Ciclismo, le grandi squadre italiane – Lampre

-

L’emergenza coronavirus ha interrotto, come è giusto che sia, qualunque tipo di attività sportiva. Ciclismo compreso. In questo periodo di forzato stop, è bello aprire il libro della storia di questo meraviglioso sport e ripercorrere le vicissitudini delle più importanti squadre italiane. Quest’oggi è il turno della Lampre.

Lamiere prerivestite. Due parole da cui possiamo prendere per ognuna la prima sillaba in maniera da unirle. In questo modo, si forma il nome tanto noto agli appassionati di ciclismo: Lampre. Azienda di lavorazione di prodotti siderurgici e di produzione di laminati con sede a Usmate Velate, nella Brianza, è stato uno sponsor storico del mondo del ciclismo in due periodi diversi, dal 1992 al 1995 (sebbene nel 1991 Lampre fosse già secondo sponsor) e dal 2004 al 2016, anno in cui è cessata la sponsorizzazione. Da allora, l’Italia del pedale non ha più avuto una formazione nel World Tour, la Serie A delle squadre ciclistiche.

Due periodi diversi, sempre però con due persone alla guida: il patron dell’azienda Romeo Mario Galbusera e il team manager Beppe Saronni (affiancato dal 1992 al 2004 da Pietro Algeri). Due periodi dove in gruppo vi è sempre stata la mitica maglia blu-fucsia, diventata oramai una vera e propria icona per i collezionisti.

Quattro le stagioni, dunque, quelle che hanno caratterizzato il primo periodo della Lampre. Con un protagonista su tutti: Maurizio Fondriest. Il trentino ha vinto 37 gare in tre anni dal 1993 al 1995 in blu-fucsia. Tra le più significative, la Milano-Sanremo (vinta il giorno in cui nasceva la figlia Maria Vittoria), la Freccia Vallone, la Tirreno Adriatico e il Giro dell’Emilia, conquistate tutte nel magico 1993 del trentino (con ovvia annesso successo in Coppa del Mondo e due tappe al Giro d’Italia, delle sei vinte dalla Lampre in quegli anni (le altre quattro portano la firma del velocista ceco Jan Svorada).

In quelle stagioni, in casa Lampre sbocciava il talento di un giovane russo, Pavel Tonkov, capace nel 1992 e nel 1993 di laurearsi miglior giovane al Giro d’Italia e di conquistare nel 1995 il Giro di Svizzera. Peccato per la Lampre che avesse deciso di lasciare proprio in quell’anno, perché Tonkov nel 1996 fece suo il Giro d’Italia, ma la squadra era oramai divenuta Panaria-Vinavil. Prima, però, a fine 1995, Gianni Faresin regalò alla Lampre il successo al Giro di Lombardia.

Dopo il primo ritiro, spinto dal richiamo della foresta, Galbusera decise di tornare nel ciclismo nel 1999, affidandosi nuovamente a Beppe Saronni per la costruzione della squadra. Il novarese a fine anno bussò a casa…Moser. Questo perché riuscì a portare alla Lampre Gilberto Simoni, cugino di secondo grado del trentino di Palù di Giovo. E mai acquisto fu più azzeccato. Gibo nel 2000 fu terzo al Giro d’Italia, vincendo la tappa di Bormio e alla Vuelta domò l’Alto de Angliru, il Gigante delle Asturie. Sempre in quell’anno, fece suo il Giro dell’Emilia. Nel 2001, dopo due podi, Simoni si impose al Giro d’Italia (vincendo in Maglia Rosa la tappa del Mottarone), consentendo alla Lampre di imporsi nella sua prima Corsa Rosa. L’anno successivo Simoni andò alla Saeco e la squadra blu-fucsia per i Grandi Giri si affidò al lituano Raimondas Rumsas, che nel 2002 fu terzo al Tour de France, e a Francesco Casagrande.

Il toscano però, nei suoi due anni in Lampre, 2003 e 2004, deluse le attese riuscendo a conquistare solo la Coppa Agostoni come successo di livello. Il 2005 fu il primo anno di quello che ora è conosciuto come World Tour, il gruppo di squadre che di diritto disputano le corse più importanti del panorama ciclistico. La Lampre, per meglio affrontare la concorrenza delle squadre straniere, decise di fondersi con la Saeco e in blu-fucsia approdarono i due grandi compagni-rivali del Giro 2004, Damiano Cunego e il ritrovato Gilberto Simoni.

Quest’ultimo rimase nella nuova Lampre solo nel 2005 (anche se sarebbe poi ritornato nel 2010, concludendo la carriera al Giro d’Italia), anno in cui sfiorò il tris personale alla Corsa Rosa (i crampi verso l’ascesa di Sestriere gli impedirono di concretizzare portato sul Colle delle Finestre a Paolo Savoldelli) ma concesse il bis al Giro dell’Emilia. Cunego non ripeté i fasti del Giro d’Italia 2004, ma diventò uno specialista delle corse di un giorno, imponendosi due volte al Giro di Lombardia 2007 e 2008 e all’Amstel Gold Race 2008.

Corse di un giorno, Lampre e inevitabilmente la mente corre ad Alessandro Ballan. Il corridore di Castelfranco Veneto vinse nel 2007 uno straordinario Giro delle Fiandre, con un attacco sul Grammont rimasto negli annali.

Per quanto riguarda i Grandi Giri, invece, spazio alla commozione. Perché, nell’albo d’oro del Giro d’Italia, il vincitore del 2011 risulta essere l’indimenticabile Michele Scarponi. Il marchigiano chiuse sulla strada al secondo posto quell’edizione, dominata da Alberto Contador, ma la squalifica di quest’ultimo causa la positività al clenbuterolo riscontrata al Tour de France 2010, gli spalancarono le porte della vittoria a tavolino.

Per quanto riguarda le corse a tappe di una settimana, la Lampre riuscì a portarsi a casa il Giro di Romandia con lo sloveno Simon Spilak (a tavolino dopo la squalifica di Valverde) nel 2010 e il Giro di Svizzera con il portoghese Rui Costa nel 2014, suo terzo successo personale nella corsa elvetica.

Fino all’abbandono del 2016, poi, la Lampre diventò la squadra di riferimento per i più importanti corridori italiani. In blu-fucsia, in periodi diversi, hanno corso, tra gli altri, Pozzato (una Coppa Agostoni e un Trofeo Laigueglia nel 2013), Ulissi (Giro dell’Emilia e Milano-Torino nel 2013), Bruseghin (3° al Giro d’Italia nel 2008), Petacchi (2 vittorie di tappa e Maglia Verde della classifica a punti nel Tour de France 2010), Napolitano (due Coppe Bernocchi nel 2006 e nel 2007), Bennati (due tappe al Tour 2007, tra cui quella sugli Champs-Élysées a Parigi.

Insomma, un palmarès ricco per una squadra che ha scritto la storia. E che manca tanto al ciclismo italiano.

Carta d’identita e palmarès

Nome: Lampre
Periodo di attività: 1992-1995; 1999-2016
Colori sociali: blu-fucsia
Grandi Giri: 2; Giro d’Italia, 2001 con Simoni, 2011 con Scarponi
Podi nei Grandi Giri: 6 (oltre alle due vittorie, Giro d’Italia 2000, 3° Simoni; 2005, 2° Simoni; 2008, 3° Bruseghin; Tour de France 2002, 3° Rumsas)
Tappe nei Grandi Giri: 55; 15 nel primo periodo (6 Giro, 5 Tour, 4 Vuelta); 40 nel secondo periodo (18 Giro, 8 Tour, 14 Vuelta)
Classiche Monumento: 5; Giro delle Fiandre 2007 con Ballan; Giro di Lombardia 1995 con Faresin, 2007-2008 con Cunego; Milano-Sanremo 1993 con Fondriest
Altre grandi classiche internazionali: 2; Amstel Gold Race 2008 con Cunego; Freccia Vallone 1993 con Fondriest
Grandi classiche italiane: 17; Coppa Agostoni, 2003 con Casagrande, 2010 con Gavazzi, 2013 con Pozzato, 2014 con Bonifazio; Coppa Bernocchi, 2003 con Barbero, 2006-2007 con Napolitano;
Giro dell’Emilia, 1993 con Fondriest, 2000 e 2005 Simoni, 2013 con Ulissi; Milano-Torino, 2013 con Ulissi; Tre Valli Varesine, 2013 con Durasek; Trofeo Laigueglia, 2006 con Ballan, 2011 con Pietropolli, 2013 con Pozzato, 2015 con Cimolai.
Grandi corse a tappe di una settimana: 4; Giro di Romandia 2010 con Spilak; Giro di Svizzera 1995 con Tonkov, 2014 con Rui Costa; Tirreno-Adriatico 1993 con Fondriest

Giuseppe Pucciarelli
Giuseppe Pucciarelli
Nato a Salerno il 3 maggio 1986, laureato in Fisica, ex arbitro di calcio FIGC. “Sportofilo” a 360° con predilezione per calcio e ciclismo, è un acceso e convinto fantacalcista.

MondoPallone Racconta… Vardy e i bomber carneadi d’Inghilterra

Si è detto tutto e di più, in questa prima metà della stagione, sull'exploit straordinario del Leicester City guidato dall'italiano Claudio Ranieri. E sulle...
error: Content is protected !!