I Pionieri del Calcio – Charles Burgess Fry, il più grande “sportivo a tutto tondo” della sua epoca

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The greatest all-round sportsman of his time, il più grande atleta “a tutto tondo” della sua epoca. Charles Burgess Fry non può che essere definito così, vista la quantità di attività sportive in cui riusciva a destreggiarsi con ottima padronanza. Top performer di cricket, atletica leggera, e nei due tipi di football (rugby e calcio), brillò anche pescatore, golfista, pattinatore, pescatore, sciatore, vogatore e tennista. Ma C.B. era anche un uomo molto intelligente. Il celebre giornalista John Arlott ne dipinse il profilo: “C.B. poteva essere autocratico, arrabbiato e caparbio, ma era anche magnanimo, stravagante, generoso, brillante, elegante e divertente. Era probabilmente l’inglese più dotato di qualsiasi epoca”.

Fry aveva scoperto il calcio durante i suoi studi a Renton. Era entrato a far parte della squadra under 16 quando aveva solo tredici anni; poi, nel 1888, aveva partecipato alla FA Cup con la maglia del Casuals Football Club. Vinse una borsa di studio e si trasferì a Oxford, dove poté continuare a primeggiare in molti sport, tra cui appunto il calcio. Nel 1891 aderì al mitico Corinthian, squadra fondata nel 1892 da N. Lane Jackson. Il Corinthian era una società sui generis: si rifiutò a lungo di partecipare alle massime competizioni inglesi (su tutte Football League e FA Cup), credendo in un calcio completamente amatoriale in cui era addirittura disdicevole intascare denaro in cambio della prestazione sportiva.

La carriera di Fry nel prestigioso club amateur durò ben dodici anni, fino al 1903, quando cioè tentò il grande salto nel professionismo. Lasciò i Corinthian dopo 74 partite, condite da 4 gol. Che, per uno che svolgeva il ruolo di unico (o quasi) difensore, era un bottino non indifferente. Ad accoglierlo c’era il Southampton, squadra che partecipava alla Southern League, scelta per il blasone ma anche per la vicinanza da casa. Con i Saints Fry debuttò il 26 dicembre 1900 (nella gara contro il Tottenham) e fu uno degli artefici della conquista del titolo. Tre mesi più tardi venne scelto per giocare, come terzino, nella partita della Nazionale inglese contro l’Irlanda, che si svolse a Southampton. Quella rimase la sua unica presenza con la maglia bianca.

C.B., che parallelamente si esibiva nel cricket, era un calciatore veloce ed elegante nei movimenti, ma non molto forte nel gioco aereo. E questo lo penalizzò, dal punto di vista tattico, in un momento in cui il calcio professionistico inglese era improntato verso la potenza fisica. Con la maglia dei Saints arrivò in finale di FA Cup nella stagione 1901/02. Purtroppo per lui e per i suoi compagni, lo Sheffield United si aggiudicò la coppa più prestigiosa dopo un match di replay (2-1). Il campionato successivo provò a giocare, senza troppa fortuna, come centravanti. Nel 1902 passò ai rivali del Portsmouth, mettendo a referto solamente tre presenze a causa di un infortunio che ne interruppe la carriera.

Dopo aver lasciato il calcio Fry si occupò di varie cose. Prima svolse l’attività di giornalista, poi divenne Capitano Sovrintendente della nave scuola Mercury, una sorta di accademia studiata per preparare i ragazzi al servizio presso la Royal Army. Nel 1922 C.B. si dedicò alla politica, vincendo le elezioni come candidato liberale al Parlamento per la circoscrizione di Brighton. Gli ultimi anni della sua vita furono molto contraddittori. Intorno alla fine degli anni ’20 cominciò a soffrire di problemi mentali. Nel 1928 credette di essere stato vittima di un incantesimo da parte di un indiano, durante un viaggio in India. Un altro giorno, mentre si trovava a Brighton, si spogliò completamente e cominciò a correre a perdifiato.

Gli ultimi anni della sua vita furono fortemente contestabili. Nel 1934 si recò in Germania, con l’intento di creare un legame tra le organizzazioni giovanili britanniche e la Gioventù hitleriana. Della simpatia per Hitler troviamo traccia anche nella sua biografia (anche se l’allusione scomparse con la quarta ristampa, avvenuta nel ’47). Morì nel 1956 ad Hampstead, Londra, all’età di ottantaquattro anni per insufficienza renale.

 

Simone Galli
Simone Galli
Empolese e orgoglioso di esserlo, ha cominciato ad amare il calcio incantato dal mito di Van Basten. Amante dei viaggi, giocatore ed ex insegnante di tennis, attualmente collabora con pianetaempoli.it.

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