Milan, questione modulo: cosa sceglierà Giampaolo?

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La sosta del campionato è arrivata come una manna dal cielo per il Milan che, nelle prime due uscite ufficiali stagionali, ha arrancato e non poco contro Udinese e Brescia. La partenza choc in Friuli ha messo in discussione un mese e mezzo di lavoro e ha messo in dubbio il modulo che Giampaolo aveva inizialmente deciso di adottare, il 4-3-1-2. In queste due settimane il tecnico dei rossoneri ha potuto lavorare con una parte della rosa, che nel frattempo è diventata definitiva con la chiusura del mercato e l’affare André Silva-Rebić. Ora che il materiale umano a disposizione dell’allenatore è stato definito, la scelta del modulo può essere presa con consapevolezza. Analizziamo le varie possibilità in mano a Giampaolo:

4-3-1-2: Proseguire con il modulo adottato a inizio stagione significherebbe dare continuità a due mesi di lavoro, proponendo una squadra molto offensiva, con due attaccanti di ruolo schierati contemporaneamente. Il problema più grande che Giampaolo potrebbe incontrare sarebbe riguardo alla scelta della seconda punta: dando per scontata la titolarità di Piątek, al suo fianco potrebbero giocare Leão, Borini, Rebić o Castillejo. Il portoghese ha probabilmente bisogno di tempo per adattarsi alla Serie A e dunque sarebbe molto rischioso puntare subito su di lui; Borini, nonostante le lodi per l’impegno e la dedizione che non fa mai mancare ogni qualvolta viene chiamato in causa, è a tutti gli effetti una seconda scelta. Rebić e Castillejo sono due esterni e nel ruolo di seconda punta sarebbero adattati: lo spagnolo non ha convinto in queste prime uscite, mentre il croato necessita di un breve periodo di ambientamento essendo l’ultimo arrivato. Il trequartista scelto da Giampaolo è Suso, che non ha totalmente convinto in quella posizione: tante, troppe incognite in un solo reparto.

4-3-2-1
: La scelta dell’albero di natale potrebbe essere indotta dalla presenza in rosa di un’unica vera prima punta, Piątek. Alle sue spalle potrebbero essere schierati due tra Suso, Paquetá e Bonaventura: tutti e tre garantiscono qualità e sembrano adatti a ricoprire quel ruolo, che permetterebbe a un elemento fondamentale come Suso di svariare maggiormente sulla destra, la sua zona prediletta. L’alternativa più consona a Piątek sarebbe Leão, anche se in questo modo diventerebbe difficile vedere in campo il neo acquisto Rebić; Borini e Castillejo sarebbero utilizzati come jolly all’occorrenza, con il primo spostato definitivamente a centrocampo.

4-3-3: Il ritorno al passato che tanto spaventa parte della tifoseria: il 4-3-3 visto negli ultimi anni basava le sue fortune sullo stato di forma di Suso e tendeva a isolare la prima punta dal resto della squadra. Con questo modulo Rebić potrebbe recitare un ruolo da protagonista, Castillejo ricoprirebbe il ruolo di riserva di Suso e all’occorrenza Bonaventura potrebbe essere impiegato come ala, così come Borini. In questo caso, con due ali che non garantiscono caterve di gol, Giampaolo dovrebbe richiedere molti inserimenti alle mezzali: Kessié e Bonaventura potrebbero essere i titolari, anche se lasciare in panchina Paquetá sarebbe uno spreco.

4-2-3-1: In questo caso la svolta di Giampaolo sarebbe più radicale perché andrebbero rivisti due reparti su tre: oltre all’attacco, infatti, verrebbe ridisegnato significativamente il centrocampo che prevederebbe due centrali anziché un regista e due mezzali. Assieme a Bennacer (l’algerino pare inamovibile in qualsiasi modulo) dovrebbe giocare Kessié, con Biglia, Çalhanoğlu e Krunić come alternative. In avanti i rossoneri potrebbero schierare tre elementi alle spalle di Piątek: sulla destra Suso con Castillejo come riserva, al centro Paquetá e sulla destra Rebić, con Bonaventura e all’occorrenza Borini come alternative in tutti e tre i ruoli.

La rosa allestita da Maldini e Boban offre molte possibilità a Giampaolo ma, al momento, è ancora priva di un’identità precisa. Evidentemente le idee a Milanello non sono ancora chiarissime, altrimenti avremmo assistito a un mercato decisamente più mirato. Tuttavia il compito di Giampaolo è proprio quello di dare una logica a questa rosa.

Stefano Tomat
Stefano Tomat
Nasce nel 1987 a Udine, gioca a calcio da quando ha 6 anni. Laureato in Relazioni Pubbliche e Comunicazione Integrata per le Imprese e le Organizzazioni.

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