienza Azzurra?

I miei ricordi dell’esperienza azzurra sono vivissimi in me perché c’era e continua ad esserci un ambiente molto bello. Indossare la maglia azzurra è ogni volta una sensazione speciale, ci si sente addosso la responsabilità di rappresentare il nostro paese e ti senti motivata al massimo. Un onore! E non smetterò mai di lottare per quella maglia finché giocherò.

Parliamo di questa stagione alla Sampdoria Women. La diffidenza iniziale nei vostri confronti era tanta, visto come era nato il progetto blucerchiato al femminile. Eppure vi siete già salvate. Come è andata? Cosa ha fatto la differenza?

Esattamente, all’inizio per tutti eravamo già una squadra praticamente retrocessa. Ho deciso di venire alla Sampdoria perché amo le sfide e mettermi in gioco e mi hanno offerto una sfida bellissima. Abbiamo lottato tutti insieme allo stesso modo fin dall’inizio, perché tutti volevamo la stessa cosa, volevamo raggiungere l’obiettivo a tutti i costi. Il nostro segreto è quello di aver creato un bellissimo gruppo pieno di entusiasmo ma soprattutto l’essere unite l’una con l’altra.

Se dovessi scegliere un momento di svolta per la vostra stagione, quale sceglieresti?

Mi vengono in mente due momenti di svolta: il primo è la vittoria al ritorno con il Pomigliano in casa loro. Da lì abbiamo acquisito ancor più fiducia e consapevolezza che poi ci hanno portato al secondo momento di svolta che è stata la vittoria con il Napoli dove appunto abbiamo festeggiato la salvezza matematica con quattro giornate d’anticipo.

Quali compagne secondo te meritano una menzione speciale per questa cavalcata verso la salvezza già acquisita? Quanto di Antonio Cincotta c’è in questa salvezza e cosa vi ha trasmesso il mister?

Penso che ognuna di noi meriti una menzione speciale perché dalla prima all’ultima siamo sempre scese in campo con la voglia di onorare questa bellissima maglia. Ognuna di noi è speciale per questo gruppo, questa è la nostra forza. A mister Cincotta dobbiamo tanto, ci ha fatto e ci sta facendo crescere tantissimo, sia a livello tecnico che tattico, ci alleniamo forte ogni giorno divertendoci, ci trasmette le giuste motivazioni e tanta voglia di vincere! È bello allenarsi con lui!!!!!!

Quale è stata invece la stagione di Stefania Tarenzi in samdporiano? Cosa ha significato per te essere la capitana di questa squadra?

La mia stagione alla Sampdoria è stata per me come una rinascita. Ho ritrovato tante cose in me stessa che avevo un pò perso per strada. Ho provato anche una nuova esperienza che è quella di avere la responsabilità da capitano in un gruppo molto giovane e devo dire che sono stata molto fortunata perché ho conosciuto tante bellissime persone, dalla più giovane alla più “vecchia”, farei qualsiasi cosa per tutte loro. Anche per tutto questo devo ringraziare mister Cincotta che mi ha dato l’opportunità e ha creduto in me fin dall’inizio.

Sei una giocatrice di lungo corso e hai vissuto in pieno i cambiamenti che hanno investito il calcio femminile, dai Mondiali al professionismo che sembra ormai a due passi. Cosa manca ancora secondo te? Cosa potrebbe ancora essere fatto?

Sì, fortunatamente ci sono stati dei cambiamenti, ho vissuto il calcio negli anni dove ancora nessuno ci calcolava minimamente e ci si adattava in ogni modo. Ora le giovani possono
finalmente praticare la propria passione in modo dignitoso ed essere seguite da top club come giusto che sia, senza mai però scordarsi che siamo arrivate fin qui grazie a quegli anni di sacrifici. Il movimento del calcio femminile è cresciuto tantissimo anche grazie al mondiale 2019, dove l’aumento delle iscrizioni delle bimbe nelle scuole calcio è stato impressionante. Penso che una delle cose da fare per migliorare sempre più il livello sia quella di far appunto crescere le nuove generazioni con persone professionali e competenti fin dall’inizio.

L’ultima domanda è quasi d’obbligo: cosa vede nel suo futuro Stefania Tarenzi?

Nel mio futuro vorrei vedere ancora un po’ quel rettangolo verde da dentro, poi si vedrà.

Stefano Pellone
Stefano Pellone
Parte-nopeo e parte bolognese, ha collaborato a vari progetti editoriali e sul web (Elisir, Intellego, Melodicamente). Ha riscoperto il piacere del calcio guardando quello femminile.

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