Pallone in Soffitta – L’odissea (a lieto fine) di Borislav Cvetkovic
Un discreto calciatore, di ruolo centravanti, che transitò in Serie A alla fine degli anni Ottanta. Il quale, finito il contratto, si ritrovò a non poter tornare in patria e a dover vivere una complicata trafila burocratica per lavorare: storia di Borislav Cvetkovic, che i tifosi dell’Ascoli ricordano ancora bene.
Ciao Ascoli
Siamo nell’estate 1988. Borislav Cvetkovic è un centravanti jugoslavo che ha disputato fino a quel momento una discreta carriera in patria. Sei annate con la Dinamo Zagabria, altre due con la Stella Rossa Belgrado con una sessantina di gol segnati e 14 presenze in Nazionale (presente a Euro ’84). Il biondo <Boro>, nato a Karlovac nel 1962, a 26 anni compie il salto trasferendosi nella Serie A italiana. Dove? All’Ascoli, club che all’epoca sta vivendo gli ultimi sussulti della sua storia nel calcio nostrano. Contratto triennale per lui, che arriva nelle Marche in compagnia della moglie Vesna. Al termine dei tre campionati in bianconero (foto in basso), di cui l’ultimo in cadetteria, forse paga i dubbi della società per un grave infortunio: l’Ascoli, nel 1991, non gli rinnova l’accordo e lui si ritrova a spasso.
Preoccupazioni
Non arrivano richieste da altre squadre di Serie A per Cvetkovic, né da compagini straniere. E così si ritrova, suo malgrado, a scendere in quarta serie dopo essere rimasto inattivo. Un dettaglio normativo da sbrigare: il cambiamento di status, da calciatore professionista a dilettante. C’è da richiedere una deroga alla Lega. Borislav si rivolge all’avvocato Nascimbeni e porta avanti la propria richiesta, per poter lavorare e rimanere nel nostro Paese. Non bisogna scordare il particolare momento storico che coinvolgeva, in quegli anni, il territorio della Jugoslavia distrutta dagli eventi bellici: un ritorno in patria era ovviamente da evitare, il problema consisteva però nel ristagnare della burocrazia. Cvetkovic, in gravi difficoltà, arrivò a chiedere l’aiuto del presidente della Federcalcio Antonio Matarrese.
Lieto fine
La deroga, infine, arriva. Borislav può finalmente firmare con la Maceratese. Non solo: contribuisce con 8 reti alla promozione della squadra in C2. Poi passa alla Casertana, prima di ritornare in Serbia (di cui è originaria la moglie) e spendere gli ultimi spiccioli di carriera nel Borac Cacak nella stagione 1994-95. Ha poi iniziato il percorso da allenatore nel vivaio dell’Obilic, lavorando in seguito come vice sulle panchine della Stella Rossa e della Serbia Under 21.