Week Leaks #21 – Ciao Marekiaro, la settimana no della Juve. L’Inter come se fosse a fine progetto

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  • Per fortuna della Juventus questa settimana da incubo si è conclusa. Prima la vittoria tirata contro la Lazio con una prestazione rivedibile, poi la netta eliminazione in Coppa Italia contro l’Atalanta e infine il pareggio interno contro il Parma. Tre partite che hanno fatto molto riflettere sul momento di flessione dei bianconeri, in parte fortemente provati dagli infortuni difensivi, in parte perché persino a una squadra così dominante in Italia come la Juve di quest’anno può capitare un momento di calo. Allegri non ne fa drammi per il momento e probabilmente fa bene, soprattutto per quanto riguarda il campionato. La questione è che l’appuntamento con la Champions si avvicina e dalle parti di Torino molti sperano sia soltanto una parentesi e non il preludio a difficoltà che potrebbero emergere al momento davvero decisivo.
  • Applausi, comunque, a questo Parma, che in gare impostate come quella contro la Juve sa perfettamente come comportarsi. Difesa stavolta perforata tre volte, vero, ma gli uomini di D’Aversa si sono conquistati il pareggio per averci messo coraggio, per averci almeno provato anche quando sembrava tutto deciso. E poi c’è poco da fare: quando Gervinho è in giornata (e purtroppo non lo è sempre, come dimostrato in carriera), lì davanti gli emiliani hanno una scheggia impazzita che sa mandare in tilt le difese di qualsiasi avversaria.
  • Un po’ meglio si è conclusa la settimana del Napoli dopo il pareggio e l’amara eliminazione in Coppa Italia per mano del Milan. Secco 3-0, con sprazzi di calcio veramente spettacolare come questa squadra sa mostrare, a una Sampdoria che stavolta ha potuto soltanto prendere atto della superiorità dell’avversario.
  • Approposito, quella contro i blucerchiati dovrebbe essere stata l’ultima partita di Hamšík a Napoli. Lo slovacco, stavolta, lascerà davvero i partenopei per passare in Cina. Commovente il giro di campo a fine partita per permettere al San Paolo di salutare il proprio capitano e uomo dei record, un simbolo destinato a rimanere nella storia degli azzurri. Ma era troppo tempo che circolava in testa questo addio e De Laurentiis non ha potuto che accontentare un uomo che ha dato tanto per far diventare grande il suo Napoli. Resta sinceramente qualche perplessità sulla gestione delle pedine a centrocampo, visto che a gennaio non è arrivato nessuno e, anzi, è stato ceduto Rog. Grande responsabilità cadrà su Ruiz, ma va anche considerato che Ancelotti si trova a gestire campionato ed Europa League nella seconda parte di stagione con due uomini in meno. Insomma, scelta di difficile comprensione per tempismo, che suona quasi di resa.
  • A Milano Higuaín sembra già essere soltanto un ricordo. Piatek ci ha messo due partite per prendersi il cuore dei tifosi rossoneri e il posto da titolare. Il suo festeggiamento con le pistole è già diventato virale. Dopo la doppietta in Coppa Italia, rete anche alla Roma e ora Gattuso si gode finalmente un attaccante di razza, che non ha paura di calciare appena può. Sta crescendo a vista d’occhio anche Paquetà, altro talento che promette bene: ha un’ottima tecnica, ma non è un centrocampista da giocate fini a se stesse, oltre ad avere coraggio nel mettere la gamba al momento giusto.
  • Va detto, però, che all’Olimpico la scena se l’è presa ancora una volta Donnarumma con una serie di parate davvero strepitose. Non si sta sottolineando abbastanza l’importanza del portiere classe ’99 in questa stagione dei rossoneri, ma le partite in cui è risultato decisivo cominciano a essere parecchie.
  • Nella Milano nerazzurra è ormai notte fonda. L’1-0 casalingo contro un Bologna certamente rivitalizzato dal cambio di panchina, ma comunque tutt’altro che insuperabile, amplifica la crisi di una squadra che sta mostrando dei limiti caratteriali evidenti. Le voci su Conte, per quanto smentite ufficialmente, non fanno bene all’ambiente. Spalletti dice di avere dalla sua la squadra, ma le prestazioni anonime delle ultime uscite dimostrano proprio l’opposto, perché sono le classiche di quando si respira già nell’aria la fine di un progetto. Ma l’Inter deve ritrovarsi perché, lo ribadiamo, la classifica è molto più corta di quello di cui si sono convinti alcuni giocatori nerazzurri.
  • Se Piatek sembra essersi già preso il Milan, anche Sanabria sembra essersi messo sulla giusta strada al Genoa. Due reti in neanche due partite sono un buon segnale, pur con la consapevolezza di poter e dover migliorare, perché sostituire il polacco non sarà un lavoro semplice. Per il resto, gol importante che permette ai rossoblù di conquistarsi un punto in una gara ostica come quella contro il Sassuolo.
  • Udinese-Fiorentina non spettacolare nell’1-1 finale che accontenta maggiormente i bianconeri, ma molto sentita. Era la partita dannata, quella di Astori, quella che il capitano, ormai quasi un anno fa, non è mai riuscito a giocare…
  • La rimonta firmata Caputo salva Iachini da un’altra pesante sconfitta e permette all’Empoli di rimanere in zona salvezza, nonostante una gara ancora una volta rivedibile. Il bomber azzurro è veramente uno degli uomini chiave della stagione dei toscani e se c’è una speranza di rimanere in Serie A, questa gira in buona parte attorno all’uomo da 11 reti in 22 partite.
  • Pareggio che sa di sconfitta per il ChievoVerona, che rimane a meno nove dalla zona salvezza. Matematicamente ancora possibile, ma se si sprecano così le vittorie diventa oggettivamente dura. L’impressione è che rimarrà una stagione dai tanti rimpianti.
Francesco Moria
Francesco Moria
Nato a Monza nel '95, ha tre grandi passioni: Mark Knopfler, la letteratura e il calcio inglese. Sogna di diventare giornalista d'inchiesta, andando a studiare il complesso rapporto tra calcio e politica.

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