Lugano, una sosta che ci voleva

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Come volevasi dimostrare, la sconfitta contro il Sion ha acceso, a Lugano, parecchie polemiche. Sul banco degli imputati il portiere Baumann, che, sicuramente, ha della responsabilità sui tre gol incassati dai ticinesi in Vallese. Tuttavia, le polemiche hanno investito un po’ tutti, considerato che, in tutte le azioni che hanno portato al gol i vallesani, ci sono stati diversi errori, individuali e di posizionamento. E, quindi, più di uno ha espresso delle perplessità rispetto al gioco.

Rivedendo la partita, sono sicuramente emerse delle ingenuità da parte di qualche elemento (a fine partita Braga, ai microfoni della RSI, ha ammesso che subire un gol al 94′ con un’azione partita da una rimessa laterale è imperdonabile). Tuttavia, è indubbio che ci sia la necessità, per il tecnico, di proseguire il proprio lavoro, amalgamando i nuovi elementi (molto atteso, in particolare, l’attaccante algerino Mohammed-Elamine Amoura, appena annunciato) e, magari, redistribuendo le carte.

A tenere banco, come anticipato, c’è sicuramente la posizione di Noam Baumann. Da uomo mercato a “zavorra”, la parabola discendente dell’estremo difensore bianconero è stata rapidissima. Braga lo ha difeso a fine partita, com’era giusto che fosse: ma chi segue da più tempo di lui le vicissitudini dei ticinesi sa bene che la polemica non è nuova. Ed è molto ampio lo schieramento degli addetti ai lavori che, ieri, sui media, ha ripreso il fuoco sull’estremo difensore del Lugano.

D’altra, anche Braga ha messo le mani avanti, facendo presente che i portieri, lui, non li allena. Inoltre, è riaffiorata una vecchia polemica basata sul fatto che Baumann fosse seguito, un paio di volte a settimana, da un allenatore dei portieri non facente parte dello staff bianconero.

L’altra certezza è che Osigwe, quando è stato chiamato in causa, ha fatto benissimo: non è un mistero che la vecchia dirigenza puntasse a cedere il titolare, e avesse individuato il nigeriano come sostituto. Le cose poi sono andate come sappiamo: tuttavia, è oggettivo che non sia la prima volta nella quale si deve prendere atto di prestazioni sotto la sufficienza dell’ex Wil.

Sosta provvidenziale, quindi, come scritto nel titolo. Braga, a fine partita, si è detto fiducioso della bontà della strada intrapresa, e della volontà della società di rinforzare la rosa. Certo: c’è mancato, a questo giro, il commento del Pres: ma dovremo, nostro malgrado, farci l’abitudine. Col tempo, probabilmente, sarà il nuovo dirigente Carlos da Silva, ex giocatore bianconero, a parlare della gestione sportiva. Tuttavia, dubitiamo che sia in grado di regalarci le stesse emozioni di Renzetti, e certi dopo partita esplosivi. Ci mancherà: ma lo abbiamo già detto.

Sul resto, dopo 4 partite, condividiamo l’analisi fatta da altri: serve una punta capace di dare profondità e creare spazi a Bottani, nel miglior periodo della carriera. Il Figlio della città sta trovando anche qualche gol in più, dato dalle sicurezze che ha maturato in questi ultimi anni.

Il gol del primo pareggio, nato da una bellissima percussione di Lavanchy, ne è dimostrazione. Se è vero che l’esterno ci ha messo molto del suo, recuperando un bel pallone a centrocampo, lo è altrettanto che il numero 10 bianconero ha fatto un taglio perfetto in profondità, controllato e difeso la sfera, che ha poi scaraventato in rete con una potenza davvero notevole per uno come lui, che non ha mai fatto della forza fisica il suo tratto migliore. E, qua, ci è venuto in mente Zeman il quale, queste potenzialità, nel ticinese, le aveva viste.

Dopodiché, nella ripresa, sempre il Botta ha avuto un pallone molto simile (per posizione e, curiosamente, nella stessa porta) a quello che Bua aveva trasformato in gol per il Sion: però, questa volta, il portiere avversario ha fatto il movimento giusto, chiudendo le gambe e respingendo la conclusione dell’attaccante bianconero. E qua si ritorna, manco a dirlo, al tema del giorno.

Si è parlato molto, in queste stagioni, di pregi e difetti del portiere del Lugano, arrivato durante la gestione Celestini. Riassumendo, in molti (noi compresi), pur riconoscendone la bravura, evidenziata in diverse occasioni, non hanno mai omesso di far notare l’eccessiva voglia, da parte dell’estremo difensore bianconero, di spettacolarizzare gli interventi.

Se è anche vero che questa cosa è stata a volte perdonata, in nome della necessità, da parte sua, di maturare, oggi c’è minore comprensione da parte di diversi tifosi e addetti ai lavori. La sensazione è, per alcuni, che ormai il giocatore abbia terminato il proprio percorso, e che non abbia più margini di miglioramento. La conseguenza di ciò dovrebbe essere, quindi, la panchina.

Cosa farà Braga? La sosta, manco a dirlo, arriva al momento giusto. L’allenatore ha dimostrato, pur essendo arrivato da poco, di avere un carisma e un’esperienza, nel trattare coi giocatori, sconosciuta, a queste latitudini. Di sicuro, qualunque decisione adotterà, sarà accettata dal gruppo senza fiatare: e questo è un punto a favore del tecnico brasiliano.

Le alternative sono due, in fondo: ma, a differenza dei predecessori, l’attuale allenatore non avrà il fiato sul collo della dirigenza che doveva tutelare un capitale. E questa opzione lascia tutti più liberi. Secondo noi, il ragazzo andrebbe, sicuramente, aiutato e recuperato, fermo restando, però, che dovrà provare a cambiare atteggiamento, depurando i propri interventi (e non solo…) da fronzoli inutili che, in un campionato come quello svizzero, sono dannosi. E, sicuramente, Braga (che pure ha specificato che non si occupa della parte tecnica dell’allenamento dei portieri) potrebbe essere l’uomo giusto per fare questo lavoro che è, soprattutto, mentale. Vedremo.

Sul gioco, qualcuno storce il naso. Se è vero che, a volte, le scelte tattiche di Jacobacci potevano non accontentare diversi amanti del bel calcio, sono in molti, oggi, a dire che, in certi frangenti dell’incontro, i palloni devono finire nei parcheggi attorno allo stadio, anziché venire giocati. In realtà, nelle partite che abbiamo visto, allo stadio o in televisione, la squadra ci è piaciuta, come atteggiamento e come qualità di gioco, nonostante si capisca che ci sia ancora molto da lavorare.

Cosa manca? Un attaccante che affianchi Bottani, in grado di finalizzare e di creare spazi (Abubakar può crescere ancora, e vedremo i nuovi arrivati). Dietro, se Ziegler resterà, c’è da capire se il tecnico creda o meno in Marić, uomo spogliatoio e non solo. Ovviamente, un portiere che dia sicurezza è indispensabile. Sta invece crescendo Hajrizi (addirittura in gol sabato sera), mentre alcuni sudamericani arrivati sotto la gestione lampo italo-brasiliana sono già sulla via del ritorno.

In definitiva, avremo le idee più chiare domani, con la fine del mercato. E la partita contro il Basilea, a Cornaredo, dopo la sosta, sarà un bel banco di prova per i ticinesi.

Silvano Pulga
Silvano Pulga
Da bambino si innamorò del calcio vedendo giocare a San Siro Rivera e Prati. Milanese per nascita e necessità, sogna di vivere in Svezia, e nel frattempo sopporta una figlia tifosa del Bayern Monaco.

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