Svizzera, serve più concretezza là davanti. Ma l’Italia deve stare attenta

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Esordio agrodolce, per la Svizzera. La Nati ha offerto una buona prestazione per un’ora circa, in campo con il collaudato 3-4-1-2 che vedeva Mbabu e Rodríguez esterni di fascia, con Embolo e Seferović di punta e Shaqiri dietro a ispirare. Gli elvetici, partiti contratti, dopo una bella parata di Sommer al 15′, che ha detto no a un’incornata di Moore, hanno preso in mano l’incontro, creando situazioni pericolose, ma senza concretizzarle.

Schär, Xhaka e Seferović hanno avuto buoni palloni, ma non li hanno sfruttati. Nel finale della prima frazione, i rossocrociati si sono anche visti negare un rigore per una netta trattenuta di Mepham su Embolo, sulla quale l’arbitro ha probabilmente concesso il vantaggio per il sopraggiungente Seferović, che però non ha centrato lo specchio della porta.

Nella ripresa, la Nati ha finalmente concretizzato grazie a un colpo di testa di Embolo (prima rete per lui tra Europei e Mondiali, alla nona presenza considerando le due competizioni, il terzo di testa sui sei complessivi segnati in nazionale) al 49′. A quel punto ci si aspettava un epilogo analogo a quello di ieri sera tra Italia e Turchia. Gli svizzeri, invece, anziché cercare con la giusta determinazione la rete della sicurezza, hanno abbassato il proprio baricentro, subendo così il gol del pareggio, segnato da Moore al 74′.

L’ingresso, nel finale, di un frizzante Gavranović (autore di un gol annullato per fuorigioco) non è bastato ai rossocrociati (vicini al gol anche con Embolo nel finale) per ottenere vittoria e 3 punti, viatico indispensabile per scendere in campo a Roma, mercoledì, con un altro spirito. Per la Svizzera, questo è il quarto pareggio di fila agli Europei, che va ad eguagliare il record del Portogallo, ottenuto tra il 2012 e il 2016. La squadra di Vlado Petković ha pareggiato 6 delle ultime 8 partite tra Europei e Mondiali.

Sempre per gli amanti dei numeri, 4 delle 6 reti di Kieffer Moore con il Galles sono arrivate di testa, così come 3 degli ultimi 4 gol del Galles agli Europei sono stati messi a segno di testa. La squadra capitanata da Gareth Bale ha ottenuto il primo pareggio agli Europei: considerando anche i Mondiali, l’ultima volta che i Dragoni hanno diviso la posta nella fase finale di una competizione internazionale risaliva alla Coppa del Mondo del 1958: avversari di allora i padroni di casa della Svezia.

Al fischio finale, musi lunghi per i rossocrociati. Vlado, ai microfoni della RSI, non ha fatto nulla per nascondere il proprio disappunto: “Loro sono una squadra rocciosa, molto tosta. Meritavamo di vincere, abbiamo creato più occasioni; però il calcio è questo, e dobbiamo accettarlo. Cosa rimproverare alla squadra? Bisognava giocare con maggiore cattiveria dopo il vantaggio, anziché controllare. Inoltre, credo sia mancata un po’ di lucidità nei sedici metri avversari.”

L’ex allenatore della Lazio ha centrato il punto, in effetti. Solo che sarebbe spettato a lui, dalla panchina, provare a cambiare le cose. Vlado, invece, togliendo Xherdan Shaqiri (nonostante non avesse fatto una prestazione memorabile) ha dato un segnale negativo sia alla sua squadra che agli avversari. Zakaria, infatti, sin dai tempi dello Young Boys, è un giocatore di contenimento, e l’arretramento del baricentro della compagine rossocrociata è stata l’ovvia conseguenza.

L’ingresso di Gavranović ha dato invece sicuramente un po’ più di grinta all’attacco, che soffre sempre di concretezza, vizio consolidato da tempo nonostante le buone prestazioni di Seferović in Portogallo, con il Benfica (22 gol in campionato quest’anno). In definitiva, ciò che è mancato con il Galles è stata la giusta concentrazione e lo spirito adatto per tutta la durata dell’incontro.

In ogni caso, gli Azzurri dovranno prestare attenzione, mercoledì. La Svizzera è una squadra tosta, con una buona organizzazione di gioco, e con diversi elementi in grado di creare problemi: Embolo, Xhaka, l’atalantino Freuler, lo stesso Shaqiri che, probabilmente, giocherà meglio di questo pomeriggio. Non bisogna inoltre dimenticare che l’Italia, oltreconfine, è la rivale per eccellenza (si parla spesso, soprattutto in Ticino, di derby, come confermato in una chiacchierata da Giorgio Genetelli, commentatore sportivo e scrittore della Svizzera italiana).

Proprio per questo, non è detto che Vlado faccia partire dall’inizio, a Roma, Gavranović. L’attaccante, di origine balcanica, è infatti cresciuto calcisticamente in Ticino e, nelle interviste a fine gara, ha fatto capire chiaramente intendere di sentire particolarmente la sfida con l’Italia. Le sue caratteristiche (velocità e capacità di cercare la profondità) potrebbero mettere in difficoltà l’esperto Chiellini. Occhio, quindi: Petković a Roma è anche di casa. Motivo in più pere prendere la Nati con le pinze.

 

Silvano Pulga
Silvano Pulga
Da bambino si innamorò del calcio vedendo giocare a San Siro Rivera e Prati. Milanese per nascita e necessità, sogna di vivere in Svezia, e nel frattempo sopporta una figlia tifosa del Bayern Monaco.

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