Un mese dopo, il nome di Mesut Özil è ancora “cancellato” dalle tv cinesi. Anche durante le telecronache

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Per il mondo televisivo cinese, il nome di Mesut Özil non esiste più. Inesistente, cancellato, a tutti gli effetti un fantasma. In qualsiasi programma sportivo, il numero 10 dell’Arsenal è una presenza persa nel vuoto, innominabile e totalmente ignorata, persino durante le telecronache. La motivazione è ormai nota a tutti da diverse settimane: la decisione del fantasista tedesco di esporsi dal punto di vista mediatico in difesa della minoranza etnica degli Uiguri, turcofoni di religione islamica che vivono nel nord-ovest della Cina e da tempo soggetti a una terribile repressione da parte del governo, che ha creato dei campi di rieducazione dove vengono deportati numerosi cittadini appartenenti a questa popolazione.

Su questa tragedia, la Cina ha voluto far calare il silenzio, potendo contare anche sulle colpevoli debolezze di Stati Uniti ed Europa, che faticano a esporsi senza compromettere i forti legami soprattutto economici con il Paese. Ma proprio Özil, assieme a pochi altri sportivi, ha deciso di denunciare pubblicamente, attraverso i propri profili social, la persecuzione del popolo degli Uiguri, definito come “guerrieri che resistono alla persecuzione”, mentre la Cina viene appellata come un posto dove “il Corano viene bruciato, le moschee sono state chiuse, le scuole teologiche islamiche, le madrase sono state bandite, gli studiosi religiosi sono stati uccisi uno per uno”.

Delle conseguenze avvenute nell’immediato, siamo già tutti a conoscenza: la gara tra Arsenal e Manchester City, nonostante l’immediata (ma certamente imbarazzante) presa di distanza dei Gunners dai commenti del campione tedesco, era stata cancellata dal palinsesto, mentre il nome di Özil è stato cancellato ovunque, dal videogioco Pro Evolution Soccer ai motori di ricerca. E, a poco più di un mese dal fatto, risulta che la situazione per l’ex Real Madrid non sia assolutamente cambiata, con il governo cinese che ha obbligato a sostituire il suo nome con il silenzio, persino durante le telecronache. Dalle fonti riportate oggi dal Times, risulta addirittura che Özil sia destinato a rimanere nella black-list per sempre, cancellandone persino il ricordo.

Dalla Cina, inoltre, arrivano racconti relativi alle telecronache delle ultime gare dell’Arsenal. Nella sfida contro il Bournemouth nel Boxing-day, il nome del tedesco era già sparito e contro il Manchester United è addirittura risultato, dalla lettura delle formazioni ufficiali, che i Gunners giocassero in dieci uomini. Completamente cancellato, curiosamente proprio nel momento in cui il numero 10 sta riuscendo finalmente a tornare protagonista, essendo diventato il punto focale attraverso cui si sviluppano alcune delle manovre più importanti del gioco di Arteta.

In tutto questo, l’Arsenal non ha fatto nulla per aiutare il proprio giocatore, piegato a una dolorosa accettazione della decisione del governo cinese per non veder andare in fumo il proprio mercato più ricco sul piano commerciale. E, in generale, il silenzio delle federazioni è stato altrettanto drammatico. Ecco perché il governo cinese può sostanzialmente proseguire, in maniera incontrastata anche dopo un mese, ad applicare la propria censura, mostrando una capacità di vendetta che finirà soltanto per fare da deterrente verso chiunque proverà a esporsi come Özil. Condannando il calcio, per l’ennesima volta, al silenzio.

Francesco Moria
Francesco Moria
Nato a Monza nel '95, ha tre grandi passioni: Mark Knopfler, la letteratura e il calcio inglese. Sogna di diventare giornalista d'inchiesta, andando a studiare il complesso rapporto tra calcio e politica.

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