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Pallone in Soffitta – Saarland, Rimet e il treno perduto

Dopo la seconda guerra mondiale, la Germania fu suddivisa in occidentale e orientale. Ma ciò che forse non tutti sanno, è che una porzione di territorio tedesco rimase in un limbo internazionale a livello sportivo. Il Saarland ebbe pure una sua federcalcio riconosciuta dalla FIFA, ma tutto si esaurì in appena sei anni.

La fine del conflitto

Alla conclusione della seconda guerra mondiale, la Germania fu spaccata a metà, tra Est e Ovest. Ma all’interno del territorio tedesco si trovava il Saarland, occupato dalla Francia tra il 1946 e il 1957, dopo l’addio delle truppe USA il 10 luglio 1945. Nel febbraio seguente, lo stato francese ne fece un suo protettorato.

Saarland e sport

A livello sportivo, il Saarland fondò il proprio comitato olimpico nel 1950 che consentì la partecipazione ai Giochi Olimpici di Helsinki 1952. Nel frattempo, era nata la Nazionale Saar, anche se non fu considerata tale a tutti gli effetti: più una selezione, senza tutti i crismi, proprio come loro stessi desideravano per non sentirsi entità estranea alla Germania. Il 22 novembre del 1950, ad ogni modo, il Saarland disputò la sua prima gara internazionale, vincendo 5-3 a Saarbrücken contro la Svizzera B.

Il mitico Jules Rimet se ne va

Le squadre di club del Saarland avevano preso parte al locale campionato nazionale, la Ehrenliga, tra il 1948 e il 1951. La squadra più importante di tutte, il Saarbrücken, era stata accettata come ospite nella serie cadetta francese 1948-49: primeggiò abbastanza facilmente conquistando la promozione. Tuttavia, le società locali votarono “no” all’inserimento ufficiale del Saarbrücken nell’organigramma pallonaro. E così, si verificarono due eventi a catena. Il leggendario presidente della FIFA Jules Rimet, il quale era invece favorevole, si dimise dalla carica che occupava dal lontano 1921. Fu inevitabile, a quel punto, l’uscita del Saarbrücken dal calcio francese.

Il Mondiale ’54

Per guidare la Nazionale fu chiamato prima il francese Auguste Jordan e poi nientemeno che Helmut Schön. Il Saar scrisse un’altra pagina storica, partecipando alle qualificazioni per il Mondiale del 1954 in Svizzera: le cose non andarono male, però neppure videro un lieto fine. Nel girone eliminatorio proprio con i cugini occidentali e la Norvegia, i giocatori del Saar sconfissero (3-2) e poi pareggiarono con gli scandinavi, raggranellando 3 punti tuttavia insufficienti per qualificarsi alla fase finale. Sarebbe stata l’unica campagna di qualificazione di questa rappresentativa, visto che gli Europei avrebbero visto la luce più avanti.

Una fiammata breve

Un appuntamento con il destino, per aggrapparsi al quale non si trovò la forza necessaria. D’altronde, contro quella Germania Ovest c’era davvero poco da fare: avrebbero poi vinto il titolo iridato. La Nazionale del Saarland disputò in tutto 19 match, di cui 15 amichevoli e 4 della citata campagna di qualificazione mondiale. Ben 10 furono giocati contro rappresentative B. Il bilancio complessivo parla di 6 vittorie, 3 pareggi e 10 sconfitte, in diversi casi rovesci clamorosi: come la gara del 5 luglio 1954 contro l’Uruguay, risolta con un pesantissimo 1-7 tra le mura amiche.

Protagonisti

I punti di forza di quella selezione erano il portiere Erwin Strempel, il difensore Waldemar “Fips” Philippi (recordman di presenze della Saar con 18 presenze), più la formidabile coppia d’attacco formata da Herbert Binkert e Herbert Martin, capocannonieri della breve storia Saar con 6 gol a testa: neanche a dirlo, tutti loro militavano nel citato Saarbrücken, che fu l’unico club a partecipare alla Coppa dei Campioni nella stagione 1955-56. Al primo turno, incontrarono proprio una squadra italiana. Si tratta del Milan, che ebbe la meglio per 4-3 tra andata e ritorno.

Titoli di coda

Un’altra pagina storica scritta appena in tempo, perché proprio nel ’55 un plebiscito portò all’assorbimento del Saarland nella Germania Ovest, tanto sul versante geopolitico quanto su quello sportivo. Praticamente tutti i giocatori della Nazionale Saar rientrarono drasticamente nei ranghi, dimenticandosi di qualsiasi possibile contesto internazionale. L’unico membro di quella squadra capace di trovare un passaporto per il grande calcio si sarebbe rivelato il ct: Helmut Schön sarebbe diventato selezionatore della Germania Ovest e l’avrebbe condotta alla doppietta euromondiale tra il 1972 e il 1974.

Chissà se…

Un treno importante, mancato da uno dei fiori all’occhiello di quella realtà. Si tratta di Kurt Clemens, a cui venne negata la possibilità di rispondere alla chiamata da parte di Sepp Herberger per giocare nella Germania occidentale, così come ad altri. Ma Clemens poteva vantare uno “sponsor” niente male, un certo Fritz Walter: “Clemens era un giocatore dotato di tecnica eccezionale, capace di illuminare il gioco con le sue idee e maestro dei lanci in profondità“. E se lo diceva il capitano della Germania Ovest campione del mondo 1954…

 

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