Champions, urna amara per le italiane. Campo minato per la Juve, Napoli e Atalanta sognano l’impresa

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Con la ripresa dei Campionati professionistici oramai avviatasi da qualche settimana, l’ultimo punto interrogativo  per il football del Vecchio Continente (al netto di futuri stop inattesi) era quello legato alle Coppe Europee. Disegnatone il profilo nelle scorse europee (knock-out in gara secca sia per Champions ed Europa League, rispettivamente in Portogallo e Germania) mancava a chiudere il cerchio la parte più succulenta: i sorteggi, completatisi nella mattinata di venerdì.

Ebbene, tutto si può dire dell’urne, tranne che siano state benevole nei confronti del fooball del Belpaese; questo il percorso finale dell’edizione 2019/2020 di Champions League:

QUALIFICATE AI QUARTI: Atlético Madrid, Atalanta, Lipsia, Paris Saint-Germain
OTTAVI DI FINALE – Ritorno
Juventus-Olympique Lione (and. 0-1)
Barcellona-Napoli (and. 1-1)
Bayern Monaco–Chelsea (and. 3-0)
Manchester City-Real Madrid (and. 2-1)
QUARTI DI FINALE
Q1: Manchester City/Real Madrid-Juventus Olympic Lione
Q2: Lipsia – Atlético Madrid
Q3: Barcellona/Napoli-Bayern Monaco/Chelsea
Q4: Atalanta-Paris Saint-Germain
SEMIFINALI
SF1: Q1 vs Q3
SF2: Q2 vs Q4

In ordine di classifica nostrana, la Juventus di Maurizio Sarri è forse quella dal cammino più impervio, anche in virtù delle aspettative ben più robuste riposte sui bianconeri rispetto ad Atalanta e Napoli.
Doveroso ricordare come tra i Campioni d’Italia in carica e la Final-eight di Lisbona ci sia l’Olympique Lione di Rudi Garcia, capace di piegare 1-0 a Lione una Vecchia Signora all’epoca protagonista di una delle peggiori recite dell’era Sarri. Se da una parte il prematuro stop imposto alla Ligue 1 e il trend in crescita delle ultime uscite bianconere possono indurre all’ottimismo in vista del return-match di Torino, il black-out di San Siro contro il Milan e il risultato dell’andata costringono i ragazzi di Sarri a una gara da condurre alla perfezione contro i transalpini.

Qualora il primo barrage dovesse essere superato, i torinesi inaugurerebbero una vera e propria “Clash of Kings”: City o Real ai Quarti, correndo poi il rischio di dover fronteggiare Barcellona o Bayern Monaco senza escludere l’eventualità Napoli in un derby tricolore nel quale i bianconeri arriverebbero con la pressione di “dover passare” e gli Azzurri forti della consapevolezza di aver già battuto la Juventus in Coppa Italia (oltre all’euforia eventuale derivante dall’aver eliminato Barcellona e Bayern Monaco, ipotizzando che il Chelsea non ribalti lo 0-3 casalingo). Questo, prima dell’incrocio con l’altra parte del tabellone dove spicca il nome del Paris Saint-German, ma come avremo modo di vedere i transalpini non mancheranno di doversi sudare l’eventuale Finale di Champions.

La sensazione è che, se la velleità è quella di alzare al cielo la Coppa, la Juventus debba arrivare ad Agosto al massimo della condizione da tutti i punti di vista: atletica, psicologica e sopratutto tattica, il che si traduce nell’aver definitivamente trovato il compromesso tra i dettami filosofici “sarriani” e le caratteristiche di una rosa che ha dimostrato a più riprese di non poterli assecondare integralmente. Compromesso il cui onere grava in buona parte sul tecnico dei bianconeri, che dovesse riuscire a rendere possibile questa metamorfosi (sua e di squadra) potrebbe finalmente mettere critiche e scetticismi a tacere; se da un lato le uscite di Campionato post-Covid 19 ingenerano un cauto ottismo, il blasone degli avversari dell’eventuale Final-eight sarà completamente diverso da quello degli ostacoli incontrati in Serie A, e il recente black-out di San Siro evidenzia come la squadra abbia ancora evidenti limiti su cui lavorare.

Se per la Juventus il sorteggio si è rivelato ostico anche per le aspettative gravanti sulla stessa, Atalanta e Napoli pur avendo avversari altrettanto impegnativi guardano con spirito diverso ai propri impegni di Coppa.
Per l’Atalanta di Gasperini e Percassi essere a Lisbona è un traguardo la cui portata è difficilmente tracciabile all’interno di poche righe; con un piede fuori dall’Europa dopo tre giornate i nerazzurri (con un pizzico di fortuna) hanno centrato un vero e proprio miracolo nel proprio girone, demolendo poi sorprendentemente il Valencia. L’entusiasmo e la volontà di giocare per Bergamo sono due elementi che rendono l’Atalanta la potenziale scheggia impazzita di questa Champions League, a patto che Gasperini dimostri di aver lavorato sul pesante 1-5 di Manchester preparando un “piano B” da utilizzare quando in presenza di squadre tecnicamente superiori i nerazzurri potrebbero dover adottare un approccio alla gara più “ragionato”. Piano B che potrebbe servire nella gara secca contro un Paris Saint-Germain che si presenta con i galloni da favorito, ma dovrà fare moltissima attenzione: l’ottima condizione atletica (da testare da qui a un mese) dei nerazzurri cozza infatti con lo stop al Campionato subito dai francesi, e riequilibra una gara nella quale se i transalpini possono portare Neymar e un invidiabile assortimento di top-player i bergamaschi rispondono sfoggiando una macchina oliata a perfezione che sul campo si è conquistata di competere ai massimi livelli, guidata con la spensieratezza di chi in questo viaggio non ha proprio nulla da perdere.

Come la Juventus il Napoli di Gattuso dovrà invece superare gli Ottavi di Finale, nientemeno che contro il Barcellona di sua Maestà Leo Messi; come l’Atalanta, però, il primo incrocio di Champions fa oggi meno paura ai partenopei di quanta non ne lasciassero in dote l’urna prima e l’1-1 del San Paolo poi. Gattuso ha dimostrato di saper toccare le corde giuste di un Napoli rimessosi in sesto dall’avvento dell’ex-tecnico del Milan; contro un Barcellona in difficoltà in Campionato e con uno spogliatoio sempre meno tranquillo (almeno a quanto citano le cronache locali) una gara secca da disputarsi senza il pubblico del Camp Nou risulta difficilissima ma non impossibile per un Napoli che, chissà, che con lo spirito della Finale di Coppa Italia possa regalarsi uno scalpo di quelli da raccontare ai nipoti. Un eventuale eliminazione difficilmente potrebbe intaccare quanto di buono fatto di Gattuso; al contrario, un eventuale impresa contro i blaugrana varrebbe agli Azzurri i biglietti per una complicatissima Final-eight in Portogallo, come per l’Atalanta però da affrontare con la consapevolezza di aver “già vinto” la propria Champions League.

Tra le altre sfide, la pandemia ha forse riequilibrato agli Ottavi di Finale un City-Real Madrid nel quale gli inglesi partono avvantaggiati ma meno sicuri della qualificazione rispetto a tre mesi fa; lo stesso non può dirsi del Bayern Monaco, ai Quarti di finale ai danni del Chelsea al netto di cataclismi nel return-mach di Monaco di Baviera. Difficile sembra anche che il Lipsia, in difficoltà già alla ripresa della Bundesliga, possa avere la meglio contro l’Atlético Madrid di Simeone nei Quarti di Finale senza poter contare di Timo Werner (già trasferitosi al Chelsea); considerato però il mese di distanza che ci separa dalle partite, e le insidie del calcio post-Covid 19, fare pronostici non si è mai rivelato così complicato.

Michael Anthony D'Costa
Michael Anthony D'Costa
Nato a Roma nel 1989, si avvicina al calcio grazie all’arte sciorinata sui campi da Zidane. Nostalgico del “calcio di una volta”, non ama il tiki-taka, i corner corti e il portiere-libero.

L’anatema di Maurìto

Dietro questo pezzo c'è una premessa, che sa di promessa fatta ad uno dei caporedattori storici di Mondopallone. Non faccio il nome per motivi...
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