L’Atalanta poteva fare di più, contro il Real Madrid?

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Di Álvaro Logullo Neto per MondoSportivo Brasil

L’Atalanta dice addio al sogno Champions. Dinanzi al Real Madrid, partendo dallo svantaggio per 1-0 maturato nella gara d’andata, a causa di un errore individuale sono tramontate le chance di rimonta italiane. Inoltre, proiettata in avanti per necessità di rimontare, la Dea ne ha presi altri due, nonostante abbia fatto il suo fino alla fine.

Finale allo stadio Di Stefano: 3-1.

L’undici titolare scelto da Gasperini ha sorpreso tutti, seppur non si sia rivelato utile al cospetto di una squadra dotata di una difesa solida. Nel secondo tempo, Vinicius Junior ha contribuito con le sue fiammate a tenere avanti le merengues. Senza sorprese, insomma, alla fine, però con la sensazione che si sarebbero potute anche complicare ulteriormente le cose; in sostanza, il Real si porta a casa la qualificazione, l’Atalanta dice addio alla Champions League.

Assenti e cambiamenti

Necessitando almeno di una vittoria per tener vivo il confronto, l’Atalanta si è presentata al Di Stefano senza Hateboer, infortunato, e Freuler, espulso nella sfida d’andata, a Bergamo. Anche per questi motivi, Gasperini ha deciso di osare nella formazione iniziale.

Oltre a Pasalic, ha schierato Malinovskiy, lasciando Duván Zapata in panchina. Ilicić anche ha iniziato la partita come opzione in caso di necessità. C’è stato perfino un cambio in porta, con Sportiello di nuovo preferito a Gollini. Anche il Real si è presentato in campo con un paio di ritorni importanti: su tutti, Sergio Ramos e Benzema. Zidane ha optato per una linea di tre difensori, con due ali a dare ampiezza alla manovra. Carvajal, infortunato, e Casemiro, squalificato, non hanno preso parte al match. A questi si è aggiunto Eden Hazard, fuori per colpa di una lesione al quadricipite destro che lo terrà fuori dai campi per almeno un mese.

La manovra sulla sinistra

Sia per il Real Madrid che per l’Atalanta, la strategia iniziale è stata quella di investire nelle giocate sul lato mancino dei loro attacchi, che hanno fornito un grande volume di gioco in questi settori nella prima mezz’ora. Le merengues hanno puntato sulla velocità di Vinicius Junior e sulle percussioni di Mendy.

Anche la Dea ha preferito molto di più la corsia di sinistra, con Gosens molto attivo, e Muriel che si è spesso staccato dal reparto offensivo per cercare di aiutare nella costruzione della manovra. Tuttavia, i bergamaschi hanno peccato troppo di imprecisione nei passaggi, cosa che ha impedito triangolazioni e soprattutto la possibilità di costruire trame offensive da gol.

Ci sono state anche pochissime chance nei primi 30 minuti di gioco. La migliore, capitata a Vinicius Junior. Ha iniziato la manovra innescando Benzema, il quale gli ha dato un pallone perfetto di ritorno, ma il brasiliano è stato lento a finalizzare. Invece di colpire di prima, con Sportiello già a terra, ci ha provato senza decisione ed è finito con lo sprecare una importante occasione.

L’errore fatale

E a proposito del portiere dell’Atalanta, è per colpa del suo piede destro che scivola via il sogno della Dea. Al minuto 34, Sportiello ha provato a impostare il gioco, ma ha di fatto suggerito per Luka Modric. Il croato ha portato palla fino al limite dell’area e servito Benzema, che l’ha piazzata di prima, con il destro, senza neanche troppa forza. Sportiello non ha potuto far nulla.

Con il gol all’Atalanta, il numero 9 del Real ha ora 15 gol in più rispetto al secondo capocannoniere stagionale della squadra (21, contro i 6 di Casemiro), contando tutte le competizioni. Inoltre, ha raggiunto il traguardo delle 10 stagioni con almeno 5 gol in Champions League. In totale, Benzema ha segnato 70 gol nella massima competizione europea.

In una partita nervosa, equilibrata e con pochi spazi su entrambi i lati del campo, un errore individuale ha fatto la differenza. Il Real ha saputo aspettare il momento giusto, roaccogliendo i frutti del suo lavoro. Con il vantaggio di un gol (e due nel confronto, totale), la squadra spagnola è andata negli spogliatoi molto più rilassata rispetto a quando è entrata in campo.

Vinicius Junior

Nonostante il brasiliano abbia sprecato una buona occasione nel primo tempo, si può dire che sia  riuscito ad accendere ancora di più il confronto, mettendo in mostra le sue migliori doti. Sua, una giocata clamorosa: ha recuperato palla, ha servito Mendy, è partito in velocità dalla zona difensiva, ne ha lasciati due dietro, ma ha peccato nel tocco finale in porta. Sarebbe stato un dipinto.

Nella seconda occasione, Rafael Tolói non ha voluto scommettere su un nuovo tiro sbagliato della maglia numero 20. Esausto, ha provato a fare fallo con la gamba sinistra, ma non ci è riuscito. Con il destro ha steso Vini Junior in area, concedendo il rigore trasformato poi da Sergio Ramos. Sportiello ha toccato palla, senza riuscire ad allontanarla. Subito dopo il gol, al 15 ‘, Tolói è uscito dal campo concludendo la sua partita numero 200 con la maglia dei bergamaschi.

Vinicius Junior è stato sostituito al 23’ dal connazionale Rodrygo. Nonostante i due gol sbagliati (una vecchia cosa da sistemare), dovrebbe essere considerato uno dei punti chiave della qualificazione.

L’addio della Dea

L’Atalanta, sotto di tre gol, ha poi dovuto far fronte all’infortunio di Gosens. L’esterno, uno dei più attivi nella prima frazione, ha lasciato posto allo sloveno Ilicic. In precedenza, durante l’intervallo, era entrato Zapata per Pasalic, che mercoledì scorso non aveva fatto bene, così come Malinovskyi. Un tentativo in ritardo di Gasperini di correggere le cose, forse. La verità è che senza Zapata, nel primo tempo, i bergamaschi hanno costruito poco.

Né è stata colpa del sostituto Muriel. La squadra non è stata semplicemente in grado di sfondare il blocco imposto dalle merengues, con una linea di tre difensori e ali veloci per fughe offensive.

Nonostante le rispettive difficoltà, la partita è rimasta sullo 0-0 fino al grossolano errore di Sportiello. Cosa sottolineata anche da Gasperini nel post partita, che ha spiegato il cambio portiere per scelta tecnica. Alla fine, quell’errore ha stravolto la strategia nerazzurra ed esposto l’Atalanta ai contropiede del Real. Nella ripresa, il colpo di grazia è arrivato con il rigore. Nonostante ciò, la Dea ha continuato a provarci: Courtois ha collezionato un paio di buone parate sui tiri di Zapata e Muriel.

Il portiere del Real non è riuscito a ripetere l’impresa, sulla punizione di Muriel, calciata oltre la barriera, per il gol della bandiera dell’Atalanta. Poco dopo, Asensio, in contropiede, ha chiuso i giochi (meno grave Sportiello, in questa circostanza) punendo una squadra finora esemplare in Champions League.

Bilancio positivo

Con due sconfitte, ma con la qualità e i sacrifici di sempre, l’Atalanta saluta la Champions un turno prima rispetto alla scorsa stagione. Evidentemente è pesato il punteggio dell’andata, 1-0, a Bergamo, in favore della squadra spagnola. “E se Freuler non fosse stato espulso, al Gewiss?” Sfortunatamente, questa domanda rimarrà senza risposta.

In ogni caso, la Champions dell’Atalanta va valutata positivamente. Sono solo due le partecipazioni della squadra italiana nella principale competizione continentale, e chissà, presto otterrà un’altra qualificazione. Proprio in Serie A, la squadra nerazzurra sta provando a conquistarsi un altro piazzamento Champions. La Dea è attualmente in quarta posizione, ed è molto probabile che ci resti fino alla fine.

Il Real Madrid avanza, invece, ai quarti. Mostrando delle buone doti, ma senza brillare. La squadra più vincente d’Europa torna nei quarti dopo tre stagioni. E sapete, no? Meglio non sottovalutare le merengues. La Champions è nel loro DNA.

Redazione
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