Il Torino, la rivincita di Mazzarri e un equilibrio da Europa

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Il 2-0 rifilato all’Atalanta sabato ha confermato il grande momento di forma del Torino. Le tre vittorie e i due pareggi nelle ultime cinque partite, compresi appuntamenti prestigiosi come quelli contro Inter e Napoli, hanno fatto emergere i granata come una delle squadre più in forma del momento, ora pronta pure per l’assalto definitivo all’Europa. Un salto di qualità che Mazzarri aveva cominciato ad avvertire nell’aria già da tempo, anche quando i risultati stentavano ad arrivare e in pochi riuscivano a scorgere un’effettiva crescita dei torinesi. Ma gli ultimi, rumorosi punti conquistati sembrano ora aprire le porte a un finale di stagione potenzialmente ricco di grandi soddisfazioni.

Il successo di questo Torino nasce, com’è ormai evidente a tutti, dal reparto difensivo. I granata hanno la quarta miglior difesa del campionato assieme al Milan con 22 reti subite, appena 7 in più rispetto al muro quasi invalicabile dei rivali bianconeri. I giocatori sembrano essersi calati alla perfezione nella dimensione tattica di Mazzarri, che a sua volta sembra aver trovato i migliori interpreti per esaltare il suo gioco. Gli esterni, vitali nel 3-5-2 del tecnico ex Watford, sono due motorini instancabili come De Silvestri, abituato da tempo a giocare con la possibilità di spaziare in avanti, e Aina, un pendolo della fascia sinistra evidentemente cresciuto con il tempo, tanto da costringere Ansaldi ad adattarsi in mezzo al campo per avere ancora un posto tra i titolari.

Sirigu è una certezza in porta come lo è sempre stato in carriera e la presenza del PSG sul suo curriculum non è affatto una casualità. Ha esperienza da vendere e non smette mai di far sentire l’importanza di aver respirato il clima di una grande squadra europea. Le altre certezze, poi, arrivano tutte dal terzetto difensivo Izzo-N’Koulou-Moretti. Tre giocatori dalle caratteristiche e dalla storia differente, ma risultati così perfettamente compatibili nelle ultime gare da essere diventati insostituibili. Un mix tra l’esperienza di un veterano del nostro campionato come Moretti e la freschezza di un Izzo arrivato a tutti gli effetti al momento di maturità, passando per il talento di un giocatore come N’Koulou, giocatore che per il suo talento e la prestanza fisica meriterebbe palcoscenici di grande importanza.

La copertura difensiva viene ulteriormente garantita dal lavoro incredibile di pressing e recupero palla fatta da Rincon e Meite, due che erano emersi per la loro grande quantità anche nei momenti più difficili della stagione granata. Tanti elementi che hanno permesso a Mazzarri di avere una garanzia in più: se non prendi gol, non perdi.

Nelle ultime gare, però, la svolta è arrivata dall’attacco, finalmente più incisivo rispetto al passato. Il Torino non è una squadra che fatica a segnare anche quando crea tanto e difficilmente lo diventerà questa stagione con gli elementi attuali in rosa. Ma le vittorie ottenute hanno insegnato che, con così pochi gol subiti, a volte può bastarne anche soltanto uno per portare a casa il bottino pieno. Mazzarri, in questo momento, vuole soprattutto i risultati, perché una piazza come quella del Torino non può più rimanere a lungo lontano dall’Europa. Servirà praticità per arrivare davanti a squadre abituate a proporre un calcio ben più divertente e arioso come l’Atalanta. Un equilibrio tra difesa e attacco essenziale per questo finale di stagione che può valere una grande rivincita sul campo per un Torino per troppi anni incapace di rispettare le attese e un Mazzarri desideroso di un riscatto personale dopo i fallimenti di esperienze con Watford e Inter.

Francesco Moria
Francesco Moria
Nato a Monza nel '95, ha tre grandi passioni: Mark Knopfler, la letteratura e il calcio inglese. Sogna di diventare giornalista d'inchiesta, andando a studiare il complesso rapporto tra calcio e politica.

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