Così il Gillingham è diventato l’unico club inglese a non aver speso soldi per gli agenti sportivi

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Se si pensava che la crisi sanitaria ed economica del 2020 avrebbe finito per avere effetti devastanti anche per gli agenti sportivi, i numeri pubblicati in questi giorni dalle Federazioni nazionali sembrano mostrare una realtà ben diversa. Un discorso particolarmente vero in Inghilterra, dove si è stimato che in totale i club delle quattro massime divisioni professionistiche abbiano speso per pagare gli intermediari dei giocatori ben 317 milioni di sterline, appena 600mila in meno rispetto al 2019/2020, a sua volta al ribasso rispetto al clamoroso record del 2018/2019 (318 milioni di sterline). Merito principalmente dei club di Premier League, che addirittura hanno aumentato di 10 milioni la cifra dello scorso anno (da 263 milioni a 272 milioni).

C’è un unico club che, però, non ha cambiato di una virgola questa cifra, perché in riferimento a questa annata ha fatto risultare un dato curioso: nessun penny speso per pagare gli agenti. Si tratta del Gillingham, squadra di League One e unico club a essersi rifiutato di pagare potenziali intermediari per gli ultimi trasferimenti. Scelta fortemente legata al pensiero del presidente Paul Scally, da 25 anni alla guida dei Gills e forse uno degli ultimi a mantenere nel calcio una visione quantomeno romantica, con uno sguardo di malinconia al passato.

Al Gillingham gli agenti non vengono pagati, a meno che non ci si ritrovi obbligati. Al The Guardian, Scally ha spiegato meglio questa decisione: “Ci sono situazioni in cui devo pagare un agente, ma provo a evitarlo e lo faccio davvero raramente. Non mi piacciono gli agenti. Non mi piace il loro business, il loro giro d’affari. Eravamo alla guida prima che arrivassero loro ed era probabilmente un mondo migliore. Nei primi 10 anni, ho trattato con giocatori o le loro famiglie, a volte dei rappresentanti, ma la maggior parte del tempo ho avuto a che fare con i giocatori. Da quando sono arrivati gli agenti, è tutto peggiorato. Credo che non provino nemmeno a venire da noi perché sanno che non mi piacciono, che non ho intenzione di pagargli una quota o che bisognerà combattere per ottenerla. Se un agente rappresenta un calciatore, allora è lui che dovrebbe pagare il suo intermediario. Non dovrei farlo io. In tempi di crisi come questi, tengo in conto ogni singolo penny. Perché dovrei sprecare soldi con gli agenti? Non abbiamo bisogno di loro nella nostra industria.”

“Le persone che prendono le decisioni di pagare gli agenti spesso non sono i proprietari, ma lavorano per loro. Sono deboli perché non sono soldi loro e pensano che questi continueranno ad arrivare. Credono che acquistare questi giocatori garantiscano loro successo e promozioni. I soldi spesi dalle “big”? Assolutamente patetici. Sono tutti soldi che sarebbero dovuti rimanere nel gioco ed essere versati verso il basso della piramide. Quando la League One e la League Two hanno chiesto aiuti per combattere gli effetti del Covid-19, hanno pianto miseria. Quindi abbiamo concluso con 30 milioni di sovvenzione e 20milioni di prestito. Noi andremo da loro a chiedere l’elemosina, mentre questi club pagano cifre simili agli agenti. Quando parli con i tifosi in generale, si mostrano stanchi di questo sperpero di denaro in contratti, agenti, ecc..”

Francesco Moria
Francesco Moria
Nato a Monza nel '95, ha tre grandi passioni: Mark Knopfler, la letteratura e il calcio inglese. Sogna di diventare giornalista d'inchiesta, andando a studiare il complesso rapporto tra calcio e politica.

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