Atalanta, la tua prima vittoria “sporca”. Lazio, crisi sì ma solo di risultati

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Correva il Festival di Sanremo 2016, quando Enrico Ruggeri cantava dal palco dell’Ariston “Il primo amore non si scorda mai“. Ebbene, qualcosa di simile può echeggiare anche l’Atalanta questa sera, dopo aver battuto la Lazio per 1-0 nel posticipo della 16/a giornata di Serie A 2018/2019.

Il pezzo che può intonare la compagine di Gasperini avrebbe un titolo similare a quello del pezzo di Ruggeri ma altrettanto esplicativo: “la prima vittoria sporca non si scorda mai“. Già, perché tutti gli addetti ai lavori quando commentano le vicende della formazione neroblu, tra i tanti “dogmi” citati, ne mettono uno in cima alla lista: l’Atalanta per vincere deve sempre per forza giocare bene e dominare l’avversario, non è capace di portare a casa i 3 punti in partite equilibrate e dove c’è da soffrire anche a tratti. Ebbene, la bellezza del calcio sta anche nello smentire seccamente le cosiddette verità inconfutabili.

Perché l’Atalanta che è scesa in campo questa sera all’«Atleti Azzurri d’Italia» ha sì mostrato in campo l’eleganza e l’irruenza – nel senso positivo del termine – del suo gioco che sta oramai sciorinando da quasi tre anni a questa parte, ma lo ha potuto fare solo in alcune parti della gara e in particolar modo in entrambi gli inizi delle due frazioni di gioco. Nel resto della gara, infatti, ha sbattuto contro una Lazio che, dopo un fisiologico sbandamento iniziale a causa del gol preso da Zapata dopo 58 secondi di gioco, ha preso le misure alla Dea riuscendo addirittura a chiudere i neroblu nei propri 20 metri per l’intera seconda metà del primo tempo e nel finale di gara.

Una scena davvero inconsueta, quella di un’Atalanta sofferente in casa. Neanche Juventus e Napoli avevano fatto venire i sudori freddi agli uomini di Gasperini come ha fatto la Lazio. Segno che il momento negativo biancoceleste è innegabile dal punto di vista dei risultati – la sconfitta di Bergamo segue 4 pareggi consecutivi – ma meno evidente da quello del gioco. E pian pianino Inzaghi sta riuscendo a recuperare alla causa un giocatore fondamentale come Milinković-Savić.

Come si sta rivelando essere fondamentalissimo alla causa Duvan Zapata. Il colombiano, smaltito il tempo necessario per assimilare i non certo semplici schemi gasperiniani, prima ha dato prova – soprattutto nella sfida contro l’Inter – di aver imparato a giocare per la squadra alla maniera di Petagna. Ma poi – e non ce ne voglia il buon Andrea – nelle ultime sfide sta dando un saggio di quello che sa fare meglio e nel quale Petagna mancava: il gol. La rete realizzata alla Lazio è la sesta del colombiano in questo torneo, la quinta nelle ultime tre partite.

Molto probabilmente l’Atalanta non riusciva a vincere prima le partite sporche proprio perché le mancava chi la buttava dentro negli unici momenti buoni. Ora, forse, questo qualcuno lo ha trovato. E in un campionato incertissimo per quanto riguarda la questione quarto posto che dai 26 punti del Milan (sebbene i rossoneri siano impegnati domani sera nel posticipo dei posticipi a Bologna) ai 21 punti del Parma vede 9 squadre racchiuse in un fazzoletto, uno come Zapata capace di risolvere le partite sporche, beh, può tornare davvero utilissimo.

Giuseppe Pucciarelli
Giuseppe Pucciarelli
Nato a Salerno il 3 maggio 1986, laureato in Fisica, ex arbitro di calcio FIGC. “Sportofilo” a 360° con predilezione per calcio e ciclismo, è un acceso e convinto fantacalcista.

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Sfrontato, vincente, preparato, antipatico, fascinoso, linguacciuto... Su di lui sono stati spesi fiumi di inchiostro perchè non è un allenatore come gli altri. Forse...
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