Al Milan servono plusvalenze: chi sacrificare?

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Il mancato raggiungimento del quarto posto ha ridimensionato il progetto di rilancio del Milan da parte del fondo Elliott. Il fondo americano necessiterà di più tempo di quanto inizialmente previsto per riportare in alto i rossoneri e, in questo processo di crescita, deve fare i conti con i buchi lasciati dalle gestioni precedenti. La società di via Aldo Rossi quest’estate non potrà permettersi spese folli sul mercato ma sarà costretta a vendere al meglio per poter comprare, e comprare è una necessità. L’acquisto di nuovi giocatori serve sia a livello qualitativo che quantitativo: con l’addio di alcuni elementi poco valorizzati nel corso della scorsa stagione (Montolivo, Bertolacci, José Mauri, Abate e Zapata), il Milan necessita di rimpolpare numericamente la rosa, ancor prima di pensare a come intervenire sui titolari.

La struttura della squadra andrà probabilmente rivista: se l’allenatore, come sembra, sarà Giampaolo, allora la società proverà a fornirgli il materiale umano per poter proporre anche in rossonero il 4-3-1-2 con il quale si è contraddistinto alla Samp. Questo significa che il parco attaccanti, formato per lo più da esterni, dovrà essere completamente rivisto. Il Milan dispone di due prime punte (Piątek e Cutrone) e di un giocatore che potrebbe essere utilizzato da seconda punta, anche se difficilmente come titolare (Borini). Va acquistata almeno un’altra seconda punta, a meno che il nuovo tecnico non voglia provare a trasformare Suso impiegandolo in questo ruolo. I sacrificabili in questo reparto sono due, Suso e Cutrone: entrambi potrebbero portare nei bilanci del Milan ricche plusvalenze, dal momento che il primo è arrivato per duecentomila euro dal Liverpool, mentre il secondo è un prodotto del vivaio. Entrambi potrebbero rimpinguare le casse rossonere con una somma che va dai 20 ai 30 milioni: difficile che qualche club si possa spingere oltre, considerando anche il fatto che Suso ha una clausola da 38 milioni che nessuno si è proposto di pagare.

A centrocampo il Milan ha fondamentalmente due nomi con cui far cassa: Kessié e Çalhanoğlu. Acquistati entrambi nella stessa sessione di mercato dal duo Fassone-Mirabelli rispettivamente per 32 e 22 milioni, l’ivoriano e il turco non hanno convinto a pieno la platea di San Siro. I due sono relativamente giovani (1996 e 1994), di conseguenza potrebbero avere mercato: Kessié viene valutato intorno ai 40 milioni mentre Çalhanoğlu ha visto probabilmente scendere il valore del proprio cartellino. Sacrificare Kessié significherebbe perdere chili e potenza a centrocampo, anche se con il ricavato si potrebbero acquistare o due giocatori di prospettiva o riscattare Bakayoko, personaggio molto discusso ma anche molto apprezzato sul rettangolo di gioco dai supporter rossoneri.

La difesa (nella quale comprendiamo anche il portiere) sembra il la zona di campo in cui il Milan si sia mosso meglio in questi anni: solitamente il reparto arretrato viene indicato come la base solida su cui va costruito il resto della squadra e in questo caso il Milan può vantare delle fondamenta di qualità e molto giovani. Se l’idea è quella di far cassa in modo pesante, però, è proprio qui che il diavolo dovrebbe attingere: gli unici due giocatori che potrebbero avvicinarsi ai 60 milioni di valutazione (escludendo Piątek, la cui partenza risulta difficile da ipotizzare vista tutta la fatica fatta dal Milan per arrivare a un centravanti affidabile) sono Donnarumma e Romagnoli. Il numero 13 è diventato quest’anno capitano del Milan ed è cresciuto esponenzialmente nelle ultime stagioni, diventando uno dei centrali più forti della Serie A; il portierone classe 1999, dal canto suo, ha superato un periodo terribile e si è assestato su livelli altissimi, confermando di essere un fuoriclasse. Questi due giocatori, giovani, forti e italiani, dovrebbero rappresentare il nuovo zoccolo duro del Milan: privarsi di uno dei due significherebbe fare due passi indietro. In molti sostengono che il Milan potrebbe rinunciare a Donnarumma e puntare su Reina nell’immediato e su Plizzari per il futuro: il discorso può anche essere valido ma mentre Gigio è una certezza, il portierino dell’Under 20 è un gran bel prospetto su cui, però, non si può avere ancora alcuna certezza.

Sarà una scelta dura quindi per la dirigenza del Milan e per le sue due distinte anime: Gazidis probabilmente sarà più orientato al bilancio, Maldini al trattenere i giocatori più validi e rappresentativi. Dalle scelte che verranno prese capiremo molto sul futuro di questa società.

Stefano Tomat
Stefano Tomat
Nasce nel 1987 a Udine, gioca a calcio da quando ha 6 anni. Laureato in Relazioni Pubbliche e Comunicazione Integrata per le Imprese e le Organizzazioni.

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