Ciclismo, le grandi squadre italiane – Gatorade

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L’emergenza coronavirus ha interrotto, come è giusto che sia, qualunque tipo di attività sportiva. Ciclismo compreso. In questo periodo di forzato stop, è bello aprire il libro della storia di questo meraviglioso sport e ripercorrere le vicissitudini delle più importanti squadre italiane. Quest’oggi è il turno della Gatorade.

Nel mondo del ciclismo, non sempre la nazionalità dell’azienda sponsorizzatrice corrisponde a quella della licenza della squadra. Di esempi di “discrasie” di questo genere ve ne sono a iosa. E una accadde dal 1991 al 1993. A fine 1990, la Château d’Ax, azienda specializzata in salotti e divani, comunica a Gianluigi Stanga, direttore sportivo della formazione, la decisione di ridimensionare il proprio impegno e di passare a secondo sponsor.

La ricerca di un nuovo marchio principale non fu difficile. Stanga nella manica aveva un asso. E che asso, trattandosi di Gianni Bugno, che nel 1990 aveva centrato l’accoppiata Milano-Sanremo / Giro d’Italia, vestendo la Maglia Rosa dalla prima all’ultima tappa. Con un fuoriclasse del genere, le richieste non mancarono. A spuntarla, però, non fu un’azienda italiana ma una grande multinazionale statunitense, la Gatorade, leader del settore sport drink.

Il grande gruppo a stelle e strisce era molto probabilmente attratto dal Tour de France e dal desiderio più volte espresso da Bugno di trionfare alla Grande Boucle (“non mi chiamate campione se non riuscirò a vincere il Tour“, soleva dire il monzese). Obiettivo quasi sfiorato. Bugno in maglia Gatorade fu 2° al Tour 1991 e terzo a quello 1992, vincendo sull‘Alpe d’Huez nel 1991 (bissando il successo del 1990 in casacca Château d’Ax) ma trovando sulla strada della Maglia Gialla Miguel Indurain e le sue maxi-cronometro.

Bugno però non fece pentire la Gatorade dell’investimento fatto su di lui. Arrivarono due splendidi Campionati del Mondo (Stoccarda 1991 e Benidorm 1992) che fecero sì che il marchio del fulmine venne impresso a lungo sulla maglia iridata. E poi la Classica di San Sebastian 1991, il Giro dell’Emilia e la Milano-Torino del 1992 e il Campionato Nazionale nel 1991, oltre a 4 tappe tra Giro (l’altro successo nella Corsa Rosa fu di Giovannetti nel 1992) e Tour.

Ma la Gatorade non fu solo Bugno. La formazione di Stanga nei tre anni di attività conquistò anche la Liegi-Bastogne-Liegi 1992 con Dirk De Wolf e fu teatro del canto del cigno ciclistico dell’indimenticabile Laurent Fignon, che in maglia Gatorade vinse la sua ultima tappa al Tour de France a Mulhouse nel 1992. La Gatorade lasciò la sponsorizzazione a fine 1993. Al suo posto subentrò la Polti, ma questa è un’altra storia.

Carta d’identita e palmarès

Nome: Gatorade
Periodo di attività: 1991-1993
Colori sociali: verde
Grandi Giri: 0
Podi nei Grandi Giri: 2 (Tour de France, Bugno 2° nel 1991, 3° nel 1992)
Tappe nei Grandi Giri: 6; 4 al Giro d’Italia (1991, 3 con Bugno; 1992 con Giovannetti); 2 al Tour de France (1991 con Bugno; 1992 con Fignon)
Classiche Monumento: 1; Liegi-Bastogne-Liegi 1992 con De Wolf
Altre grandi classiche internazionali: 1; Classica di San Sebastian 1991 con Bugno
Grandi classiche italiane: 2; Giro dell’Emilia 1992 con Bugno; Milano-Torino 1992 con Bugno
Grandi corse a tappe di una settimana: 0

Giuseppe Pucciarelli
Giuseppe Pucciarelli
Nato a Salerno il 3 maggio 1986, laureato in Fisica, ex arbitro di calcio FIGC. “Sportofilo” a 360° con predilezione per calcio e ciclismo, è un acceso e convinto fantacalcista.

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